lunedì 28 dicembre 2020

the midnight sky


 

Clooney gli voglio bene dai tempi di IR, non sempre facile da leggere, non sempre facile da apprezzare, sicuramente un attore, regista e protagonista attivo del nostro tempo.

Con The midnight sky torna alla fantascienza, che rischia di diventare ogni giorno di più reale.

Il film è uno di quelli che piace a me, giusta dose di effetti speciali, un uomo malato, una terra morente e un'astronave con a bordo una speranza, forse l'ultima, di sopravvivenza.

Il film è triste, dolce, commovente, spietato, definitivo.

Contiene al suo interno un monito per tutti noi, che abbiamo nel 2020 ricevuto una bella bacchettata sulle dita.

Il covid è solo un campanello d'allarme, se ci impegniamo di più non sarà necessario un virus per cancellarci dalla faccia della Terra.

Un bel film, natalizio direi, in un Natale vero, quello che dovrebbe servire per riflettere e non per ubriacarci, ma che lo dico a fare.

Su Netflix

sabato 26 dicembre 2020

L'uomo del labirinto


 Non ho mai letto e mai accadrà almeno in democrazia, che io legga un romanzo di Carrisi, è l'invidia che parla, sicuramente, ma anche il fatto che ho poco tempo da perdere e cose più interessanti da leggere.

In compenso avevo visto La ragazza nella nebbia, film interessante, sicuramente non entusiasmante, con un bravo Servillo, tratto da un romanzo del Carrisi.

Nel mio periodo natalizio 2020 agli arresti domiciliari come tutti gli italiani, sto facendo scorpacciate di film e fiction e mi sono imbattuto nel film L'uomo del labirinto.

Ho pensato, due mostri sacri come Hoffman e Servillo, film tratto da un romanzo di successo, dovrei divertirmi.

Come raramente accade ho mollato il film circa a metà.

Brutto come solo riesce a essere un film italiano oggi, sceneggiatura approssimativa, personaggi poco credibili, regia traballante, attori male diretti, e infine la trama.

Un coniglio dagli occhi rossi?

Ipotizzo un'allucinazione, una svolta psichica che spieghi la pochezza della trama, un sogno a occhi aperti, qualche svolta geniale insomma che mai svelerò.

Ma davvero un brutto film, tratto da un romanzo di successo forse non utilizzato al meglio.

Rimane un unico dubbio, perché un mostro sacro come Hoffman si è prestato a tale operazione? Possibile che abbia bisogno di lavorare a tal punto?

Misteri.

Su sky

giovedì 24 dicembre 2020

grey's anatomy ... che palle


 

E basta, ma possibile che nessuno della produzione abbia il coraggio di scrivere la parola fine su una serie che ha sicuramente avuto un ruolo nella fiction ospedaliera degli ultimi anni ma che ha esaurito da tempo ogni ragione di essere.

La protagonista sta invecchiando e ingrigendo, e tutti i grandi della serie, ultimo uno dei miei preferiti, Karev (Justin Chambers), sono ormai scomparsi.

La stagione 17 è incentrata sul covid ... che palle, già ogni giorno dobbiamo sorbirci bollettini catastrofici, indicazioni, ordini e suggerimenti, non abbiamo bisogno anche di una fiction educativa.

Bisogna avere il coraggio di terminare una serie di successo per cercare,magari, nuove storie da inventare.

mercoledì 23 dicembre 2020

Fargo quarta stagione

Fargo non delude. In un panorama televisivo infarcito di tanta pochezza fra reality sempre meno reliastici, programmi di intrattenimento pomeridiano densi di Barbara D'Urso in un paesaggio costellato di bollettini di guerra dove non si vede la fine dell'attuale pandemia, Fargo 4 fa la differenza anche perché si svolge nei magici anni 50, quando il futuro era quello originato dal passato disatroso della seconda guerra mondiale. La vicenda di per sè è relativamente importante, lotta fra bande rivali per il controllo del territorio una italiana l'altra afroamericana. Ma la differenza è nella caratterizzazione dei personaggi, nella sceneggiatura mai banale, nella cura dei particolari, nella bravura degli attori. In questa serie anche alcuni attori italiani che per qualche ragione incomprensibile sono bravi e spiccano a tal punto da fare pensare che forse anche una buona regia può valorizzare talenti locali. Undici puntate da non perdere, su sky

sabato 28 novembre 2020

la regina degli scacchi


 

Dopo avere visto  Gassmann e Fiorello sono incappato in questa mini serie su Netflix e come al solito la riflessione è spontanea, com'è possibile una differenza qualitativa così abissale fra una produzione americana e una italiana?

L'ultimo caratterista della serie appare come un attore sopraffino e surclassa i nostri attori e nel caso della fiction italo spagnola, anche gli spagnoli.

La sceneggiatura è intelligente, crudele, raffinata, profonda.

I protagonisti incredibili.

L'ambientazione, la fotografia, i colori, la ricostruzione storica dei luoghi fantastica.

Qual è il problema? Il denaro? L'investimento economico di un paese sulla fiction? Una tradizione scolastica dedicata alla formazione degli attori? La grandezza del paese America e quindi una enorme possibilità di attingere a una schiera di professionisti molto più elevata della nostra?

Domande retoriche forse, ma fanno la differenza fra un intrattenimento italico che si regge sulle spalle di pochi attori istrionici che riescono a portare a casa un risultato appena sufficiente e una qualsiasi miniserie che raccontando di una compulsione psicotica di una giovane donna che ha la passione sconsiderata per gli scacchi riesce a raccontare un mondo, le nostre insicurezze, le differenze sociali fra uomo e donna in un' America anni 60, e nello stesso tempo una storia ipnotica e appassionante che può catturare diverse fasce di pubblico.

Su Netflix.

lunedì 23 novembre 2020

Gli orologi del diavolo


E in una soleggiata domenica novembrina caratterizzata dal coprifuoco covid ho guardato le prime sei puntate della fiction Rai Gli orologi del diavolo, interpretata dal bravo Giuseppe Fiorello.

Prendiamola per ciò che vuole essere una bella fiction firmata Rai che una volta tanto non parla di mafia italiana, medici coraggiosi, carabinieri di provincia o commissari siciliani e chi più ne ha più ne metta.

La vicenda ha un uomo al centro, un meccanico di motori per inbarcazioni che casualmente o quasi si trova al centro di un giro di stupefacenti coordinato da un cartello sud americano.

Il personaggio non è eroico, è un antieroe, troppo onesto per essere autentico, ma interessante.

Gli orologi del diavolo sono quelli che il boss sud americano gli regala per ogn i barca costruita.

La vicenda è intensa, interpretata con passione da Fiorello, si muove fra Italia (Liguria), Spagna, sud america, con una fotografia folgorante di luoghi fantastici, è sapientemente ansiogena, il nosto Breaking bad italiano con tutti i limiti del caso.

