mercoledì 31 dicembre 2014

hunger games 3



Uno dei motivi che mi ha spinto ad andare a vedere il terzo capitolo di questa saga lo potete ammirare in posa con tanto di arco teso verso un radioso futuro, aggiungo il fatto che il panorama cinematografico di fine anno è desolante quasi quanto il banco di vendita discografica in un qualsiasi grande negozio di prodotti elettronici.
Ho visto la notte prima in dvd la seconda puntata che mi ha divertito abbastanza con la giovane amazzone che combatte la sua guerra personale per salvare il suo compagno di avventure del quale forse è innamorata direi a questo punto.
La terza puntata che è la prima di una quarta parte, è cupa, poco luminosa, e sicuramente di transizione.
Non mi ha entusiasmato, se non per il fatto che l'ho visto con mia figlia.
Lei invece mi entusiasma sempre, è bella di una bellezza sana, robusta, larga di spalle e di fianchi, occhi da cerbiatta e cipiglio sempre arrabbiato, e visto cosa le capita nell'avventura ne ha tutti i motivi.
La trovo bella anche perché è in contrasto con i modelli femminili anoressici e sciapi in circolazione, una vera femmina giovane e guerriera.
Per il resto, che vi devo dire, trovo la storia deboluccia, nonostante i tanti motivi del suo successo editoriale e cinematografico, qui  potete divertirvi a scoprire le ragioni di un successo, ma sono cose già viste.
La rivoluzione dell'adolescenza nei confronti del mondo spietato degli adulti, la guerriera femmina e femminista che con il suo arco (quanti simboli dietro un arco) difende il suo essere donna in un universo maschile e violento, la rivoluzione, la rivolta, il desiderio di riscossa dei più deboli nei confronti del potere totalitario e fascista.
Tanti miti dentro Hunger Games, tanta retorica, poca originalità.
Ma come al solito mi inchino di fronte a chi ha saputo inventare un prodotto di successo.
Nei cinema

sabato 27 dicembre 2014

the killing ultima stagione ... fine



Ho visto due giorni fa l'ultima puntata dell'ultima stagione di The killing.
E già mi manca, come al solito.
Ci sono serie televisive ripugnanti, una puntata basta a decretarne il giudizio.
Poi ci sono serie come questa che lasci a malincuore pur nella consapevolezza dell' inevitabile conclusione.
I due protagonisti, i detective Holder e Linden sono la vera personificazione dell'imperfezione, della impossibilità di vivere un'esistenza equilibrata fra crimini feroci e insensati e il dolore dei parenti delle vittime.
Sono due esseri umani lacerati da vite interrotte, educazione sbagliata, abbandoni  e scivoloni nelle più svariate dipendenze.
Eppure sono due personaggi vincenti alla fine perché rimangono coerenti con le loro storie, con la loro personalità e devo ammettere che la conclusione della serie mi ha soddisfatto, niente malinconie inutili e un po' di sano ottimismo.
Mi mancheranno i due poliziotti puri di cuore e forti della loro stessa fragilità, fanno venire voglia di scrivere e di inventare.

