giovedì 31 marzo 2016

Bolognesi per caso




Due uscite annuali, ormai è un lavoro, e mi piace assai anche se a volte è stressante la promozione, toglie tempo alla creazione che è l'aspetto che amo maggiormente. Ho cercato di affiancare due prodotti diversissimi che sicuramente hanno tipi di lettori differenti, chi ama il noir made Carlo Frilli forse non perderà tempo a leggere i racconti, e viceversa. Io amo entrambi i percorsi, Trebbi mi sta portando lontano e mi permetterà di incontrare tanti giallisti italiani il 14 aprile prossimo al Un Editore in Noir 2016 - Fratelli Frilli Editori. I racconti sono più intimi, quasi un esercizio di stile, spero qualcuno li troverà interessanti, dentro c'è molto della mia città e del nostro tempo

Esce nei prossimi giorni il mio decimo lavoro, Bolognesi per caso edito da Giraldi Editore che punta sulla qualità e crede nei miei racconti. Sono 21 racconti brevi e la descrizione migliore di questa nuova avventura la copio e incollo dalla quarta di copertina scritta con la consueta passione dall'editor della Casa Editrice Silvia che ringrazio come al solito per l'entusiasmo che sa trasmettermi nel sostenere i miei racconti.

Con uno sguardo cristallino, Fagnoni racconta storie quotidiane di vita bolognese, tra piazza Maggiore e Corticella, da piazza Verdi al Pilastro, dal carcere al parco delle Caserme Rosse, fino a una corsia del pronto soccorso dell’ospedale Maggiore. Un uomo solitario e taciturno con la mania dell’ordine e la passione per Warcraft, un postale in pensione che, in amnesia totale, non ricorda di avere massacrato moglie e genero, un uomo di nome Gastone Fortuna che viene accusato di essere un “uccello del malaugurio” perché intorno a lui capitano sempre sciagure, ma si tratta veramente di superstizione?, e poi ancora un tagliatore di teste solitario che vaga in una Bologna scintillante illuminata a festa e si ritrova a trascorrere la vigilia di Natale con un vecchio tabaccaio e il figlio malato, un uomo con una sordità selettiva, un giovane al suo primo giorno come vigile urbano in via Petroni, un professore di liceo apparentemente riluttante alla tecnologia. E poi storie di uomini e donne comuni, raccontati in un ventaglio di infinite variazioni sul tema della coppia, della solitudine, del matrimonio, della vecchiaia, del lavoro, dei rapporti umani e dei sentimenti di paura, rabbia, gioia, dolore, frustrazione. Ventuno racconti brevi che ci danno nel loro insieme una matura e magistrale pennellata che è vividamente lucida, immediata, precisa e a volte spietata, del sostrato cittadino fatto di gente comune, famiglie, coppie, singoli, ultimi, perdenti, falliti, emarginati, ingenui, violenti, nostalgici, invecchiati in fretta, di invisibili che – ognuno nell’infrangibile mistero della propria esistenza – fanno ribollire l’anima di una città. «Immagino una primavera qualsiasi in un futuro remoto, ma non impossibile, un futuro privo di uomini, privo di contraddizioni, dove le antiche mura della città turrita siano assediate da piante rampicanti, edere inarrestabili, crepe non riparabili, immagino una Bologna vuota, con ancora le case del centro storico in piedi in attesa della imminente riscossa della natura, una Bologna silenziosa, priva di gente, priva di miseria, di ipocrisia, di decadenza e arrivo alla conclusione che Bologna si può continuare ad amarla, annusandola attraverso la sua storia, attraverso i vecchi muri imbrattati da graffiti demenziali. Osservo la mia idea di una primavera bolognese privata dalla presenza dell’uomo e questo pensiero per me è fonte di pace, una pace duratura, quasi definitiva e rimango a contemplare il Navile che con il suo borbottio artificiale sembra quasi darmi ragione».