Poi che la storia sia completamente autentica, che il vero protagonista, tal Franciosi, fosse davvero eroico, poco importa.

La fiction (finzione) deve divertire quando non è denuncia sociale.

Unico dato certo, lo Stato non appare all'altezza della situazione, abbandona spesso e volentieri l'infiltrato, fatica a gestire la situazione e toppa spesso e volentieri e questo dato, fra tutti quelli emersi nella serie è probabilemnte l'unico sicuramente autentico.

Gli eroi nel nostro paese muoiono  spesso traditi dallo Stato.

Gli anti eroi invece cercano di sfangarla portando a casa almeno la pelle.

Il nostro paese non si merita nemmeno quelli.


sabato 21 novembre 2020

Grande fratello vip 5 ... gioco di regime


Sono un teledipendente, lo ammetto, lo sarei anche senza il covid, sempre stato, o guardo la televisione, o gioco con l'xbox, o scrivo, in periodo di pandemia sto allontanandomi dai telegiornali che sono spesso forieri di notizie inattendibili e ansia generalizzata quindi perseguo l'evasione.

Non c'è niente di più effimero, leggero, trash e rilassante del GFV, e ammetto che ultimamente guardo le serate, non tutta la lunga maratona, ma alcuni spezzoni.

Registro la puntata e il giorno dopo mi diverto a seguire le dinamiche.

Vidi anche la prima edizione quella storica con Taricone e da allora con ritmi diversi ho sempre dato un'occhiata alla casa più spiata d'Italia perché le dinamiche fra cavie da laboratorio  svelano aspetti interessanti dell'animo umano.

Quest'anno però devo ammettere che più di altre edizioni, vige una regia molto rigida che impone i concorrenti al pubblico, e senza fare nomi alcuni vip insopportabili continuano a permanere nella casa solo perché il grande fratello così impone con un incastro di nomination ad hoc, scelta di salvabili, e tutta una serie di strategie tanto evidenti quanto antipatiche.

Cosa c'è dietro a tale logica?

Ancora una volta regole di mercato, alcuni vip fanno ascolti, sono preziosi, ricalcano ruoli sociali e suscitano interesse nel pubblico e per quanto detestati dalla massa devono continuare a rimanere in gioco.

Il GFV ricalca la situazione attuale del mondo in generale e del nostro paese in particolare.

Come cittadini votanti in realtà da anni non decidiamo chi deve governare.

Come tele spettatori votanti in realtà non possiamo decidere chi sbattere a casa.

Alla fine come la giri noi della massa non decidiamo mai nulla di importante ma dobbiamo accettare, abbozzare e sopportare, come sempre.

lunedì 16 novembre 2020

Glass


 

E dopo Joker sono riuscito a vedere Glass che chiude la trilogia di Shyamalan iniziata con il geniale Unbreakable.

Io amo i fumetti, e i super eroi anche se oggi non li leggo più, il primo film interpretato dal grande Bruce Willis rappresenta il primo tentativo di rendere reali i super eroi che non vanno in giro in calzamaglia ma sono fra noi, celati dietro esistenze spesso anonime.

Il film correva sul doppio binario, la scoperta del protagonista di essere un uomo non comune e la progressiva liberazione della sua potenza al servizio del bene.

Un film minimalista per sottolineare grandi poteri.

Reale e fantastico fusi insieme con il ruolo determinante di Samuel L. Jackson nei panni del super cattivo.

Film divenuto un cult per gli amanti del genere.

Glass doveva essere, immagino, negli intenti del regista indiano, la giusta conlcusione della trilogia e devo dire che l'ho trovato, brutto, noioso, fiacco, incece di conlcudere la trilogia è riuscito a smorzare qualsiasi entusiasmo.

Se Split, il secondo film, era un interessante noir mentropolitano, con serial killer schizofrenizo interpretato dal bravo McAvoy ,questo terzo capitolo, che riunisce un cast eccezionale, non arriva, e non convince.

Alla fine il messaggio metaforico che esalta la libertà contro la tirannia dell'uniformità sociale non è sufficiente a dare dignità alla pellicola.

Peccato, a volte un grande successo reclama un seguito richiesto a gran voce dal pubblico, ma quando il seguito non è ben costruito può meglio sarebbe stato non produrlo.

domenica 15 novembre 2020

Joker


  L'ho aspettato pazientemente su sky, perché già mi costa 60 euro al mese insieme a netflix e l'idea di dovere anche noleggiare un film mi dava fastidio.

La pazienza è stata premiata perché Joker è un piccolo capolavoro, lui, il protagonista, è uno degli ultimi veri eroi hollywoodiani Joaquin Phoenix.

Il corpo dimagrito, il viso scolpito, le dita con le unghie consumate dalla nevrosi, un personaggio sofferto, la parte oscura di noi, quella sconfitta, abbandonata, tradita, reietta, dimenticata.

Anche la città, Ghotam City, è come al solito scura e senza speranza e per un amante dei fumetti come il sottoscritto Joker è la trasposizione della tragedia all'interno di una storia creata per gli amanti di Batman, finalmente eleva il genere dando il giusto risalto agli aspetti metaforici del fumetto.

Un mondo allo sbando, alla deriva, sepolto da rifiuti reali e morali, e scusate, ma in questo momento non dissimile dal mondo che ci circonda nel quale per attraversare lo stesso spazio è necessario munirsi di mascherine e certificazioni senza nessuna certezza di tornare a casa senza avere contratto il maledetto virus.

Il mondo di Joker è un incubo a occhi aperti causato dalla sua stessa tragica vicenda umana che va a  braccetto con un generale disfacimento del contesto nel quale vive.

Batman è ancora troppo piccolo per salvare Ghotam e assiste inerme all'omicidio dei suoi genitori.

Ma in tutto ciò non so più da che parte stare, Joker o Batman?



sabato 14 novembre 2020

Nelle viscere di Bologna sul Corriere


 

Bella recensione di Massimo Marino del Corriere della sera.

Nonostante il covid morda e disperda energie e potenzialità i libri continuano a circolare e alcuni giornalisti si ricordano di noi scrittori e delle nostre creature che dietro hanno editori e lavoratori in difficoltà.