venerdì 26 dicembre 2014

i 10 comandamenti di Benigni



Chi mi conosce sa che non sono un appassionato di Benigni, ma come è già accaduto mi sento piacevolmente costretto a parlare di lui e dei suoi 10 comandamenti che ieri sera e stasera replicano su Rai 5.
A Natale quest'anno non so come voi state trascorrendo le feste, la maggior parte in famiglia dicono le statistiche, tutti intorno a tavole imbandite di ogni ben di dio, lo scambio dei regali, prima i bambini, la tombola, i giochi con le carte, il cinepanettone di rito, e qualcuno si sarà ricordato del fatto che questa festa è soprattutto il compleanno del bambino più famoso del mondo, quel Gesù che si racconta salvò l'umanità.
Io come al solito trascorro le feste come meglio riesco, cercando di non farmi travolgere dalla nostalgia di quelli che non sono più, cercando di non ammazzarmi di cibo e bevande e aspettando pazientemente che la festa passi, in questo modo riesco anche a sentirmi migliore a tratti.
Ho un paio di amici che sicuramente lo hanno trascorso in chiesa, uno a servire messa, l'altro a recitare e un po' li invidio, poi c'è Benigni.
Lui si presenta in scena e scodinzola dalla felicità di potere raccontare a noi i suoi 10 comandamenti, che legge e interpreta e mi rendo conto che in questa italietta marcia c'è rimasto un papa chiamato Francesco che parla duro ai cardinali di alzheimer della spiritualità, poi c'è Benigni che riesce a fare indici d'ascolto travolgenti semplicemente ricordandoci che i 10 comandamenti non sono un banale proponimento facoltativo, ma un imperativo morale, e che se uno dice di crederci in Dio deve rispettarli, ma se uno non ci crede deve rispettarli lo stesso perché sono buoni per tutte le stagioni e per tutte le religioni.
Non rubare, non uccidere, non tradire la propria/o compagno, non desiderare la donna d'altri, non desiderare la roba d'altri, non dire falsa testimonianza, non commettere atti impuri.
Questi vanno bene per tutti non solo per i credenti o sbaglio?
E quante volte noi esseri umani li abbiamo infranti questi comandamenti?
Quante volte lo faremo o lo stiamo facendo, mentre festeggiamo allegramente le feste?
Benigni, il Papa,  in questo momento non mi viene in mente nessun altro vip che inviterei alla mia tavola stasera, e questo è sintomatico dei tempi, è tutto talmente marcio in questo basso impero che rimane giusto la Bibbia e i suoi comandamenti a ricordarci ciò che non siamo più, la Bibbia e alcuni magistrali interpreti, e gli indici d'ascolto parlano da soli, non trovate?

giovedì 25 dicembre 2014

fargo



Fargo  si ispira al felice film dei fratelli Coen che in questo caso sono produttori, dieci puntate di una fiction che entra prepotente nel salotto buono con la neve del Minnesota raccontando una storia cruenta e grottesca apparentemente vera. Ma cosa c'è di più grottesco della realtà? Cosa di più violento o insensato? In questa vicenda le prime vittime sono tanto raccapriccianti quanto detestabili, se si fa eccezione per uno sceriffo.
La neve fa da sfondo alla vicenda, una neve e un freddo definitivo dentro il quale i personaggi si muovono quasi indifferenti e caricaturali, ma mai scontati o casuali.
E' una nuova vicenda nera, che come nel caso di Breaking bad , mi ha immediatamente catturato, il comune denominatore di entrambe le serie è l'originalità, la freschezza, e la caratterizzazione dei personaggi e aggiungo la figura dell'antieroe per eccellenza, l'uomo qualunque che per una serie di sfortunate coincidenze diventa un criminale, da questi due gioielli televisivi è nata  l'ispirazione per una nuova trilogia che scriverò con Trebbi come protagonista, imperniata appunto su tre modelli criminali maschili.
Del resto l'ispirazione non è mai casuale e i modelli bisogna prenderli quando catturano l'attenzione.
Su sky Atalntic

domenica 21 dicembre 2014

italiano ... non per scelta



L'Italia vista dal satellite o dal cielo alla fine è quella lì, quella che vedete sopra, un fatto oggettivo, una fotografia, dentro ci siamo noi, quelli che per fortuna o per disgrazia ci sono nati.
Non è questione di bandiere, o di nazionalismo, noi secoli di storia, il rinascimento, il risorgimento, ce li siamo giocati con il fascismo, con la democrazia cristiana, con il berlusconismo, con una sinistra cialtrona.

Però l'Italia è  quella lì e rimarrà  per molto, anche dopo che io non sarò più.
Questa sera, a pochi giorni dal Natale, ho pensato che l'Italia non è solo quella sudicia delle diverse mafie e collusioni, è anche qualcosa di diverso.

