mercoledì 31 ottobre 2012

regionali in Sicilia



Belli questi giovani siciliani. Mi ero ripromesso di scrivere un post sulla Sicilia, al secondo anno di vacanze nel catanese, dopo avere visitato e respirato i luoghi per me più affascinanti dell' isola e mi rendo conto di essere parziale, ma mi piace troppo Ragusa, Noto, Avola, Siracusa e tutta la zona che da Catania arriva fino alla punta estrema della Sicilia.
Ne ho parlato anche nel mio ultimo romanzo che sto ultimando in questi giorni.
La Sicilia è regione magica e luogo dove mi piacerebbe vivere la mia vecchiaia.
C'è il discorso delle regole, ci sono problemi storici, politici, strutturali, ma dall'altra parte c'è la cultura siciliana, l'ospitalità della gente, la loro voglia di parlare, di comunicare , di mettersi in discussione, poi c'è il mare, il cibo, il clima.
Adesso ci sono anche questi giovani siciliani e ha vinto il centrosinistra.
Devo illudermi che sia arrivata una svolta definitiva? Che Cosa Nostra sia debellata?
Non scherziamo.
Però guardando quelle facce di giovani mi si apre il cuore, forse non è tutto perduto, forse abbiamo ancora una speranza, forse andrò a votare nel 2013, forse.

domenica 28 ottobre 2012

la Fornero e gli schizzinosi



Sono in ospedale, uno qualsiasi, per motivi familiari, niente di grave.
Vado al bar, uno qualsiasi, uno di quelli amministrati dalla grossa cooperazione che a Bologna gestisce la consumazione.
Al bar c'è il mondo, è ora di colazione, medici, pazienti in pigiama, parenti dei pazienti, gente come me in attesa di una visita, di un referto, di una sentenza.
Ci sono anche due piccoli zingari che chiedono la questua.
E c'è una grande confusione, come di solito in questi posti all'ora di punta.
L'italiano medio al banco ordina ciò che ha imparato a prediligere nel corso di una vita di consumatore e dall'altra parte ci sono due ragazzi.
Lui avrà vent'anni, leggermente sovrappeso, un cuore rosso tatuato sul lato destro del collo, due occhi chiari, grandi e luminosi e un sorriso allegro, sembra quasi felice.
Saluta tutti, ringrazia e incassa ordini assurdi senza fare una piega:
un caffè normale, uno basso, uno alto, uno macchiato, una nuvola, un deca, uno corretto, e mi volto per vedere chi beve caffè corretto alle otto di mattina, un ginseng  e così a ruota libera senza tregua.
Lui memorizza e passa gli ordini, ripetendoli, a una bella mora addetta alla macchina del caffè,  i capelli ricci raccolti sotto il cappellino di cotone immacolato, si volta appena con lo sguardo imbronciato verso di lui per annuire.
E' decisamente di cattivo umore.
Io li guardo e penso che non potrei reggere più di dieci minuti in quel frastuono, poi mi slaccerei il grembiule e scapperei a gambe levate.
Loro invece sono lì e lui sembra anche contento.
Magari è a tempo determinato, part time, magari non arriva a 800 euro al mese, magari è ricco di famiglia ma gli piace fare il barman.

La folla cresce come un mare, arrivano medici e infermieri, hanno fame, hanno sonno, hanno sete, ordinano, consumano, hanno fretta e i due giovani sono solo accessori che servono a dare loro ciò che pagano.
Poi accade una cosa piccola, invisibile.
Ciro, così si chiama il ragazzo, o così lo chiama un collega dalla cassa, avvicina una tazza da cappuccino all'orecchio della bella mora imbronciata e le mormora:

E dai fammi un sorriso ... ascolta ... qui dentro c'è il mare.

E lei volta il viso rosso, per il calore della macchina da caffè, e invece di offenderlo, sorride ... sorride davvero e Ciro lancia la tazza nel lavello per poi ricominciare a prendere ordini.

Questi due schizzinosi  li ho visti davvero, li vedo tutti i giorni e fanno i lavori più fantasiosi, magari non sanno chi è la Fornero  però lavorano, sperano, guadagnano 800 euro al mese e sorridono ascoltando il mare in fondo a una tazza da cappuccino.