Una nuova forma di resistenza è continuare a  scrivere, inventare storie, sperando che finisca presto questa lunga notte senza stelle.

giovedì 12 novembre 2020

Doc, nelle tue mani

 
 
Quanto è bello Argentero, bello e bravo, e pensare che ha dovuto passare per il GF per emergere, come il compianto Tarricone, e se ci penso fra tutti quelli passati da quelle parti mi sembra che solo loro abbiano davvero svoltato facendo il mestiere che davvero amavano.
Doc mi sembra che oltre a prendere spunto da una vicenda vera molto romanzata, attinga a tratti dal Dottor House che ho da poco terminato di digerire.
Alcuni casi sono davvero se non uguali assai simili alla più famosa serie televisiva ospedaliera, ma forse è la malattia che alla fine si ripete, chissà.
Ma i casi medici sono relativamente importanti sia in Doc che nel dottor House.
Importante è la caratterizzazione dei personaggi principali e anche di quelli secondari che attraversano la trama.
Argentero è bravo, convincente, rassicurante, intenso, regge da solo gran parte della fiction, e alla fine la trama convince, avvince, commuove. Rimane pur sempre un prodotto italiano con tutti i suoi limiti, ma per ora  mi sta davvero intrigando.
Su Raiplay.

domenica 8 novembre 2020

Tolo Tolo


 E così su sky è arrivato Tolo Tolo film del 2020 diretto e interpretato da Checco Zalone (Luca Medici) con la sceneggiatura in tandem al bravo Virzì.

Il fatto che questo ennesimo film di Medici abbia battuto diversi record di incasso al botteghino la dice lunga sulla condizione del nostro cinema.

Guardandolo mi aspettavo di tutto, un film di denuncia, un film di parte, una strizzatina d'occhio al buonismo italico che attraversa trasversalmente la cosiddetta sinistra italiana fino alle porte della Santa Sede che da ogni pulpito invita all'accoglienza.

Non mi aspettavo un film razzista o generalista che forse avrebbe trovato molti consensi nel pubblico dei cine panettoni italiani, lo stesso che inizia un discorso dicendo prima gli italiani e magari lo stesso che paga in nero lavoratori extra comunitari per la raccolta dei pomodori.

Invece il film riesce ad affrontare un tema delicatissimo come quello dell'accoglienza e della migrazione con furbizia ponendo il protagonista dalla parte dei migranti.

Riesce anche a fare ridere e sorridere,  mi ricorda in parte Benigni, un altro maestro nel trattare temi drammatici con leggerezza (la vita è bella).

Il film è una favoletta con tanto di cartone animato finale davvero esilarante, invita all'amore universale,  non consegna ricette allo spettatore, ma leggerezza e generica vicinanza al popolo africano.

Meritava le polemiche? No.

Meritava gli incassi stratosferici? No.

Rimarrà fra i capisaldi del cinema italiano anni duemila? Non credo.

Il film è e rimane una furba manovra commerciale per portare a casa il risultato,  incassare denari e facile consenso e credo che il fine del signor Medici sia questo, quindi tanto di cappello, almeno non  ha raccontato ipocrite fandonie.


sabato 31 ottobre 2020

Nelle viscere di Bologna ... intervista di Radio Budrio


Benedetti podcast che permettono di ascoltare trasmissioni altrimenti perdute, vi confesso che ascolto la zanzara su Radio 24,ma solo i podcast durante il viaggio di andata e ritorno dal lavoro.

Quel delirio creato ad arte dai due conduttori paraddossalmente mi rilassa.

Misteri della mente umana.

A proposito di podcast vi linko quello relativo alla intervista di Mara Generali di Radio Budrio che ringrazio, sono 7 minuti dedicati a Trebbi e alla sua ultima indagine.

La potete ascoltare qui

venerdì 30 ottobre 2020

Nelle viscere di Bologna prima presentazione online


 

Massimo Fagnoni, affermato autore bolognese di gialli noir seriali, sarà nostro ospite per presentare il suo nuovissimo romanzo della serie di Galeazzo Trebbi: "Nelle viscere di Bologna", uscito con l'editore Fratelli Frilli da poco più di un mese. Un'indagine che porta il protagonista a ricadere in ricordi di un passato recente che gli ha lasciato rimorsi, sensi di colpa e grande incertezza. Un romanzo che l'esperienza formativa e professionale dell'autore, contribuisce a rendere profondamente verista.
A breve pubblicheremo il link con cui partecipare all'Incontro, sulla nostra pagina Facebook e su Youtube. 

Queste le indicazioni, poi pubblicherò il link per partecipare alla prima presentazione online del romanzo.

Piove sul bagnato ma non ci dobbiamo arrendere, vi aspetto su facebook e su YouTube il 6 novembre alle 21

mercoledì 28 ottobre 2020

Nelle viscere di Bologna ... prima recensione


 Scopro, vagando in rete, la prima recensione in merito al mio ultimo romanzo, Nelle viscere di Bologna edito da Frilli.

La recensione è davvero commovente nella sua completezza e nell'analisi, una cura ricostituente per la mia smania creativa.

Comincio a pensare di avere  talento quando leggo certe recensioni, la mia auto stima si rinforza.

Vi allego il link merita i quattro  minuti utili alla lettura.

 

Sopra alcune citazioni sempre tratte dal romanzo davvero soprendenti.

Ringrazio l'autrice Angelarosa Weiler

sabato 17 ottobre 2020

The umbrella academy


 

Che belli i fumetti, che belli i super eroi.

Ho visto la seconda stagione dedicata a questa fantastica e sconclusionata famiglia di mostri buoni, ognuno con il suo super potere, tutti a cercare di salvare il mondo da loro stessi.

Serie divertente, spettacolare, esplora, come spesso capita, aspetti caratteriali del genere umano mentre gli effetti specilai si sprecano.

Qui si parla anche del famoso attentato di Dallas dove fu ucciso kennedy con diverse possibilità alternative.

Pensate, quando ero giovane ero convinto che Kennedy fosse una sorta di super eroe buono, mi sa che mi sbagliavo.

Su netflix

giovedì 15 ottobre 2020

Io ti cercherò


 

 

Nuova fiction Rai per il bravo Gassmann, ne riflettevo l'altra sera guardando le prime due puntate, pur non avendo il carisma del padre Alessandro Gasman lo ricorda ma con una sua specifica qualità.

In un ruolo drammatico ma realistico funziona bene, convince, con quella fisicità naturale.

La fiction è dura, si svolge nella periferia romana una volta tanto descritta con  stile graffiante, non so come si evolverà la serie, ma per ora convince,

Una volta tanto un prodotto dignitoso in casa Rai?

Vedremo

giovedì 8 ottobre 2020

La confraternita dei Sikuri


Su questo romanzo ho sentito diverse opinioni, alcuni lo amano, altri lo trovano improbabile, altri non capiscono la fine, altri si sono stupiti e spaventati per alcuni aspetti della rete sui quali non avevano mai riflettuto.

Io vi consiglio la nuova recensione, puntuale e intelligente la trovate qui ed è della Bottega del giallo

domenica 27 settembre 2020

Petra


E dopo la definitiva stroncatura di Candice Renoir posso serenamente tessere le lodi della bravissima Cortellesi, una delle migliori attrici italiane in questi anni di decadenza.

Petra è una serie sky tratta dai romanzi di una scrittrice spagnola che non conosco, Alicia Gimenez Bartlett.

Confesso che non prediligo le poliziotte nei romanzi come nelle fiction, con le debite eccezioni.