Ho cercato le differenze, poche ma buone.
L'Italia è la val d'Orcia, ci siete mai stati? Una valle fuori dal tempo, dalle correnti politiche, dagli intrighi, vino toscano, formaggio pecorino e colline verdi e dolci.

L'Italia è Napoli, quella dei presepi, della spaccanapoli, dove a Natale puoi trovare la tradizione, i profumi, i sapori, l'armonia.

L'Italia è quella di chi lavora di notte, la sera di Natale, a capodanno per garantire a tutti gli altri momenti sereni e sicuri nelle città, nelle piazze, e penso ai tanti colleghi della Polizia Locale o Municipale che vengono regolarmente dimenticati dai massmedia, che si ricordano solo degli altri, carabinieri, polizia, vigili del fuoco ma si dimenticano di noi che siamo per strada insieme agli altri a garantire il controllo del territorio.

L'Italia è dei volontari, di quelli sulle ambulanze, che ancora oggi non sono riconosciuti come professionisti, ma si sbattono in un paese senza leggi a rianimare, soccorrere, salvare vite.

L'Italia è delle persone oneste che ogni giorno maledetto o benedetto si alzano e vanno allo sgobbo, 1200 euro al mese e mantengono figli, pagano alimenti, mandano avanti il paese.

Questa è l'Italia, bellissima, colma di cose da vedere, di cultura da esportare, arte da assimilare, cucina da gustare, e gli italiani puliti sono la maggioranza, quelli come me che non possono rubare, ma gli tocca pagare per una minoranza di sciacalli che continuano a sputtanarci in tutto il mondo, ed è per la mia Italia che merita ancora festeggiare il prossimo Natale.

Quindi auguri Italia.



martedì 16 dicembre 2014

un fantastico via vai




Un fantastico via vai ovvero il fantastico mondo di Leonardo Pieraccioni fra superficialità e buonismo.
In periodo natalizio invecchiando comincio ad avere carenze di sdolcinatezze, perché cos'è il Natale se non la festa della bontà a tutti i costi, del sogno realizzato, della speranza di salvezza realizzata nella carne e nel sangue del bambinello?
E mi piace perdermi nelle luci dei film natalizi proposti da sky che quest'anno ha deciso di dedicare addirittura un canale alla cinematografia di genere.
Il film è divertente, in maniera tenue e delicata, si svolge in una città toscana, Arezzo, si legge in Wikipedia, e scivola via bene, con alcuni attori consumati che fanno da spalla al Pieraccioni, e altri che compaiono per qualche battuta, Maurizio Battista e Marco Marzocca sono i due bancari colleghi di Pieraccioni, poi  l'amico Ceccherini, Panariello e una fugace apparizione di Benvenuti e Iacchetti.
La storia è irrilevante, un quarantenne, o giù di lì che cacciato di casa si rifugia in un appartamento di studenti fuori sede con ciò che segue.
Niente malizia, niente doppi sensi, niente sesso gratuito fra un uomo più che adulto con una delle splendide fanciulle che popolano la casa studentesca, solo buonismo e molta fiducia nel futuro.
Pieraccioni  diventa lo zio buono pieno di consigli saggi e disinteressati per i quattro giovani con i quali divide l'appartamento.
Rilassante, riposante, rasserenante e improbabile come una favola disneyana, una di quelle più melense.
La scena meno probabile è quella nella quale Pieraccioni invece di baciare la bella e disponibile Chiara Mastalli si volta scappa e torna dalla moglie e dalle due figliolette.
Meno credibile di un politico romano onesto, diciamocelo. 