Solo per loro vale la pena fare il proprio dovere, per quei giovani lì, quelli schizzinosi.
Per dare loro una speranza di vedere il mare, quello vero, almeno una volta, prima o poi.

giovedì 25 ottobre 2012

una presentazione di Cielo d'agosto : prima, durante, dopo




Prima, di solito prendo un giorno di ferie, perché il giorno della presentazione è la mia festa, mi festeggio, perché solitamente è merito mio se sono riuscito a convincere qualcuno a presentarmi da qualche parte, perché si parlerà di una mia creatura, forse non la più amata, ma sicuramente molto amata nel tempo in cui l'ho scritta, un pò come un amore di quelli veri, che ho avuto in passato e che continuo a ricordare con tenerezza.

La presentazione è un gioco, come canta Ligabue quanto costa fare finta di essere una star ...
Sei lì e ci credi davvero che il tuo sia un buon romanzo, hai già ricevuto buone critiche, ma sai anche che questo mese non ti verranno a cercare i ragazzi dell'Einaudi e Mondadori non sai nemmeno come sia raggiugibile, e Feltrinelli, che ti ha anche ospitato nella sua libreria, non accetta romanzi non richiesti.

Allora decidi di divertirti, trovi uno scrittore come te, più giovane, e più bolognese che scrive romanzi diversi dai tuoi ma decisamente geniali, si fa chiamare Vasco Rialzo e non vi siete mai visti prima, ma tutto funziona alla grande, affinità elettive? Consapevolezza che davvero è solo un gioco? Sicurezza che il pane per i figli e le mogli non arriverà per ora dalla nostra creatività ma dal nostro impiego? Non so, so solo che mi sono divertito, e anche il pubblico si è mediamente divertito, spero, i posti a sedere erano occupati e c'erano anche persone in piedi, e fino a quando la giostra ha girato, per circa 45 minuti, ero Massimo Fagnoni, lo scrittore presentato da Vasco Rialzo lo scrittore.

Poi ho firmato anche qualche copia, ho stretto alcune mani, ho conosciuto Claudio dell'Associazione Il canto 31 di Bologna con la quale collabora il grande Morozzi, ho rivisto amici che non vedevo da tempo come Roberto Amori e oggi il ritorno al lavoro, dopo una settimana di ferie residue, è stato piacevole, perché dalla giostra bisogna scendere prima o poi e tornare alla realtà e io sono uno fortunato, perché l'avventura, il sogno, la speranza si può riaccendere ogni volta che accendo un computer, nel mio bugigattolo, dopo avere lavorato.
Alla fine, come scriveva Agatha Christie:

La vita ha spesso una trama pessima. Preferisco di gran lunga i miei romanzi.

Lì la crisi ci entra solo quando lo decido io.

martedì 23 ottobre 2012

Adéu, romanzo techno




Ho appena terminato Adéu del conterraneo Vasco Rialzo pseudonimo del bolognesissimo Emanuele Cimatti.
Mi sono divertito molto e forse è una delle cose che cerco maggiormente in un romanzo, il divertimento, inteso non solo come la ricerca di motivi per sorridere, ma immersione in una storia con il desiderio di capire dove l'autore vuole andare a parare o ancora meglio il divertimento di immergersi nel mondo che l'autore inventa intorno ai personaggi.
Attenzione io mi sono divertito molto anche quando ho letto American Psicho sotto gli occhi preoccupati di mia moglie e quindi non faccio testo.
Poi cosa mai vorrà dire non faccio testo? Nel senso che non sono in grado di fare nessun testo?
Perdonate il giochino linguistico ma una delle cose più esilaranti del romanzo, per me, sono le considerazioni del protagonista, un insopportabile e simpaticissimo Olindo, dj techno, che dopo avere sfornato un proverbio rimane lì a rimuginare intorno all'insensatezza della cosiddetta saggezza popolare.
Il romanzo ha un ritmo che non sono riuscito ad avvicinare a nessun modello, ma  non conosco tutta la letteratura e non riesco a capire se lo scrittore ha un qualsiasi modello a cui ispirarsi.
Inizialmente mi è tornato alla memoria il Giovane Holden e il suo linguaggio fuori da qualsiasi rotta, ma in Adéu c'è altro.
La punteggiatura, è un'altra novità, l'utilizzo del punto  immediatamente eliminato mentalmente durante la lettura, non interrompe il flusso dell'azione, ma crea un ritmo che non so se sia techno, io manco la conosco quella sorta di delirio musicale, però funziona.
A proposito del linguaggio, è esplicito, volgare, provocatorio, totale, ma alla fine deve essere tale, mi ha permesso di sintonizzarmi con il personaggio per le strade di Barcellona, mangiando tapas fino a farsi scoppiare il fegato e bevendo vino tinto fino a svenire.
Un' orgia dei sensi, un gioco di ruolo dove per il tempo di un romanzo rinnego tutti i valori che hanno fatto di me un così bravo omarino per trasformarmi in un ingordo quarantenne bolognese che riesce a fare sesso con due splendide cubiste spagnole in maniera anche abbastanza realistica.