Petra è un personaggio originale, una donna libera con la giusta dose di cinismo e la forza di chi non può farsi contaminare da sentimenti o legami.

Lavora in coppia con un poliziotto anziano e disilluso che compensa il cinismo della collega con una sensibilità quasi femminile, interpretato da un bravissimo Andrea Pennacchi.

Sullo sfondo una Genova per me sconosciuta e davvero suggestiva.

Quattro episodi nei quali il nero della vicenda serve a sottolineare la complessità dei due personaggi principali.

giovedì 24 settembre 2020

Candice Renoir


 

Serie francese, la classica commedia giallo rosa, la guardavo nei momenti vuoti, soprattutto per rilassarmi, la bella poliziotta formosa e divertente, con famiglia ingombrante al seguito, le indagini improbabili, i molti amanti e la costa francese.

Poi nell'ultima stagione in corso, anzinella penultima, la sesta, durante una puntata uno psicologo cerca di risolvere i problemi di relazione di Candice con il suo bel commissario con il quale ha un rapporto di odio amore.

I due si risvegliano il giorno dopo dentro il corpo dell'altro, come in un brutto film di fantascienza.

Sono rimasto talmente male che dovevo scriverlo da qualche parte.

Una volta tanto il premio per la peggiore fiction televisiva non lo assegno a un italiano.

Candice Renoir con te ho chiuso.

domenica 20 settembre 2020

Nelle viscere di Bologna


Ci siamo.

Per gli affezionati lettori che hanno saltato il giro primaverile causa covid nessun timore, il romanzo edito da Minerva con il nuovo capitolo delle indagini del maresciallo Greco è solo rimandato e presto vi saprò indicare una data di uscita. 

Intanto però sta arrivando la nuova avventura del buon Galeazzo Trebbi, per ora solo in versione digitale ma entro settembre 2020 anche cartacea.

Per i possessori di kindle potrete acquistarlo qui

Per chi invece preferisce il Kobo qui 

 

 A presto con altre informazioni adesso vado in spiaggia.

venerdì 11 settembre 2020

Quello che non ti ho mai detto


 Di questa autrice ne avevo già parlato nella recensione di una fiction tratta da un suo romanzo, 

little fires everywhere.


Stimolato da quella fiction ho scaricato sul mio kobo "Quello che non ti ho mai detto" e mi è piaciuto.
Ancora una volta il tema è l'integrazione razziale in un'America anni 70, ma non è semplicemente un argomento a sfondo politico, è più sociologico, antropologico.
Attraverso le vite dei componenti di una famiglia mista, madre americana, padre americano di origini cinesi e tre figli, osserviamo, da dentro, le anime dei diversi personaggi alla dissoluzione del sogno americano, alla disperazione dell'incomunicabilità,alla sconfitta dell'amore nei confronti del quieto vivere.
La caratterizzazione dei personaggi è brutalmente perfetta, la storia è di quelle che non puoi mollare fino all'ultima pagina, l'atmosfera cupa, claustrofobica, senza speranze accompagna il lettore fino a una conclusione solo in parte consolatoria.
Leggendo il post finale scopro un lavoro di 6 anni alla base del romanzo e un esercito di collaborazioni.
Forse il successo di un'opera a volte non è casuale ma un vero progetto studiato scientificamente a tavolino.


domenica 6 settembre 2020

la dittatura del gourmet


 

Trebbi e Montalbano la pensano come me, mangiare in un qualsiasi ristorante, trattoria, bettola, bar, osteria, deve assolvere un compito riempirci la pancia nel migliore dei modi.

Invecchiando i miei appetiti sono cambiati, sono meno famelico ma non per questo mi accontento, mi piace decidere quando mi siedo in un qualsiasi locale, cosa mangerò, come dovrà essere condito o scondito, la composizione del piatto.

In linea di massima mi affido al menù, a volte con qualche piccola correzione dovuta alla dieta.

Ieri sera sono entrato, per errore, in una trattoria che un tempo proponeva un menù di pesce normale, come piace a me che sono abbastanza normale.

Nel corso di un anno il ristorante ha cambiato chef e con lui stile, adesso il cliente deve adeguarsi al menù che è uno e non negoziabile.

Ormai ero seduto e ho scelto alcuni piatti.

Erano buoni, ben curati, e potevano sfamare una persona con un appetito davvero piccolo, non me.

Morale, la cucina gourmet non mi piace, non sopporto che anche al ristorante qualcuno ti imponga cosa devi mangiare, è una cucina cara, raffinata, insoddisfacente e non adatta a palati semplici come il mio o quello di Trebbi.

Anni di trasmissioni dedicate alla cucina, anni di chef stellati e televisivi hanno compiuto il disastro, una nuova dittatura, l'ennesima, alle porte, un esercito di cuochi prepotenti e arroganti che vogliono decidere cosa deve piacerci e quanto lo dobbiamo pagare.

Che tristezza.

martedì 1 settembre 2020

Il silenzio della bassa in edicola 5 settembre


 

Il silenzio della bassa è praticamente esaurito e anche il suo autore, infatti se tutto va bene parto a breve per le ferie.

Posso dirlo a cuor leggero tanto casa mia sarà presidiata da giovani speranze tutto il mese.

Chi non ha potuto acquistare, possedere, leggere, amare la prima avventura del prode Trebbi potrà portare a casa il  romanzo con una  modica spesa grazie al quotidiano IL GIORNALE che uscirà in tutte le edicole del paese sabato 5 settembre.

Che altro dire, vi aspetto in edicola, non mancate l'appuntamento con i silenzi della Bassa.

sabato 29 agosto 2020

è per il tuo bene

Remake di un film spagnolo che per fortuna ho perso ed ennesima occasione perduta.

Commedia dal cast a denominazione di origine controllata, fra i quali spicca un Giallini in forma, ma che è talmente banale e politicamente corretto da irritare fuori misura.

I tre protagonisti maschili sono tre cognati, tre omarini omologati e tipici di una cutura piccolo borghese attenta alle cose che contano, le tre madri sono invece donne sensibili, attente ai mutamenti sociali, progressiste.

Le figlie delle tre coppie hanno amori difficii da sopportare,la figlia dell'avvocato fugge dalle nozze, come nel laureato, per il suo vero amore, una ragazza nera, vegana ed esaperatamente ecologista.

Le altre due figlie scelgono, una un uomo attempato, l'altra un rapper.

I tre padri si coalizzano per evitare le tre unioni indesiderate e nota personale, i tre amori controcorrente delle tre ragazze alternative sono di un'antipatia dirompente a prescindere da ogni valutazione sociale.

La commedia scivola via a fatica, i tre padri dovranno passare dalla fase complottista fino alla consapevole realizzazione che le figlie devono fare ciò che preferiscono della loro vita.