sabato 13 dicembre 2014

the fall



Gli inglesi saranno  spocchiosi, e orgogliosi del loro essere inglesi, ma ci danno dei punti anche nella fiction televisiva, e questo the fall prende da subito, anche per il cast di tutto rispetto, c'è la sempre sensuale Gillian Anderson che forse conoscete per il mitico xfiles, c'è il  bel tenebroso Jamie Dornan più famoso per avere interpretato 50 sfumature di grigio (orrore).
E fin da subito si svela il mostro seriale una tecnica interessante già sfruttata ma molto coinvolgente, vedi questo bel maschio con una famiglia apparentemente normale, due figli e moglie sovrappeso e un lavoro di terapeuta familiare, poi c'è il suo lato oscuro, molto oscuro e c'è la poliziotta bella e spietata che si mette in caccia.
Vi dico la verità, era più credibile in xfiles a caccia di alieni che in questa fiction, la bella Anderson, ma nel complesso la tensione è alta, le speranze di un felice natale per alcune delle prede del maniaco pochissime e in ogni caso, almeno questo assassino ha una sorta di eleganza stilistica ed estetica, e la realtà supera di gran lunga la fantasia peggiore, se pensiamo al mostro che ha ucciso una professoressa circa un mese fa, trafugando il cadavere.
Finzione, realtà, se la gente leggesse di più e guardasse più fiction e si riempisse la testa di concetti forse ci sarebbero meno mostri veri in giro ... forse.
su sky atlantic

venerdì 12 dicembre 2014

da quando verrà natale ... alle cose della vita




Questa sera a Blob andava in scena l'orrore quotidiano fra madri che uccidono figli, romani che si associano con mafiosi per depredare il paese e improvvisamente è entrata in scena questa vecchia canzone di Venditti che è talmente remota (1974?) da essere uscita dalla mia memoria musicale.
Ve la regalo, io ero un adolescente e ascoltavo Venditti mentre mi innamoravo per la prima volta di una ragazzina che non sapeva nemmeno chi fossi.
Venditti mi piaceva e mi piaceva anche quell'Italia che non conosceva ancora il terrorismo, che mi rimandava al liceo, che aveva sicuramente un grande Bologna calcio e tutto un futuro davanti e in quel tempo di natali sicuramente modesti e stiracchiati io il Natale me lo godevo completamente, era più freddo, più nevoso, ma era ancora il Natale delle speranze, dei sogni, dei progetti per il futuro, dei primi innamoramenti, delle prime scelte politiche, delle prime assemblee, non c'erano ancora i decreti delegati, ma c'erano idee, entusiasmo, miseria dignitosa e voglia di cambiare il mondo.
Il mondo poi è davvero cambiato ed è inutile stasera ricordarvi la nostra situazione poveri o ricchi, cristiani o musulmani, di destra o di sinistra (ma c'è ancora la destra e la sinistra? Direbbe Gaber), il momento è davvero merdoso, l'orrore ci entra in casa a ora di cena e a tutte le ore del giorno e della notte, e la situazione socio economica del paese va a catafascio, ma in giro ci sono i soliti noti e ignoti che continuano a rubare.
Quindi visto che sapete già tutto e che magari state pensando stasera al vostro prossimo Natale, dovunque siate vi regalo questo vecchio brano di Venditti che  allora cantava , quando verra Natale tutto il mondo cambierà e probabilmente già allora il cantautore romano voleva farci riflettere sulla caducità delle nostre speranze, in un Italia che si avviava dolcemente verso il proprio inesorabile declino.
Alla fine non mi apre più la famosa canzone di Venditti e allora ve ne propongo un'altra altrettanto vecchia: le cose della via e spero vi piaccia