E' un capolavoro? Non credo, ma funziona, mi ha divertito assai e mi piacerebbe ritrovare Olindo in qualche nuova avventura, senza morti e feriti come nelle mie, ma indigestioni e sesso a volontà.

domenica 21 ottobre 2012

sono stato ad Auschwitz



Perché qualcuno mi ha chiesto?
Mi sono semplicemente aggregato a un mini gruppo di studenti interessati a quel pezzetto di storia.
L'orrore, che tanto bene viene citato da Brando in Apocalipse now, che non è altro se non la trasposizione  e rielaborazione   del romanzo di Conrad, Cuore di tenebra, fatta da un magistrale Coppola, dicevo l'orrore privo di retorica e  luoghi comuni è tutto concentrato in quel pezzo di terra polacca.
Forse è per questo che molti non ci andrebbero mai.
Forse è per questo che molti hanno provato addirittura a negarne l'esistenza.
Ma la pietra rossa che vedete, i binari del treno che portava fino a Birkenau i deportati e condannati a una vita brevissima e piena di sofferenze e umiliazioni indicibili, dicevo la pietra rossa è ancora là, come anche i blocchi che potrete trovare trasformati in museo all'interno di Auschwitz.

Ho cercato di guardare solo alcuni particolari di quel luogo dove è facilissimo perdersi nel generico pietismo collettivo davanti alle migliaia di scarpe, valige e pennelli da barba esposti in grandi teche.

Ho cercato alcune di quelle immagini, di quelle foto segnaletiche, centinaia, che sancivano la trasformazione di uomini, donne e bambini liberi,  in schiavi.

Ho letto alcune biografie, a caso, cercando di tradurle dall'inglese, e con fatica ho cercato di sentire una compartecipazione con quegli sguardi, quei visi scavati, tutti uguali nella disperazione e nella assoluta consapevolezza della fine imminente.
Morte intellettuale, prima che fisica.

Chiaramente mi sono fatto distrarre dalle classi in gita da diversi luoghi della Polonia e dell'Europa, alla fine mi facevano male i piedi e avevo fame.

Non ce l'ho fatta a sentire ciò che cercavo, come al solito assuefatto come tanti alle mie nevrosi, non ho sentito fluire nulla oltre alla consapevolezza che in quel luogo è avvenuto uno dei più grandi misfatti della nostra storia recente, non unico, ma sicuramente il più ufficializzato.

E' un viaggio che mi sento di consigliare a persone che non hanno paura di guardare in faccia la realtà e che non stiano attraversando un periodo di depressione.

Le valutazioni, le emozioni, e tutto il resto rimane materia assolutamente soggettiva.

Cracovia, città che dista circa un' ora di autobus, è bellissima, e si mangia davvero abbastanza male.

mercoledì 17 ottobre 2012

ma gli androidi sognano pecore elettriche?



Non mi aspettavo questo romanzo leggendo la storia che ha ispirato uno dei film che io amo di più.
Blade Runner.
Il libro è del 68, quarantadue anni fa e per me è fresco come acqua di fonte, scivola leggero forse perché parla di decadenza e di oggetti effimeri che riempiono l'immaginario di uomini e donne soli che si aggirano in una città buia e disperata senza prospettive, perché il futuro è altrove emigrato in altri pianeti.
Forse la fantascienza rimane una delle possibilità di fuga divertente in un universo editoriale zeppo di calciatori, veline, cantanti melodici e politici delusi tutti intenti a scrivere e a farsi scrivere.
Philip K. Dick era davvero grande, il suo personaggio principale ha una pecora elettrica in giardino ma vorrebbe un animale vero, status simbol in una società che non sa più da che parte andare.
Non è geniale?
Allucinato, attuale, poetico e brutale.
Dentro c'è davvero Marlowe, il futuro, il passato e l' universo in dissoluzione rapida.
Dentro c'è anche Brazil film gigantesco che ha molte affinità con Blade Runner complementare e ancora più intrigante nella sua genialità.
Adesso appena conclusa la lettura di Adéu del mio conterraneo Rialzo, mi dedicherò alla svastica sul sole appena tornato da Cracovia.
























































































 

sabato 13 ottobre 2012

Ultima presentazione di Cielo d'agosto



I politici amano fare annunci che vengono puntualmente disattesi e quindi anch'io mi permetto di smentire precedenti dichiarazioni.
Avevo detto che si chiudeva la stagione delle presentazioni del mio ultimo romanzo, Cielo d'agosto poi mentre ero in Sicilia sono stato invitato dai giovani librai del Centro Lame, a Bologna, mi presenterà uno scrittore bolognese del quale sto leggendo l'ultima fatica Adéu, lo scrittore si chiama, Vasco Rialzo, scrive cose  lontane dalle mie e forse per questo motivo mi divertono molto.