lunedì 28 marzo 2016

Polizia Locale ... non è un lavoro per vecchi



Questa immagine significativa l'ho trovata qui un articolo lungo che parla soprattutto di dipendenti pubblici e di vecchiaia.
Noi del SULPL ci stiamo battendo per una modifica legislativa che riconosca la diversità del nostro lavoro e del fatto che ad esempio a sessant'anni diventa poco dignitoso correre per una qualsiasi strada di una qualsiasi città cercando di controllare il territorio.
Io ad esempio lavoro da 36 anni quasi e 14  in divisa.
E' bello il mio lavoro, in questi 14 anni mi sono divertito, mi sono sentito utile, sono stato sotto la pioggia o la neve a presidiare il territorio, il condominio, il cornicione, ho fatto viabilità, ho fatto ciò che compete a un agente di polizia giudiziaria, è stata una bella avventura di notte per la città turrita insieme a colleghi più giovani a presidiare, aiutare, proteggere, prevenire e perché no a sanzionare o reprimere, quando è necessario.
Una mattina ti alzi e ti rendi conto che la vista non ti aiuta più, le articolazioni non fanno il loro dovere, la schiena non regge a sei ore in piedi, il tallone ti fa male dopo cinque ore di centro storico, in una parola sei vecchio, non in generale, non per l'anagrafe, ma a 57 anni sei inadeguato per il lavoro di strada, poi lo fai, stringi i denti, cambi occhiali, ti guardi allo specchio e ti dici che sei un magnifico cinquantasettenne, ma gli anni ci sono, e per strada invece è tutto più giovane.
Più giovani sono gli abusivi stranieri appena sbarcati da un qualsiasi lido, più giovani gli spacciatori, gli automobilisti ubriachi o intossicati di una qualsiasi sostanza stupefacente, più giovani gli adolescenti che si muovono in branco e corrono veloci.
I nodi vengono al pettine, io oggi, pasquetta 2016 mi siedo sul bordo del fiume e mi chiedo quando passerà il prossimo cadavere di un collega diversamente giovane mandato allo sbaraglio da uno Stato indifferente, al nostro grido di aiuto.

Massimo Fagnoni delegato SULPL Bologna

domenica 27 marzo 2016

latin lover



Non conosco la Comencini scrittrice e difficilmente la conoscerò, conosco poco la Comencini regista e so solo che è figlia del grande Luigi Comencini e certe eredità sono difficili da portare sulle spalle.
Questo film è una sorta di omaggio a tratti nostalgico a tratti ironico a tanto cinema italiano quello che dal dopoguerra fino agli anni settanta ha reso grande il nostro cinema anche nel mondo.
Tanta commedia italiana ha fatto scuola ma non ha lasciato grandi eredi non è rimasto nulla del realismo e per fortuna chi ha voglia di un film come ladri di biciclette oggi?
Non è rimasto nulla della commedia all'italiana, bella graffiante, grottesca, romantica disincantata, dal Sorpasso a I mostri, non è rimasto nulla della stessa commedia di Comencini da Poveri ma belli, alla Ragazza di Bube, a Le avventure di Pinocchio, una delle migliori realizzazioni televisive della famosa favola italiana.
La Comencini insieme a un piccolo drappello di discreti attori italiani racconta con leggerezza la commemorazione di un mostro cinematografico degli anni ruggenti del nostro cinema, un personaggio inventato, che cita in diverse immagini alcuni frammenti di tanto cinema italiano.
E' un racconto al femminile, in parte nostalgico, in parte grottesco, con un unico grosso limite:
Non arriva da nessuna parte, non tocca il cuore, non muove emozioni, non fa ridere se non in pochi momenti, non crea l'atmosfera tipo Vecchia Romagna, non fa nascere il desidero di rispolverare una vecchia pellicola, non muove riflessioni sul ruolo maschilista dell'attore in tanto cinema italiano, non è neanche una storia familiare convincente, insomma rimane una commediola insipida e appena sufficiente, ha un solo vero merito, averci donato l'ultima apparizione sugli schermi della bellssima Virna Lisi, una delle nostre icone per eccellenza.
Ciao Virna, ho guardato il film fino alla fine solo per te.