giovedì 11 dicembre 2014

Lupi neri su Amazon in ebook



E sull'onda del successo del mio ultimo romanzo Il silenzio della bassa che vi ricordo su Amazon è ancora in classifica fra i betseller in gialli e thriller in cinquantesima posizione in versione Kindle, dicevo sull'onda di questo successo di vendite la casa editrice Minerva che ha la mia eterna riconoscenza ha deciso di lanciare sul mercato digitale Lupi neri su Bologna in versione Kindle che attualmente potete trovare a 5 euro e 99 centesimi su Amazon qui.
In realtà Minerva da mesi ha iniziato la campagna di lancio dei suoi romanzi in formato digitale e sicuramente è una bella coincidenza che proprio ora un altro mio romanzo veda la luce in formato kindle.
Adesso devo solo aspettare che Amazon proponga a Minerva e al sottoscritto una di quelle campagne geniali di pochi giorni a 99 centesimi e sperare di nuovo nel colpaccio, se dovesse accadere ve lo dirò immediatamente.
Per chi non ha mai letto Lupi neri su Bologna, e mi conosce solo per i romanzi del maresciallo Greco o del vecchio investigatore Trebbi, rimarrà spiazzato da un libro che si distacca molto dal mio attuale stile, è dinamico, violento, quasi cinematografico e fantapolitico, i personaggi sono bene delinati e il protagonista, Massimiliano Re, è un bel modello di poliziotto psicotico che magari un giorno vorrei riproporre, credo  possa piacere a chi ama il cinema d'azione e la fiction come me.
Che altro dire cliccate gente, cliccate, e scaricate Lupi neri su Bologna, non ve ne pentirete.

mercoledì 10 dicembre 2014

a Bologna piace giallo






E' uscito il libro A Bologna piace giallo una raccolta di racconti di giallisti bolognesi nata da un'idea di Katia Brentani e Lorena Lusetti scrittrici locali.
Io ho contribuito solo con un racconto e la partecipazione alla prima presentazione avvenuta in una caotica giornata di festa per Bologna, l'8 dicembre 2014 alla libreria Ubik di via Irnerio.
Come spesso mi capita mi sono reso conto della reale consistenza dell'avvenimento solo quando entrando in libreria ho incontrato gli altri scrittori, alcuni conosciuti, amici potrei dire, in un ambiente e mondo dove l'amicizia assume connotati sempre più sfumati e indefiniti e si basa su una sorta di tacito accordo basato su fiducia reciproca e progettualità comune, poi c'erano altri scrittori praticamente sconosciuti  e per la prima volta da quando scrivo mi sono sentito parte di un gruppo, non più piccolo scrittore provinciale rinchiuso nella sua torre non proprio d'avorio, ma scrittore bolognese, giallista bolognese con una sua identità sancita ufficialmente da un bel libro di racconti.
E' stata una serata piacevole, molta gente, molti libri venduti, una nuova consapevolezza, chi non scrive abitualmente forse non sa ma lo immagina, nell'ambiente letterario bolognese e italiano ci sono figli e figliastri, gelosie e invidie, scrittori famosi e scrittori sconosciuti, ma questa nuova aggregazione di scrittori nasce soprattutto sull'onda dell'entusiasmo e del desiderio di affermare la propria identità come gruppo, come coalizione di  creativi intorno a un'idea da proporre alla città.
Come al solito l'unico guadagno è proporre storie e diffonderle come un virus buono, farsi conoscere attraverso  una proposta culturale, divertirsi nel condividerla.
Il nostro esperimento sancisce la differenza fra chi scrive per vivere e chi scrive per passione riempiendosi la vita  con questa invadente ossessione.