Morale i tre padri sono tre coglioni omofobi, maschilisti, razzisti, fascisti ma alla fine si rendono conto delle loro colpe e si sacrificano per la giusta causa, le tre madri sono madri coraggio e le figlie sono emblemi della libertà di pensiero.

Ipocrisia, banalità, falsità, in un paese che ogni giorno si contraddice e dove nessuno ha il coraggio di fare una commedia davvero contro corrente dove le contraddizioni esplodono e fanno male.Questa  è la ennesima dimostrazione di come la nostra italietta sia condizionata dal terrore di ammettere che la realtà  spesso è lontana da ogni possibile ideologia.

Mi viene in mente Crash-contatto fisico un film del 2004 con un magistrale Matt Dillon, dove  le contraddizioni della società americana emergono senza ipocrisie mettendo a nudo i personaggi.

Quello era un film, questa è una brutta commedia italiana.

 

giovedì 27 agosto 2020

il silenzio della bassa









Il  primo romanzo della serie TREBBI il mio primo vero successo editoriale, ormai esaurito e miracolosamente acquistato dal quotidiano IL GIORNALE che allegherà copia del libro  in edicola il 5 settembre 2020.

Il romanzo avrà una diffusione di 30000 copie su tutto il territorio nazionale, un'occasione ghiotta per chi vuole conoscere i miei personaggi con una modesta spesa e per chi non ha potuto portare a casa la prima indagine di Trebbi a causa dell'esaurimento delle copie di magazzino.

Sopra vi lascio un breve video, 4 minuti scarsi, che spero possa incuriosirvi.

Vi aspetto in edicola il 5 settembre.

L'acquisto del quotidiano non è obbligatorio .

😏

domenica 23 agosto 2020

addio dottor House

 

 

 E così finisce un'altra serie terminata in realtà il 21 maggio 2012, otto anni fa.

Io però l'ho vista e in parte rivista in questa estate che rimarrà nella memoria collettiva come l'estate covid, delle mascherine, degli assembramenti e di tutte le altre amenità che compongono al momento il nostro quotidiano. 

Per me è stata invece estate di serie televisive, qualche buona lettura, molto lavoro sia in divisa che dietro il portatile cercando di portare a casa l'ennesimo romanzo di Trebbi.

House mi mancherà, mi mancherà l'atmosfera, l'introspezione psicologica, l'indagine medica, la sua squadra con tutte le diverse mutazioni temporali, mi mancherà terribilmente Wilson (Watson?) e mi mancherà quel grandissimo bastardo di House, mai scontato, mai banale, decisamente cinematorgafico e improbabile ma non per questo meno affascinante e carismatico.

Alla fine come i gatti amano i luoghi ove vivono (così si narra) io amo le fiction che mi accompagnano, perché la vita è sogno o al massimo un romanzo.


martedì 18 agosto 2020

the head

 

 

Produzione di respiro internazionale con molti attori acclamati in netflix e nel complesso un discreto cast, la storia è nota classico caso di survival artico, con molti morti e un mistero, non è casuale che all'inizio della fiction ci sia una citazione al famoso La cosa 

Diciamoci la verità, questa fiction non presenta grandi elementi di originalità, è moderatamente splatter, la trama è abbastanza prevedibile, e le conclusioni decisamente improbabili.

Si consuma facilmente come un ghiacciolo in una giornata agostana.

Niente di più

su Prime Amazon

 

domenica 16 agosto 2020

Cinema italiano a ferragosto


 

 Ieri avevo voglia di relax e dopo una mattinata di sano lavoro in centrale invece di andare a ubriacarmi in una delle tante grigliate sparse per il paese o di infilarmi in una qualsiasi fila verso il mare con i suoi gavettoni distanziati e le mascherine umide di salsedine ho preferito rilassarmi nella mia tana, o castello, e ho deciso di guardare due film italiani rilassanti dei quali vi allego le locandine.

Il primo 7 ore per farti innamorare ha come regista Giampaolo Morelli, bello simpatico, discreto attore, conosciuto ai più nelle vesti di Coliandro. 

La protagonista femminile è Serena Rossi (un posto al sole) bella, sexi, brava cantante, discreta attrice, simpatica, brillante.

Il film si svolge a Napoli, fantastica come sempre.

Mi sono divertito.

E' sufficiente per dire che è buon cinema? Chissà

Il secondo film è Cambio Tutto con Valentina Lodovini.

Lei è brava, bella, divertente, brillante, si parla di donne, della fatica del vivere oggi, della superficialità dominante, dove contano i like e l'apparenza, dove domina ignoranza e pressapochismo, dove una donna anche se di valore deve faticare per imporsi nel nostro modello sociale.

Tutti messaggi sacrosanti raccontati con la leggerezza della commedia brillante.

Mi sono divertito.

E' sufficiente per dire che è buon cinema? Chissà.

 Il cinema italiano continua a essere piccino, la commedia brillante come questa ha il merito di essere di discreta qualità tentando anche di fare riflettere senza ammorbare, è come se gli autori fossero consapevoli che l'italiano medio è talmente ignorante, superficiale e concentrato su se stesso da non riuscire a divertirsi con prodotti più impegnativi, e ci sta, aggiungo che non credo sia problema solo italiano ma mondiale, la civiltà della non comunicazione fra tik tok, instagram, facebook etc etc domina la nostra vita.

Forse anche il cinema sta diventando arte  obsoleta nella civiltà degli spot di 30 secondi.

Forse si investe troppo poco in Italia sul cinema.

Sicuramente il covid non sta aiutando nessuna ripresa.

Però il mio ferragosto è stato divertente e per fortuna è passato

 

martedì 11 agosto 2020

Bordertown

 

 

 

Forse l'ho già scritto, ma una delle idee che rendono Netflix e Amazon Prime tv, rivoluzionarie, è la diffusione della creatività.

Se è vero che l'Italia è piccola e diventa difficile raccontare il crimine rendendolo anche conturbante o western, sicuramente è vero che raccontare il crimine in una terra così definitivamente remota e invernale come la Finlandia è ancora più complicato.

Bordertown è una fiction finlandese e racconta le vicende di una città di confine fra Finlandia e Russia da qui il titolo e pur non brillando per vivacità ha un certo fascino dovuto al protagonista, un investigatore dagli spiccati tratti autistici con un talento particolare per scovare crimini e criminali.

Ma l'altro protagonsta della serie è il paese e la neve e mi capita spesso di chiedermi come sia possibile vivere in un posto dove il freddo e il bianco del ghiaccio la fanno da padrone per gran parte dell'anno.

 La serie mi ispira anche un grande senso di pace, perchè la neve copre tutte le cose e rende più accettabile la solitudine, i silenzi, i personaggi stessi e alla fine vince  donandomi un grande senso di pace, nonostante crimini e delitti.