sabato 26 marzo 2016

Solitario bolognese ... ancora per poco








‪#‎solitariobolognese‬ è il mio primo libro di racconti e novelle, uscito conGiraldi Editore nel 2013 rimane uno dei libri che amo di più, anche se non il più venduto. ma chi se ne frega. I racconti sono esercizi di stile, sono incisivi e immediati come istantanee rubate alla quotidianità che ci circonda, entrano nello spazio dedicato alla lettura di ognuno quasi con discrezione e durano lo spazio di un breve spostamento in treno, possono essere letti nell'anticamera del commercialista, o mentre si attende un autobus. Quando funzionano lasciano un retrogusto buono come un buon caffè. Tutta questa pappardella per annunciarvi l'imminente uscita del mio secondo libro di racconti, sempre con Giraldi che devo ringraziare per la continua ricerca di qualità e la fiducia nei miei confronti. Per chi ha letto Solitario bolognese questa volta si porterà a casa 21 racconti brevi, a volte brevissimi storie di bolognesi per caso o per fortuna, alcune nere come da tradizione, altre di ordinaria follia, quella che ci accompagna ogni giorno nelle nostre vite apparentemente ordinarie. Intanto il primo libro lo trovate ancora a 2 euro e 99 centesimi su Amazon.it, un caffè e una salata vuota.


giovedì 24 marzo 2016

Polizia Locale ... La difficoltà di chi vigila, un anno dopo




25 marzo 2015

Questa intervista è esattamente di un anno fa. e siamo ancora fermi, lo Stato continua a ignorare il nostro grido di aiuto, non abbiamo l'equo indennizzo, non abbiamo nessuna legge di riforma della Polizia Locale, abbiamo lo stipendio fermo al 2009 insieme a tutti i dipendenti pubblici, nemmeno gli 80 euro di Renzi. In compenso continuiamo a morire per strada nell'indifferenza dello Stato, continuiamo a fare il nostro dovere, a presidiare il territorio, ma il SULPL continuerà a urlare il proprio disappunto, io mi sento offeso da chi invece di tutelarci continua a disattendere le nostre legittime richieste

mercoledì 23 marzo 2016

Bologna non c'è più alla sala Falcone e Borsellino



Si torna a Bologna dove grazie alle amiche scrittrici Lorena Lusetti , Katia Brentani è già iniziata la seconda rassegna intitolata Quattro passi nel crimine.
Questa volta sarò insieme allo scrittore Fabio Mundadori con il suo romanzo Dove scorre il male.
Appuntamento 8 aprile 2016 presso la sala Falcone e Borsellino.
Via Battindarno 123.
Bologna
Ore 21.15
Vi aspetto

sabato 19 marzo 2016

fino a qui tutto bene




Fino a qui tutto bene e non a caso vi incollo il link di Roan Johnson sul titolo del film perché merita talvolta dare un'occhiata  a chi sta dietro le quinte di una storia e questo film è una vicenda che narra le vite di alcuni giovani universitari alla fine del loro percorso di studi in una Pisa quasi tutta vissuta sui tetti della città.
Il film è realistico  e surreale insieme, è vero nella sua drammatica tenerezza e divertente, comico, senza diventare mai aggressivo o irriverente, è semplicemente una storia dove le vite dei protagonisti si incrociano, intrecciano, mescolano, scambiando carne ed ossa come canta Ligabue in un addio alla giovinezza per una proiezione senza rete nel mondo adulto.
Perché nel nostro paese non diventi mai davvero adulto, non è permesso oggi, ma non puoi rimanere per sempre studente fuori sede.
Vivi nel limbo della miseria condizionata dai conti correnti dei genitori, nella precarietà delle borse di studio, nella speranza di un lavoro in Islanda a caccia di vulcani.
E vulcanico è sicuramente questo regista, commoventi questi relativamente giovani attori, fuori dai circuiti collusi di tanto cinema romano e non solo e allora, che la sorte vi arrida in battaglia e tanto argent e successo a questo gruppo di eroi del cinema indipendente, ve lo meritate