martedì 9 dicembre 2014

Lucy




Lucy ovvero: quanto siamo evoluti noi esseri umani a livello celebrale?
Guardate un bambino, un adolescente, se ne avete uno in casa l'osservazione è abbastanza immediata e frustrante, questi nuovi esseri che ci circondano e si occuperanno delle nostre catarratte e prostate, sono apparentemente incollati ai loro smartphone, tablet, pc, console varie, digitano veloci sulle tastiere, inviano messaggi che sono  segni spesso, sbuffi trascritti di pensieri, abbreviano, sintetizzano, riassumono e intanto studiano, si informano, si intossicano.
Questa velocità di esecuzione solo dieci anni fa era impensabile e non è solo il progresso, è la velocità di trasmissione, la condivisione, e al di là della leggenda diffusa da più parti che noi sfruttiamo una piccola percentuale del nostro cervello, secondo me è vero che il nostro cervello come tutto ciò che ci circonda potrebbe ancora evolversi come ha fatto da quando siamo presenti sul pianeta.
Il tema sviluppato in questo film di Luc Besson che amo come regista da sempre, è proprio questo, lo sfruttamento totale delle potenzialità celebrali dell'uomo.
Il film è metaforico spettacolare, delirante e allucinogeno, c'è la sensuale Scarlett Johansson, molto sensuale, e il vecchio ma sempre interessante Morgan Freeman.
Non so se il nostro cervello è sfruttato solo in minima parte, ma penso che i nostri giovani potrebbero fare cose incredibili se utilizzassero le loro capacità nello studio e nell'apprendimento con la stessa drogastica passione con la quale stanno attaccati ai loro telefonini.
Non è una considerazione moralistica da vecchio rincoglionito, perché anch'io sono con il mio smartphone sempre accanto a sopportare il mondo che mi entra da tutte le parti, ma non ho più lauree da conseguire o progetti da tracciare se non vivere al meglio e al massimo scrivere storie.
Un giovane invece cosa potrebbe assorbire, imparare, sintetizzare se utilizzasse la rete non per organizzarsi la partita a calcetto e la serata in discoteca, ma anche e soprattutto per apprendere e poi divulgare?
E forse il senso della favola di Besson è tutto qui.

domenica 7 dicembre 2014

sciacalli ...



Niente carcere per i piccoli reati è solo una proposta di legge ma sicuramente passerà.
Tutto bene, normale per uno come me che ha partecipato a decine di processi dove il ladro di biciclette, il borseggiatore, il ladro con destrezza, regolarmente non finisce dietro le sbarre, ma solitamente costretto a un ridicolo obbligo di firma, un foglio di via obbligatorio mai rispettato, al massimo i domiciliari,  nei casi più gravi.
E' tutto perfetto, troppi i reati lievi dettati dal disagio sociale e anche il microcrimine diventa tollerabile, specie con le carceri al collasso.
Poco importa che il nostro lavoro di operatori della sicurezza nelle città venga continuamente vanificato, ridimensionato, ridicolizzato da una giustizia che ti obbliga a intervenire di fronte a un crimine dove è previsto l'arresto obbligatorio,  che viene poi in aula ridimensionato con sentenze incredibili talvolta nelle quali un arresto obbligatorio non viene inspiegabilmente convalidato.

Fino a qui storia di sbirri frustrati, poi capita, è capitato a me, che i carabinieri del paesino dove ho deciso di vivere suonino il tuo campanello in una mattinata di inizio dicembre alle sei, per informarti del fatto che ignoti malfattori hanno svaligiato tutti i garage del tuo condominio, 20 garage su 21 sono stati danneggiati e violati, due auto nel parcheggio sotto casa aperte in malo modo, con rottura di finestrini e ti ritrovi come dopo il terremoto, in strada di nuovo con i tuoi vicini chi in pigiama, chi in procinto di andare al lavoro, a fare la conta dei danni.

Un vicino che con l'auto ci lavora, trasportando gente, l'ha ritrovata con i finestrini rotti, gli hanno rubato i pneumatici, un navigatore, l'assicurazione lo risarcirà, certo, intanto non potrà lavorare per qualche giorno ma a loro, agli sciacalli cosa importa?

