martedì 23 novembre 2021

la battaglia di Cassino


 

Quando decido di guardare un film di guerra, mi aspetto un film di guerra, con battaglie, vita di trincea, atti di coraggio o di vigliaccheria, poca retorica, molta azione e qualche riflessione intelligente sulla crudeltà della guerra e le solite cose che noi maschietti cerchiamo nella guerra da sempre, eroismo inutile e machismo gratuito, poi ci sono i film contro la guerra, come "La grande guerra" o "Uomini contro" dove la follia della guerra viene raccontata con intelligenza e realismo.

La battaglia di Cassino, con un anziano ma mai domo Franco Nero, è un brutto film, girato in un non luogo, episodio che coinvolge solo alcuni soldati americani e un indefinibile italiano interpretato da Franco Nero.

Dialoghi schizofrenici di uomini nevrotici che non hanno nulla di eroico o umanamente interessante, sceneggiatura inconsistente, fotografia minimale, contesto geografico anonimo, conclusione banale.

Il messaggio? La guerra è una brutta cosa.

Lo sapevo già, grazie.

sabato 20 novembre 2021

Tutti giù per terra a Mirabello


 Metti una sera d'autunno, un venerdì sera qualsiasi, un 19 novembre, nella bassa, una strada lunga che si dipana verso Ferrara, senza nebbia, perché nella nuova era degli sconvolgimenti climatici almeno un regalo lo abbiamo ricevuto, la nebbia è scomparsa.

Nel bagagliaio della piccola Up a metano, che adesso consuma come un'auto a benzina, ho infilato una quindicina di copie dell'ultimo romanzo e già penso che mi toccherà riportarle indietro, come in tante occasioni simili.

Le presentazioni, nel paese europeo dove si legge di meno, sono spesso avventure in luoghi remoti e quasi sempre deserti.

Presentazioni con un assessore alla cultura, una coraggiosa bibliotecaria, e un amico che ti ha accompagnato per tenerezza.

Perché allora provarci ancora? Perché il patto con l'editore va rispettato e per il tuo romanzo devi essere disposto a tutto, umiltà e modestia, devono fare parte del tuo bagaglio personale, altrimenti meglio cambiare passione, meglio andare a pescare.

Giunto a Mirabello, trenta chilometri da casa mia, cinquanta da Bologna, accade il miracolo, trovo una piccola folla di persone allegre, curiose, entusiaste, quasi tutte donne.

Un gruppo musicale accompagna la lettrice che sottolinea alcuni brani del mio romanzo, alla fine ci sono anche le domande del pubblico e un piccolo rinfresco.

Alla base del miracolo c'è in realtà l'organizzazione di Milena Guidoboni che conosce il territorio e ci crede nella narrativa, ci crede ancora nella diffusione della parola scritta, ci crede ancora nella gente.

Torno a casa senza libri, sono contento come alla prima presentazione riuscita, sono contento come dopo il primo bacio rubato in una lontanissima adolescenza, ne vale ancora la pena?

Certo.

A dispetto dei "social" l'incontro con la gente in carne e ossa è impagabile, è la differenza che intercorre fra la fotografia di una zuppa di pesce postata su facebook e la zuppa vera cucinata e mangiata in compagnia, nella cucina di casa tua.



lunedì 15 novembre 2021

BURNOUT recensione di Carmine Caputo

 



Burnout rimane fra i romanzi più amati proprio perché attraverso il pretesto dell'intreccio nero e feroce racconta una realtà tanto inquietante quanto rimossa, sconosciuta alla maggiore parte dell'opinione pubblica, quella dei tanti educatori, operatori socio sanitari, infermieri, mandati spesso allo sbaraglio in un sistema assistenziale e riabilitativo italiano che fa acqua da tutte le parti, non riconoscendo diritti primari, non garantendo adeguati stipendi e tutele, perché chi lavora nella riabilitazione e con le fasce marginali è fuori dal ciclo produttivo, non porta ricchezza, e chi non porta ricchezza nell'epoca Draghi, come in tutte le altre epoche non conta.

Vi lascio con la recensione di Carmine Caputo.

sabato 13 novembre 2021

Tutti giù per terra a Mirabello


 

Si torna in scena, primo atto di una breve ma intensa rassegna noir che inauguro  il 19 novembre come è possibile estrapolare leggendo la locandina sopra, seguiranno gli amici Davide Pappalardo e Carmine Caputo, tutto ciò è nato per merito di una collega della p.l. con la passione per la narrativa Milena Guidoboni.

Nel nostro medioevo culturale ci sono alcuni eroi ed eroine che a dispetto delle statistiche e delle vendite si ostinano a spacciare eventi culturali.

Se passate dalle parti di Mirabello il 19 novembre  alle 21 mi trovate lì con l'amico Balboni a raccontare le gesta di Greco un maresciallo atipico ma non improbabile.

Non dimenticate il green pass.

Sotto la mappa




venerdì 12 novembre 2021

Tutti giu' per terra, intervista di Emanuela Giampaoli (Repubblica)


 

Per chi non mi segue su faccia di libro, twitter, instagram, tiktok o per chi è fra i miei contatti ma non ha scorto l'articolo di Repubblica, eccolo qui, per voi.

Ho iniziato a pubblicare romanzi nel 2010, ma questa è la prima intervista di Repubblica, perché non prima? Credo che sia casuale, come molte delle cose che avvengono in Italia.

In questo caso l'efficiente ufficio stampa di Minerva ha probabilmente fatto la differenza, ma alla fine undici anni prima o dopo, che differenza fa? L'intervista è completa, bella, onesta e precisa, e io sono soddifatto.

Poi se Fazio dovesse decidere di invitarmi nel suo salotto, ben venga, non ho preclusioni. 😎

 

lunedì 1 novembre 2021

the victim


 

Cosa hanno più di noi gli inglesi? Certo loro hanno William Shakespeare, ma noi abbiamo Dante Alighieri, Alessandro Manzoni, e cito i primi due grandi che mi vengono in mente.

Sicuramente il senso della tragedia e il dramma familiare è molto presente nella letteratura anglosassone, ma parlando di cose terrene, come è possibile, e chi mi segue troverà in questa affermazione un tormentone, una tale differenza qualitativa fra le produzioni dei diversi paesi europei e la nostra?

The victim è costruito magistralmente, ottimi attori, sceneggiatura ineccepibile, trama incalzante, regia lucida e spietata, anche il messaggio sociologico, filosofico, etico è spiazzante e davvero pregnante.

Si parla di giustizia, giustizialismo, amore e odio, perdono e redenzione.

Alla fine il dramma assume una forma talmente realistica da lasciare senza fiato.

Avremo anche vinto gli europei sbeffeggiando gli inglesi, ma da loro abbiamo tanto da imparare dal punto di vista culturale,  del resto la cultura è un optional nel nostro paese.