Su Netflix terza stagione

venerdì 24 luglio 2020

Francesco Gabbani - Il Sudore Ci Appiccica (Official Music Video)




E' arrivata l'estate ma non ce ne siamo accorti, fra disdette di voli aerei, ferie dimenticate, statistiche covid quotidiane e fondi europei tanto gonfi quanto illusori, siamo alle prese con una nuova depressione quella determinata dall'incertezza per il presente, per il futuro, per il lavoro e ... che palle, quindi tra l'altro ti volevo dire che la vita non è male e vi lascio con il nuovo video di Gabbani, che mi piace.
Mi piace lui un maturo musicista italiano che da qualche anno non sbaglia un colpo.
Alla fine ti racconta che non è mai troppo tardi per trovare il successo.
Buona estate e buona vita

mercoledì 22 luglio 2020

Mattia Torre su Sky





Ho guardato, tutto d'un fiato e in  notturna solitudine, il ricordo di Mattia Torre tributatogli al teatro Ambra Jovinelli di Roma dove sul palco si sono succeduti diversi attori, comici, registi, amici di Mattia.
Sarà la vecchiaia incipiente ma mi sono spesso commosso durante la visione, mi sono anche divertito perché alcuni personaggi pure nel dolore sono riusciti a esprimere ciò che Mattia forse avrebbe desiderato, una parte della loro essenza creativa.
Per chi ha amato Boris e negli ultimi anni La linea verticale, Liberi tutti, Figli, insomma chi come me ha riso, pianto, si è appassionato con la sua genialità pur vivendo lontanissimo da quella rutilante realtà romana, non può perdersi l' omaggio a un uomo che davvero ci ha lasciato orfani troppo presto della sua evidente capacità creativa.
L'omaggio a Mattia Torre a un anno dalla sua morte lo trovate in diverse forme su Sky fino alla fine della settimana.

mercoledì 15 luglio 2020

little fires everywhere




Non ho letto il romanzo e non lo leggerò, ma chi lo ha scritto, una donna, e non poteva essere altrimenti, è geniale.
La realizzazione televisiva è spettacolare, con le due attrici protagoniste assolute che potete vedere sopra.
Reese Whiterspoone l'avevo già notata in Big Little Lies ed è perfetta nel ruolo della tipica donna americana borghese, ricca e infelice.
Kerry Washington l'avevo vista  in Scandal dove aveva dimostrato tutta la sua bravura pure in una fiction improbabile e patinata che poi ho abbandonato per noia.
Nella realizzazione televisiva di questo romanzo le due attrici danno il meglio del loro talento in una trama davvero sorprendente.
Finalmente un taglio che esce dai consueti filoni donna eroica, madre coraggio, politicamente corretto.
Nella vicenda non ci sono buoni assoluti, non emerge, con la consueta stucchevole matrice pseudo progressista, una vicenda antirazzista, femminista, anti omofoba.
Protagonista è la vicenda.
I due personaggi femminili sono tanto potenti quanto detestabili.
Due madri arroganti, infelici, in fuga dalla realtà.
Le vere vittime sono i figli plagiati, abusati, costretti a modelli sociali ai quali si ribellano.
Anche tutta la parte inerente all'integrazione razziale è interessante e mai retorica.
Senza entrare nei dettagli una storia nera, avvinvente, incalzante.
Una boccata di ossigeno in un mondo intriso di retorica populista, poco importa se di destra o sinistra.
Su Prime.

sabato 4 luglio 2020

modern family




Solitamente guardo Modern family a pranzo, prima di andare al lavoro, quando il mio turno è pomeridiano.
Questa famiglia allargata, improbabile, solare, progressista, esilarante, antirazzista, ha la capacità di donarmi il buon umore.
A differenza del cinismo del dottor House con il quale mi identifico maggiormente, da questa serie ricevo solo buone vibrazioni.
So che è una favola e che la realtà è altrove, ma chi se ne frega.
Ottimi interpreti, ottima regia e sceneggiatura.
La trovate ovunque, su Sky, ma anche su Netflix e Prime, ma guardatela dalla prima stagione, merita seguire la cronologia.

domenica 21 giugno 2020

l'ospite




Il cinema italiano ...
L'ospite è un film italiano di Duccio Chiarini regista toscano, classe 77.
Finalmente un film leggero che riesce a realizzare l'obiettivo di un film, intrattenere, divertire, stimolare la riflessione.
Personalmente mi sono ritrovato a osservare dal mio scranno privilegiato di sessantenne relativamente appagato, l'universo evanescente, confuso, precario, di tanti quarantenni italiani, incastrati fra lavori effimeri, scarse prospettive esistenziali, un quotidiano rarefatto e nel complesso le dinamiche che io vivevo quando avevo fra i venti e i trent'anni.
La sensazione è che con l'allungamento della vita si siano spostati in avanti i processi di maturazione, ma come qualsiasi sociologo potrebbe spiegare la realtà è più banale.
In un paese arretrato come il nostro non esistono reali certezze quindi non si fanno figli, non si costruiscono rapporti significativi e spesso ci si ritrova a vagare da una situazione all'altra senza rendersi conto che il tempo scorre veloce e non concede deroghe.
Il nostro personaggio passa da un divano all'altro alla ricerca di qualcosa che non tenta di definire, divenendo a sua volta testimone delle miserie altrui.
Leggero, pregevole, bene interpretato, mi ha ricordato in alcuni passaggi le mie serate di ventenne incompiuto quando frequentavo luoghi e vedevo gente.
Nessuna nostalgia per quel tempo.
Su Sky

domenica 14 giugno 2020

diamanti grezzi




Ho fatto fatica ad arrivare fino alla fine di questo film e non perché brutto, anzi, ma se siete sensibili e ansiosi non guardatelo.
Il protagonista è Adam Sandler.
Istrionico attore americano buono per tutte le stagioni, nato da quella fucina che fu il Saturday Night live.
Ma non aspettatevi nulla di comico nella vicenda al cardiopalma di questo gioielliere ebreo senza scrupoli e inibizioni che rincorre vorticosamente, per tutta la vicenda, denaro e forse il prestigio mai davvero riconosciutogli nella sua comunità.
Un variegato carosello di personaggi fa da corollario al suo ruolo da protagonista e non vi svelo la trama perché il film va visto tutto di un fiato come un'immersione in apnea e se siete, come me, suggestionabili, non potrete rimanere indifferenti alle disavventure di questo sfortunato commerciante di diamanti grezzi.
Su Sky