venerdì 18 marzo 2016

Bologna non c'è più a Pieve di Cento




Per la rassegna Condimenti di cibo e letteratura Martedì 22 marzo 2016 alle ore 20, approdo a Pieve di Cento dove grazie a diversi amici conosciuti nel mio percorso di scrittore ho già avuto modo di presentare le mie storie fra la via Emilia e il West, fra Bologna e la Toscana, fra Bologna e Ferrara.
Mi sento molto cittadino della Bassa, ma anche bolognese e appenninico  e quindi come disse il grande Mazzini, mi pare, cittadino del mondo, del mio piccolo universo circoscritto dal punto di vista spaziale ma in contatto attraverso la rete con altri universi possibili.
Cibo e letteratura sono un connubio perfetto basta ci sia del buon vino e degli amici con i quali condividerlo.
Martedì ci saranno gli amici di sempre o almeno degli ultimi anni di scorribande letterarie e culinarie.
Ci sarà Claudio Balboni alla consolle, Marco Piovella alle letture, Andrea Piselli con le sue analisi e approfondimenti, Lara Gamberini per la parte fotografica, e la Trattoria da Filizon in via Giuseppe Garibaldi 60 a Pieve di Cento.
Se volete esserci dovete telefonare ai numeri scritti nella locandina.
Per 10 euro si beve buon vino e si mangia roba genuina.
Vi aspetto.



giovedì 17 marzo 2016

Le leggi del desiderio



L'idea era buona, la regia no.
Il tema è intrigante e attuale ed è questo il motivo che mi ha spinto a inoltrarmi nella visione di questo ultimo film del giovane Muccino.
Non ho una grande passione né per lui né per il fratello, è questione di feeling direbbe Cocciante.
In realtà trovo il cinema soprattutto del giovane abbastanza superficiale e non coinvolgente ma capisco che il mio parere è molto soggettivo.
Ho cominciato a guardare il film sperando di trovare spunti sociologici e antropologici, perché è interessante riflettere sul desiderio oggi, cosa ci spinge a muoverci, cosa desideriamo davvero, fama, successo, ricchezza, sesso?
Speravo che il giovane regista avrebbe affrontato il tema con leggerezza,  cercando almeno di divertire.
Il film l'ho trovato subito noioso e non mirato, poco interessanti anche i personaggi.
In una parola, bocciato.
Peccato una buona idea non sviluppata adeguatamente.
Su Sky.

mercoledì 16 marzo 2016

Il discorso del Re



Alcune veloci considerazioni.
Un capolavoro inglese, un grande Colin Firth, il coprotagonista non meno grande Geoffrey Rush, una regia impeccabile ed elegante, una storia vera di amicizia e di nobiltà da tutti i punti di vista.
Una storia di come la diversità nasce spesso da una interiorità elevata e qualsiasi problema interiore può essere non dico risolto ma aggredito con la giusta tecnica e disciplina.
Un'ultima riflessione:
Film sicuramente inneggiante alla, permettetemi il francesismo, grandeur inglese, inneggiante al loro stoicismo, alla loro fedeltà alla corona, etc etc.
Però rimane un fatto, l'Inghilterra disse no alla Germania di Hitler e si imbarcò in un conflitto con la sicurezza di versare lacrime e sangue.
E l'Italia?
Seguì il dittatore nazista nel suo delirio di onnipotenza pure sapendo che così facendo si imbarcava in una guerra iniqua nella quale avrebbe avuto un ruolo sicuramente nefasto e le spese di tale scelta sciagurata le stiamo ancora pagando.
Forse la nostra piccolezza come paese ha origini lontane, e questa riflessione semplicistica mi è arrivata guardando questo film e ascoltando il discorso di un Re.
Premiato con diversi Oscar, lo trovate anche su sky.

martedì 15 marzo 2016

In fondo al bosco



Mi viene da pensare che la qualità si sposa con i mezzi e i soldi, non c'è niente da fare.
Sky sta crescendo e se guardi la televisione e ti piace la  fiction alla fine devi fare i conti con questa piattaforma, che ti piaccia o meno la filosofia di fondo o chi l'ha inventato.
Questo film italiano è la dimostrazione che si può costruire un nero credibile, interessante, avvincente anche senza essere americani, inglesi, francesi.
Il film è semplice nella sua dinamica, l'ambientazione perfetta, le Alpi, c'è anche la festa del diavolo, e i personaggi sono bene caratterizzati, l'angoscia palpabile, la trama suggestiva e ci sono anche efficaci colpi di scena, gli attori sono discreti e la conclusione malinconica e aperta, come in tutti i noir che si rispettano.
E allora viva sky