Detto ciò, vi aspetto il 24 ottobre 2012 alle 18 al Centro Lame, chi ha perso le precedenti presentazioni potrebbe rimanere sorpreso.

venerdì 12 ottobre 2012

Chi l'ha visto ... sbatti il mostro in prima serata



Qualche settimana fa c'è stato l'attacco diretto ad alcuni colleghi della municipale di non so quale Comune che avevano osato eseguire un trattamento sanitario obbligatorio, filmato in maniera approssimativa e concitata da qualche solerte cittadino.
Durante la trasmissione Chi l'ha visto la presentatrice, che trovo anche simpatica in altre occasioni, ha ospitato telefonicamente il Comandante del Comune reo di avere fatto il proprio dovere, e mentre lui cercava di spiegare come funziona un TSO la Sciarelli lo interrompeva continuamente con determinata indignazione dicendo che non si fa così, che la povera signora era stata trascinata etc etc.
Nessuno sa come è effettivamente andata, io non lo so, non c'ero, ma so come vanno spesso i tso, perché mi è capitato di doverne eseguire, non c'è una regola precisa, hai a che fare con la malattia mentale, con il disagio, con la patologia, rischi la pelle, i denti, gli occhiali, se li indossi, e comunque devi portare a termine il tuo operato, altrimenti commetti un'omissione.
Lo sapeva la conduttrice?
L'hanno capito gli italiani? Non credo, la trasmissione Chi l'ha visto che fra parentesi dovrebbe occuparsi di persone scomparse, o cambiare titolo, suggerirei, Chi l'ha ammazzato, o chi l'ha picchiato, oppure indici d'ascolto alle stelle, dicevo la trasmisisone Chi l'ha visto mi sembra punti di più al consenso a tutti costi,  al sensazionalismo.
Oggi ha realizzato punteggio pieno con il video del bambino trascinato via dai colleghi della Polizia di Stato.
Anche qui non entro nel merito, non conosco la vicenda.
Ma adesso che avete tutti ammirato il video gridato e isterico in televisione, vi sentite di potere affermare di conoscere la vicenda? Ve la sentite di crocifiggere i poliziotti che erano lì ancora una volta per dovere e non certo per piacere? Manganelli ha chiesto scusa, avvierà una scrupolosa indagine interna, perfetto chi ci rimetterà in tutto ciò? I genitori che da anni si contendono il bambino? o rischieranno come al solito i poliziotti, commissioni disciplinari, sospensioni  chissà cosa ancora.
Certo spiace per il bambino, ma non credo che la sua situazione sia imputabile alle forze dell'ordine.
La trasmissione di servizio: Chi l'ha visto, a chi ha fatto un buon servizo questa volta?


mercoledì 10 ottobre 2012

il mio primo libro di racconti



Oggi ho firmato il mio sesto contratto letterario, si dice così? Non credo ... pazienza.
Sono contento perché ho firmato con una Casa Editrice bolognese, seria e conosciuta.
Conosco i tecnici che ci lavorano, conosco l'Editore, però è un'esperienza nuova, è una nuova casa editrice.
Ho firmato un contratto per la mia prima raccolta di racconti, se vi piaceranno ne scriverò altri, e forse ne scriverò anche se non vi piaceranno, però che voi siate tre, trecento, come i mitici, o tre milioni, non vedo l'ora di farvi leggere i miei racconti mentre attendo l'uscita del mio romanzo con Minerva.
Che dire, mi diverto un sacco, non è una vita meravigliosa?
A proposito, non sto parlando di soldi, quelli sono altrove, ma chi se ne frega.