Hanno tagliato il metallo del cancello esterno, hanno bucato i basculanti dei garage vicino alle serrature, hanno buttato all'aria carte, libri, scarpe estive, giocattoli dimenticati, l'albero di natale sintetico che attende di essere montato, non hanno rubato quasi nulla, perché in un condominio normale e popolare come il mio cosa speri di trovare?
 Loro non so cosa speravano di trovare, però adesso le ragazze del condominio  hanno paura ad andare in garage. I carabinieri sono stati bravi e professionali, dicono che forse sono stranieri, sicuramente sono dell'est, sono probabilmente affamati e cercano cibo come sciacalli, depredano dove possono e me la caverò con l'assicurazione, ma chi se ne frega.
Se fossero stati colti sul fatto, probabilmente sarebbero stati arrestati, poi visto lo scarso valore della merce rubata, rilasciati per ricominciare la notte successiva, loro lo sanno, lo sanno  e aspettano nervosamente la notte intorno alle nostre città, intorno ai nostri paesi, ci guardano con disprezzo o con indifferenza, noi siamo solo merce per loro, solo prede, i nostri garage, i nostri appartamenti, le nostre vite, solo luoghi e vite da depredare, sono i nuovi sciacalli, e la tenuità del reato fatela decidere a noi che ci guardiamo spaventati ogni notte nei nostri ritorni in case che non sentiamo più nostre perché loro, gli sciacalli, possono violarle quando vogliono, praticamente impuniti e immuni ad ogni condanna, un po' come i nostri politici no?

mercoledì 3 dicembre 2014

new tricks



New tricks nuove tracce per vecchie volpi è una serie televisiva britannica in onda dal 2003 al 2013 e che ho scoperto nel canale on demand di sky.
Per chi conosce la serie cold case americana si ritroverà come genere, anche questi vecchi volponi arzilli pensionati della polizia metropolitana londinese investigano su casi freddi irrisolti e spesso vanno a segno chiarendo aspetti che non erano emersi prima.
Rispetto alla serie americana ci sono alcune differenze che mi fanno propendere per questa, è poco melensa, molto divertente, bene interpretata e anche più realistica, i casi sono spesso banali, ma la tecnica investigativa è quasi sempre sensata e appropriata, lo stile dei poliziotti è originale come la caratterizzazione dei personaggi, mai banali, con una dignità affascinante, sono vecchi, brutti, ma per certi versi irresistibili, mi sono immediatamente affezionato, li guida e coordina un sovrintendente donna, ancora in servizio, una donna attraente che ostenta una cicatrice inquietante nel braccio sinistro (sicuramente vera) con grande eleganza.
Per chi ama il genere giallo/noir/brillante e ha voglia di rilassarsi con un umorismo squisitamente inglese si troverà a casa con questi volponi.
su Sky on demand

lunedì 1 dicembre 2014

l'amore non esiste





L'amore non esiste la canzone  ha celebrato la collaborazione fra tre dei cantautori più virtuosi del panorama italiano, ascolto il brano e per un istante mi ritrovo a riflettere, perché una canzone, anche una canzonetta, oltre ad avere il compito di entrare in circolo come un buon vino, deve anche iniettarti qualche emozione e in  questo caso il pensiero va a quella coppia di settantanovenni terminata prima del loro naturale epilogo perché lui ha deciso di sparare a lei e buonanotte a una vita insieme.
Che vita è stata la loro?
Indipendentemente dall'insano gesto, è possibile convivere con una persona per un'esistenza e poi cadere proprio al traguardo dei commenti della gente che li considerava una coppia così per bene, distinta e silenziosa, educata e benestante.
Ma l'amore?
Sapete l'amore, quello che ci spingeva a rischiare di fare una brutta figura, quello che ci faceva arrossire e piangere, implorare e scrivere noiosissime e illeggibili lettere, quando non esistevano ancora i computers e ancora quell'amore che ci ha trascinato nei pressi di un prete o di un sindaco, di una chiesa o di una sala rossa o bianca, insomma l'amore, quello che ci ha convintio che era lei, era lui quella giusta, quello giusto, tanto giusta da potere fare un figlio, organizzare una vacanza, decidere un viaggio comprare una casa, cambiare auto, cambiare paese, imparare a ballare il tango o il valzer, insomma ipotecare una vita intera.
Giunto a questo punto della mia vita io ci voglio credere ancora nell'amore, senza paura, senza esitazioni, perché parliamoci chiaro alla faccia di chi professa l'adulterio obbligatorio, la pornografia liberatoria e il libero amore senza amore io preferisco ancora e solamente il mio unico e superato concetto d'amore, perché forse l'amore non esiste ma esistiamo davvero solo io e te.