In fondo al bosco


domenica 13 marzo 2016

Polizia Locale ... Quando nei sondaggi il tuo parere non è compreso




Quando un ventenne ti sputa in faccia chiamandoti vecchio di merda, sbirro maledetto, non conti un cazzo, vai in pensione, e tutto ciò solo perché stai cercando di fare il tuo dovere.
Quando chiedi allo Stato ... da anni ... di riconoscere solo ciò che è giusto, l'equo indennizzo che è semplicemente l'accertamento della dipendenza delle infermità da causa di servizio.
Quando sei in una piazza qualsiasi e i manifestanti ti tirano le bottiglie e ti infamano, ma non ti viene riconosciuta l'indennità di ordine pubblico perché non sei un poliziotto.
Quando devi rischiare la pelle durante un  trattamento sanitario obbligatorio, senza tutele, senza strumenti per difenderti, e il vigile del fuoco dopo avere aperto la porta dell'appartamento ti dice, adesso tocca a te.
Quando sei allo stadio e stai facendo viabilità e passa il pullman con gli ultras di turno e quelli ti offendono e ti tirano le lattine in faccia.
Quando devi rilevare un incidente in mezzo alla strada e ti investono, o ti sparano da una finestra di un  condominio mentre cerchi di tenere lontana la folla, o ti investono con un suv rubato.
Quando continuano a chiamarti vigile, Pizzardone, Ghisa, Gufo, e non certo per simpatia.
Quando ti tocca  discutere con  gli ambulanti abusivi più giovani di te, aggressivi, difesi dall'opinione pubblica perché sempre meglio vendere marchi contraffatti che rubare.
Quando anche la magistratura assolve chi ti ha appena picchiato definendo la sua aggressione un reato risibile.
Quando ti capita di uscire in servizio di notte, a sessant'anni e gli unici che non si accorgono che sei vecchio sono coloro che governano il Paese.
Quando ... sei stufo marcio di essere usato come capro espiatorio di ogni situazione di degrado cittadino dagli sgomberi alla movida universitaria.
In tutti questi casi e molti altri ancora, io mi sento offeso.

Massimo Fagnoni delegato SULP Bologna

sabato 12 marzo 2016

Bologna, unità cinofile antidroga a scuola ed è subito polemica



La nostra piccola borghesia illuminata, portavoce del garantismo a tutti i costi. I genitori di questi adolescenti che sentono l'esigenza prepotente di alzare la voce imperiosa e urlare fuori i cani e i poliziotti dalle scuole che vadano a occuparsi di altri luoghi, di altri problemi, dei nostri ragazzi ce ne occupiamo noi che sappiamo come educarli come crescerli.
Ho letto i commenti in rete: cosa sarà mai se i giovani si fanno le canne è sempre successo, una canna non ha mai ucciso a nessuno, altri sono i crimini, altri i problemi, che la Polizia si occupi della corruzione, della malasanità, della politica inquinata, dei veri delinquenti.

Intanto al Manzoni arrestano un diciassettenne che dopo la ricerca di un cane sul suo ciclomotore ha portato i militari al domicilio del giovane dove è stato rinvenuto un etto fra hashish e marijuana.
Cosa sarà mai un etto di fumo? Qualcuno avrà detto, sicuramente era per uso personale, e questa polizia è repressiva e anti libertaria.

Il nostro paese sta ruzzolando sempre più verso un dirupo e davanti ci stanno questi allegri buontemponi del buonismo obbligatorio, del garantismo sfrenato, dell'accoglienza illimitata.
L'equivoco che essere di sinistra significhi essere contro ogni regola dettata dalle leggi è tanto errato quanto pericoloso.
Non sono un  moralista, non mi scandalizza chi consuma droghe leggere, ma sono convinto che le regole vadano rispettate sempre dovunque da chiunque.
Deve prevalere un concetto, se voglio vivere in questo modello sociale devo attenermi alle regole dettate da tale contesto.

Se compro un appartamento in un condominio devo rispettare le regole dettate dall'assemblea condominiale, altrimenti se sono contrario posso sempre scegliere di vivere in una grotta su una montagna dove le regole sarò io, più o meno, a stabilirle.