sabato 6 giugno 2020

better call saul




La quinta stagione è finita e rimane l'ansia di sapere cosa accadrà dopo, questa è vera magia.
Parte della mia vita scorre attraverso le immagini e le parole di tanta fiction e tanta narrativa.
Better Call Saul non fa eccezione, rinnova il fascino di Breaking  Bad esaltando alcuni personaggi davvero notevoli, primo fra tutti l'avvocato Jimmi Mc Gill, poi Jonathan Banks, un incredibile Mike, che nonostante l'evidente incedere degli anni acquista in questo prequel il ruolo carismatico che merita, sia per la bravura dell'interpretazione che per la sceneggiatura impeccabile.
Perché diciamolo, ciò che rende questa produzione una delle più interessanti in circolazione è la sceneggiatura, unita a una regia magistrale e infine l'atmosfera drammatica, senza sperazanza, a tratti grottesca che ti coinvolge trascinandoti nell'inferno in terra che pervade le vite dei diversi protagonisti.
Attendiamo l'ultima stagione trepidanti, o come me desiderosi sia di vederla che di porre fine alle angoscianti vicende dell'avvocato più simpatico in circolazione.
Su Netflix

giovedì 4 giugno 2020

il bibliotecario ... nuova recensione





Torna l'amico della porta accanto, quello strano, poi neanche tanto, bibliotecario di via Gorki, l'uomo senza qualità che si trova, suo malgrado, ad attraversare il confine oltre il quale le scelte non sono più modificabili e si è costretti ad affrontare le conseguenze delle nostre decisioni.
Trovate una nuova recensione del romanzo qui.
Il romanzo, invece, in versione caratcea o digitale lo trovate qui.


sabato 23 maggio 2020

La confraternita ... recensione di Milano Nera









L'amico Mirko Giacchetti ha, come al solito, centrato l'obiettivo, regalandomi una recensione della Confraternita dei Sikuri, come al solito approfondita e unica, come lui riesce a fare.
Grazie Mirko, grazie Milano Nera.
Se volete leggerla la trovate qui

martedì 19 maggio 2020

C'era una volta a Hollywood





Credo che Tarantino sia persona fortunata perché nella vita ha realizzato alcuni dei suoi sogni, come fare il cinema che gli piace e celebrare quello più amato, dagli spaghetti western ai film di Bruce Lee.
Credo anche che il suo unico vero capolavoro rimanga Pulp Fiction anche se a me sono piaciuti, per altri motivi, Kill Bill 1 e 2.
C'era una volta Hollywood non mi è piaciuto, l'ho trovato monco, una sorta di storia nella storia, la vicenda di un attore alcolizzato e della sua controfigura/autista abbastanza inconsistente.
Bravini i due protagonisti, niente di più, niente di mitico o memorabile, un omaggio in stile Tarantino a un'Hollywood remota, affascinante, immaginaria e favolesca ma tracciata per sommi capi in pochi giorni di una famosa estate del 69.
Unica perla nel film è la vicenda che coinvolse la sensuale Sahron Tate, l'eccidio di Cielo Drive,  e la rivisitazione di Tarantino. In quella parte del film si percepisce il consueto guizzo di genio, la sua interpretazione salvifica di una brutta storia che sicuramente scosse le coscienze di mezzo mondo.
Forse quei pochi minuti di film lo salvano, sicuramente riconciliano quelli che come me hanno sempre fatto il tifo per la bellezza di Sharon Tate contro l' insensatezza dei proseliti di Manson.
Su Sky

martedì 12 maggio 2020

parasite





Vi confesso che non guardo il cinema orientale, i cinesi mi spiazzano, gli ultimi film che si avvicinano, come idea, e che ho amato, sono giapponesi, del grande Kurosawa, quando li ho visti avevo vent'anni, la testa piena di arti marziali, morti eroiche, cinema d'autore.
Parasite è un film coreano e la Corea già l'avevo sbirciata guardando Pekino express, un mondo remoto e affascinante, proprio perché alieno e lontano da qualsiasi mio riferimento culturale.
Parasite mi è stato suggerito dall'ala giovane della famiglia, che avesse vinto un oscar non era importante, non mi fido di giurie e premi.
Il film mi è piaciuto, una black comedy, grottesca e graffiante, comica e angosciante, contro corrente e deflagrante.
Bella l'idea di inserire la canzone del giovane Morandi, tanto fuori contesto da diventare unificante.
Il mondo è piccolissimo in realtà e siamo tutti o parassiti, o creatori di parassiti, o vittime di parassiti.
E alla fine solo quelli sopravviveranno, loro il covid se lo bevono a colazione.
Su sky.

sabato 9 maggio 2020

Figli





Mattia  Torre brillante sceneggiatore romano prematuramente scomparso e autore di alcune perle della produzione televisiva italiana, fra tutti Boris che potrete vedere, se non l'avete mai fatto, su Netflix, ci ha lasciati in eredità una commedia agrodolce dedicata a uno dei nostri motivi di essere in questo mondo, i figli.
Mattia Torre con intelligenza e ironia, affronta il tema dell'essere genitori oggi, in un'Italia che ha perso le proprie radici, e  la naturale propensione a procreare.
Perché mettere al mondo figli  in un paese che poco o nulla fa per favorire le famiglie?
Quale ragione esistenziale o filosofica sta alla base dell'insano gesto di generare figli?
Mattia, che sicuramente ha molto amato i suoi figli, affronta il tema raccontando nevrosi, angosce, paradossi, contraddizioni del nostro vivere.
Emerge un paese che ha perso, insieme alla voglia di procreare, qualsiasi bussola morale, etica, un paese composto da milioni di individualisti, da milioni di precari, che cercano in qualche modo di rimanere a galla fra rapporti di coppia fragilissmi, lavori male pagati e misteriosi.
Mattia Torre aveva l'indubbio talento di scavare nella società italiana facendo emergere con feroce lucidità le nostre debolezze.
Perdere talenti come il suo non è solo un lutto ma una sconfitta intellettuale.
Figli potete vederlo su Sky

giovedì 7 maggio 2020

On writing







Mi piacciono le biografie dei grandi, di quelli che ce l'hanno fatta, hanno realizzato un sogno, quello di vivere e bene con il loro talento, conquistando fama, denaro e immortalità.
In Sicilia, a Punta Secca, una giovane barista conosceva tutta la produzione letteraria di Stephen King, compreso l'ultimo romanzo che ho letto durante la vacanza, e che mi ha sostanzialmente deluso. l'istituto partito con slancio ha perso mordente nella seconda parte.
On writing invece, pubblicato nel 2000, nonostante sia datato mostra alcuni aspetti fondamentali dello scrivere è interessante per un qualsiasi scrittore e come tutti gli scritti sull'argomento è soggettivo, con l'aggiunta della sua creatività e simpatia.
Racconta della sua infanzia/adolescenza, non so quanto sia vero ciò che scrive ma almeno divertente.
A differenza di altri scritti sul tema King lascia aperti diversi scenari, non celebra i corsi di formazione, anzi li trova inutili e in questo non posso che essere d'accordo.
Alcune sue dritte sono illuminanti nella loro semplice pragmaticità.
Poi alla fine,  amici scrittori, sappiamo che non esistono ricette, solo il lavoro, per ognuno soggettivo, la fatica, il talento, che esiste, è tangibile e non acquistabile, nemmeno su amazon,   la fortuna, e la miseria bastarda che affligge la maggiore parte di noi.
Senza un vero lavoro, diciamolo, saremmo in molti sotto un ponte,  bravi e non.