domenica 7 ottobre 2012

sotto un cielo cremisi


Pensavo di averli letti tutti i romanzi della serie fortunata di Hap e Leonard, mi sbagliavo.
prima di partire per le vacanze ho trovato questo romanzo molto cremisi, a 6 euro mi pare, in offerta, e l'ho comprato al volo.
Di Lansdale si può dire tutto e il contrario.
Questa è l'ennesima avventura dei due amici avventurieri per caso, senza il becco di un quattrino, e sempre in mezzo a sparatorie, risse colossali e situazioni tanto improbabili quanto paradossali.
E' come leggere un fumetto, o un libro di fantascienza, bisogna entrarci senza timori di sporcarsi, con l'unica pretesa di divertirsi.
Come quando Guzzanti parlando di fede cita Harry Potter, e la sua magia, con scope volanti e castelli in mondi paralleli, sono storie incredibili, ma fino a quando dura il film ci si diverte.
Non ci sono riflessioni da fare in questi romanzi, puro intrattenimento, puro western, e il divertimento dei dialoghi fra i due amici, scambi davvero esilaranti fra una sparatoria e l'altra.
Alcune invenzioni e alcuni passaggi a volte posso averli imitati come idea nei miei romanzi, senza saperlo, un desiderio di liberazione degli impulsi, una voglia di lasciare fluire l'azione fino a dove ti può condurre.
Però continuo ad essere convinto che l'obiettivo in qualsiasi romanzo sia la credibilità, quando si parla di noir, forse perché la realtà è il terreno migliore per catturare l'interesse del lettore, non potrei mai scrivere di sparatorie come fa Lansdale, la realtà è cruda ma più veloce, più imprecisa.
Abbiamo obiettivi diversi.
In ogni caso lui ha bucato lo schermo che separa lo scrittore dal lettore arrivando fino a casa mia.
Quindi mi inchino, come al solito.
Per chi ama l'azione e per chi ama la coppia Hap e Leonard, trovate il romanzo a pochi euro nelle migliori librerie, edito come al solito da Fanucci.

venerdì 5 ottobre 2012

i barbari?



La domenica sera nelle nostre case di bambini torinesi/cattolici/borghesi era un momento di composta tragedia. In quella lieta cornice, molti di noi, alle sette di sera , accendevano il televisore, perché c'era la partita.

Tratto da I barbari- Baricco- Feltrinelli.

Ho letto questa raccolta di interventi/articoli/ pensieri che Baricco ha scritto per Repubblica e che alla fine sono divenuti piccolo saggio.
L'ho letto in Sicilia, lontano dal computer, da Facebook, dal quotidiano imbarbarimento delle nostre vite e mi è piaciuto.
Non mi è piaciuto tutto, perché ho immaginato Baricco che scriveva gli articoli in momenti diversi  con molteplici concetti che gli giravano in testa.
Ma alcune riflessioni le ho trovate geniali.
Chi sono i nuovi barbari? Ma è davvero importante?
Oggi sono 50 anni trascorsi dal primo disco dei Beatles.
Non saranno stati considerati anche loro barbari nel loro tempo?
Almeno all'inizio.
Credo  non ci siamo regole.
Tutto ciò che stravolge, rivoluziona, cambia sarà sempre male digerito dalla società.
Credo che Internet rappresenti una sorta di barbarie ormai inevitabile all'interno della quale c'è il meglio e il peggio delle nostre menti.
Penso che Facebook sia una nefandezza, ma nonostante tutto mi trovo costretto a utilizzarlo perché è  strumento di comunicazione.
Penso che la televisione pubblica e spesso privata sia abominevole, però all'interno di questa ogni tanto emerge qualcosa di luminoso.
Non ci sono più regole, non ci sono più confini.
Gli uomini si travestono da donne e sono più convincenti di altri uomini che non si travestono ma divorano bambini e sogni.
La morale ... ma esiste ancora una morale?
Per entrare nell'obiettivo di Baricco è necessario leggerlo questo piccolo dispensario di idee, dove si parla di vino costruito dagli americani, di calcio, molto di musica,  per scoprire che Beethoven era considerato un barbaro nel suo tempo.
Si scopre che la stessa democrazia va a braccetto con la barbarie.
Si pensa, si riflette, con leggerezza, e mentre mi muovevo in terra siciliana, dove le regole sono una delle possibilità di espressione, pensavo che possiamo togliere le sentinelle dai confini, i barbari sono già dentro di noi, la magia è imparare a conviverci, inseguendo sempre quel brivido che dicono renda la vita meritevole di essere vissuta.

lunedì 1 ottobre 2012

recensione di cielo d'agosto su noir italiano



ecco il link dove potrete leggere la bella recensione  di Cielo d'agosto di Omar Gatti sul suo blog Noir Italiano.

E adesso di corsa a comprarlo, lo trovate con ottimi sconti anche in rete.

ciao