A scuola non si porta hashish o marijuana o eroina, come non si portano armi, come non ci deve essere nessuna forma di bullismo, non si fumano sigarette, si chiama rispetto delle regole sociali, rispetto per gli altri, quelli che non vogliono consumare sostanze e vanno a scuola essenzialmente per studiare.

Ultima considerazione non meno imprescindibile.

La droga, come l'alcol uccidono eccome, basta pensare a un qualsiasi incidente stradale, in una qualsiasi notte di un sabato italiano, al ritorno ubriaco e allucinato da una discoteca.
L' incidente stradale rimane una delle prime cause   di morte nel nostro paese.

Ringraziamo, quei cani, quei militari, e il  sano principio che prevenire è meglio che curare.
Lasciateli lavorare, loro sono lì per salvare i vostri figli.


lunedì 7 marzo 2016

Coliandro ... soprattutto per affetto



Termina l'ultima stagione tanto attesa di Coliandro e scrivo poche considerazioni a margine di un fenomeno più che di un prodotto.
Io amo la serie, seguo gli autori da anni, dentro c'è Lucarelli, i Manetti Bros, e tanta creatività bolognese, dentro c'è Morelli che tanto deve della sua popolarità, se non tutto, al personaggio, lui è Coliandro, difficile pensare a un sostituto.
Devo ammettere che specialmente l'ultima puntata Cop Killer, l'ho trovata fiacca, davvero poco divertente e aggiungo, il riferimento alla vittima di un poliziotto violento mi è sembrato strumentale, quasi ideologico, quando la cosa davvero divertente della serie e del personaggio è il suo essere al di sopra delle parti.
In questa stagione è emerso un Coliandro che ammette i suoi limiti, che gioca con il suo ruolo di macho, e svela a tutti i costi la sua componente buonista, al limite dell'essenza del personaggio stesso.
Cambiano i tempi e nonostante fior fiore di sceneggiatori, compreso il concorso in rete per nuove e originali idee da proporre, non mi pare che le sceneggiature siano originali o sorprendenti.
Rimane la simpatia di Coliandro, la bellezza della fotografia, l'affetto per i personaggi, e la speranza che la serie continui ad esistere per inseguire la qualità non accontentandosi dei bagni di folla in Sala Borsa, indicativi soprattutto del successo di un personaggio che rischia di diventare un'icona con niente dietro.


sabato 5 marzo 2016

Bologna non c'è più a Ozzano







3a serata della rassegna culturale organizzata dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Ozzano dell'Emilia.
"Così lontani così vicini" - Arcangeli e Fagnoni si raccontano attraverso i loro libri "Dove oggi è già domani" (Giraldi Editore e "Bologna non c'è più" (Frilli Editore)




Biblioteca 8 marzo 1908 - Piazza Allende 18 - Ozzano dell'Emilia ore 21

Letture ad alta voce a cura di Giuseppina Randi e del gruppo di lettura di Ozzano Emilia e per finire buffet e assaggi di vini della Palazzona di Maggio


venerdì 4 marzo 2016

minchia signor tenente



Minchia signor tenente.
Torno oggi da un'assemblea infuocata, due anni di conflitti con l'amministrazione comunale e siamo arrivati al nodo, si litiga su numero di notti, servizi disagiati, articolo 208 e si dimentica il nodo cruciale sul quale il SULPL si sta  battendo da sempre:
Le nostre condizioni lavorative, le tutele, la formazione, gli infortuni, l'età utile per andare in pensione, gli strumenti del nostro lavoro,
Noi litighiamo sulle piccole cose, sul nostro orticello, mentre il nostro quotidiano è sempre più pericoloso,  conflittuale, precario.
Quando prenderemo coscienza, quando capiremo che il nostro problema non sono le amministrazioni locali ma lo Stato che ci rifiuta ogni possibilità di riforma?
Minchia signor tenente, intanto si continua a morire in questo paese da operetta, nell'indifferenza dell'opinione pubblica, nell'inconsapevolezza stessa dei colleghi che come i polli di Don Abbondio continuano a beccarsi allegramente mentre li portano nel luogo dove finalmente gli tireranno il collo.
Minchia signor tenente