On wrting lo portate a casa con meno di 10 euro su amazon, cartaceo.
On writing


mercoledì 22 aprile 2020

Preacher




E così sono arrivato a Preacher e chi mi conosce sa che io le serie le divoravo prima del virus e continuerò a guardarle dopo, ho iniziato con Rin tin tin, e Padre Tobia, finirò di guardarle solo quando sarò costretto e non stupitevi quindi se oggi vi accenno a questa fiction giunta alla quarta stagione e ultima, della quale avevo sentito parlare rimandando sempre la visione, preso da mille cose, quasi tutte piacevolmente impegnative.
Preacher è tratto da un fumetto, lo scrittore Garth Ennis, il disegnatore Steve Dillon, purtroppo scomparso quattro anni fa.


Nella mia vita, prima sono arrivati i fumetti, insieme a Salgari e Verne e subito dopo la televisione.
Se fossi nato negli anni 90, forse adesso farei l'analista programmatore, l'inventore di video games, o ancora una volta lo sbirro metropolitano che alla fine è il lavoro che prediligo, però la feroce creatività di certi prodotti mi attira, fiction irriverenti, al limite della blasfemia, contro tutto ciò che c'è di sacro ma nonostante ciò colme di un sacro e furibondo entusiasmo, dove i personaggi sono davvero contro corrente, non super eroi, non buoni, non corretti.
Ma divertenti quanto deve essere la creatività, e allora divertitevi con le avventure del predicatore più cattivo del mondo, su Amazon Prime.

martedì 21 aprile 2020

the widow







 

Sull'onda dell'entusiasmo per le due stagioni di The missing 
Ho deciso di guardare The Widow che trovate sempre su Amazon Prime e devo ammettere che questa serie è stata deludente, comunque non all'altezza delle prime due.
La bella protagonista che parte per il Congo alla ricerca del marito morto presunto in un incidente aereo non convince.
La storia è troppo inverosimile, salgariana direi e il prodotto seppur piacevole non decolla.
Pregevole l'interpretazione di Charles Dance.
 

giovedì 16 aprile 2020

the missing





In questo periodo di arresti domiciliari gli atteggiamenti sono diversificati, ci sono quelli che rimagono incollati ai tanti organi di informazione in attesa del libera tutti, quelli che si angosciano provandosi la febbre più volte al giorno, poi ci sono quelli che cercano programmi per distrarsi.
The missing è uno dei prodotti più distraente in commercio perché ti libera per qualche ora dall'angoscia del virus per catapultarti nel peggiore incubo, quello della scomparsa di una persona cara e chi è più caro di un figlio di 5 anni?
La prima vicenda composta da 8 puntate narra la disavventura di una coppia di inglesi in vacanza in Francia alla quale viene rapito il figlioletto.
Se avete bimbi piccoli sconsiglio la visione.
Trama serrata, senza speranze, interpretazione di alto livello, il poliziotto che indaga sulla vicenda è un noto attore francese Tchéky Karyo (Nikita), la storia si svolge su due livelli temporali 2006 e 2014.
Farete fatica a non distrarvi dai vostri crucci e forse vi dimenticherete di provarvi la febbre, però precipiterete nel loro incubo, quello purtroppo troppo spesso vissuto nella vita reale.
Su Prime Amazon

sabato 4 aprile 2020

It




Ho letto il romanzo, ho guardato tutte le realizzazioni cinematografiche precedenti, compresa una mini serie realizzata per la televisione.

Trasporre un romanzo come It in immagini è davvero un lavoro difficile e devo ammettere che questo ultimo lavoro del 2017, è quello che preferisco.

Meglio gli effetti speciali,  ben calibrati, più interessante la trama che si discosta dall'opera originale introducendo alcuni aspetti sociali e tratti caratteriali dei diversi personaggi molto riusciti.

It, per certi aspetti, si trasforma da icona dell'Horror targato King, con tutti i vari corollari che derivano dal suo innato talento di affabulatore, in una sorta di parabola densa di metafore e richiami al nostro vivere, alle difficoltà della crescita, alla miseria morale di tanti luoghi, alla possibilità sempre presente nella storia di ognuno di noi di risorgere anche quando tutto sembra perduto.

Dovrò guardarmi anche la seconda puntata, ma temo non sarà all'altezza del primo capitolo.

Su Netflix

venerdì 20 marzo 2020

domenica 15 marzo 2020

Le priorità




No, non vi parlerò della bestia che sta divorando i nostri giorni.
Vi parlerò di priorità e se ci pensate esse mutano seguendo i tempi.
Quali saranno state le priorità dei nostri nonni quelli che non avevano da mangiare e si riparavano nei rifugi in attesa della fine del bombardamento?
Impossibile saperlo, noi non c'eravamo e sbadigliamo a tratti quando uno degli ultimi sopravvissuti con gli occhi lucidi ci racconta un frammento di ricordo.
Noi oggi abbiamo diverse opportunità, lo so sembra consolatorio, ma in realtà l'essere umano ha alcune virtù,  imparare dall'esperienza e  adattarsi alle situazioni.
In questo periodo ho iniziato un nuovo romanzo, semplicemente perché ho terminato quello al quale lavoravo da un anno e non lascio passare mai troppo tempo fra un romanzo e l'altro.
Sarà un indagine di Trebbi e si svolgerà in questo infausto periodo, perché la Terra continua a girare intorno al Sole e la gente continua a commettere crimini in qualsiasi condizione, quindi gli scrittori continuano a inventare storie, l'attuale situazione sarà solo lo sfondo di una nuova vicenda nera e umana, come tutti i miei romanzi.
Le mie priorità? Uscirne vivo, proteggere le persone che amo e fare il mio dovere tutti i giorni, non possono essere diverse e immagino siano le vostre.
Infine sperare.
Sperare di potere tornare a Punta Secca e riabbracciare gli amici siciliani, passeggiare sulla spiaggia che potete vedere in fotografia, nuotare e mangiare pesce da Enzo.
Sperare che tutto ricominci a funzionare, magari in maniera migliore.
Questa è l'opportunità di cui parlavo prima.
Impariamo dall'esperienza, non indulgo mai nella retorica o nel buonismo, lungi da me, però in questi giorni, isteria a parte, sta emergendo l'Italia migliore, quella che si rimbocca le maniche e non si piange addosso, cerchiamo di ricordarci di cosa siamo in grado di mettere in campo e facciamone tesoro per quando tutto sarà finito.
In questo modo sarà più facile fare fronte ai danni inevitabili che questa vicenda sta provocando.
Un saluto da Trebbi, molto seccato, non può andare in piscina e non può mangiare tortellini in brodo dalla Gigina, ma sa che passerà e intanto si legge un buon libro.