mercoledì 29 novembre 2017

Il bibliotecario di via Gorki



Puntuale come le festività  natalizie arriva nelle librerie bolognesi e nazionali il mio quarto romanzo dedicato a Galeazzo Trebbi e alle sue indagini.
Da domani 30 novembre 2017 troverete il romanzo nelle librerie, e a breve in rete e in versione digitale.
Lo potrete acquistare anche nell'edicola del mio ameno paese, Bentivoglio, se vi capiterà di passare dalle mie parti e al Blues Café di Corticella dall'amico Valerio Gardosi.

Torno alle origini con Il bibliotecario di via Gorki e abbandono il filone più socio politico che mi è stato a ragione o torto attribuito trasformandomi in uno scrittore del nero sociale.

In realtà io invento storie in base al sentimento del momento, a una vicenda che mi colpisce, a un desiderio improvviso, punto.
In questo caso sono partito da Breaking Bad, serie televisiva americana che ho molto amato e la trilogia inaugurata dal Bibliotecario di via Gorki racconta tre personaggi maschili che ho creato partendo da tre personaggi fondamentali della fiction americana.
Non ci sono reali somiglianze, ma solo idee.
Il mio primo personaggio è un cane di paglia, un uomo normale come la maggior parte di noi, con una vita ordinaria, un lavoro regolare e l'insoddisfazione congenita tipica della nostra civiltà grassa e annoiata.
Non vi racconto altro, dovrete scoprire da soli, leggendomi, quanto ritrovate di voi nel personaggio, e quanto invece non vi appartiene.
E Trebbi?
Lui fa il suo lavoro, cerca di farlo bene, e anche in questo caso sarà l'ago della bilancia, lui è l'investigatore che io cercherei se avessi davvero bisogno, perché non cerca di sedurvi con delle illusioni, cerca solo di risolvere i problemi.

Tre eventi in dicembre:
13 dicembre con l'amico Davide Pappalardo e il suo Buonasera signorina (Vincitore del primo premio digitale a Garfagnana) faremo due chiacchiere presso La confraternita dell'uva a Bologna.
15 dicembre consueta prima presentazione ufficiale al Secondo Rinascimento con aperitivo, alle 18.
17 dicembre castagnata a San Marino di Bentivoglio con gli amici del circolo Arci.
Poi ci saranno alcuni appuntamenti con firma copie in due librerie a Bologna (Centro Borgo Coop) il 20 dicembre e alla Mondadori di Casalecchio, alla Meridiana, il 23 dicembre.

Troverete inviti e riferimenti qui e su facebook.
A presto

domenica 26 novembre 2017

L'altra Grace




Il male seduce talvolta, è talmente potente e sensuale se ha le sembianze di una giovane donna dai lineamenti angelici e dall'espressione mite.
L'altra Grace è una miniserie canadese basata su un romanzo di una scrittrice canadese.
La storia è vera anche se romanzata e si svolge intorno al 1843, in Canada.
Una giovane domestica e lo stalliere furono arrestati con l'accusa di avere ucciso il loro padrone e un'altra domestica che aveva una relazione con lui.
Una vicenda che farebbe la sua figura in un epoca di trasmissioni sensazionaliste da Quarto Grado a Chi l'ha visto, e in effetti l'aspetto interessante è l'analisi dei personaggi e le diverse prospettive attraverso le quali viene analizzata la figura di Grace che a seconda dell'angolazione può apparire angelica o diabolica.
C'è un'altra parte in ognuno di noi, e spetta a noi mostrarla o meno, celarla o meno, uscire alla scoperto e manifestarsi a volte è un'azione di sola andata, senza possibilità di ritorno.
Io la mia parte oscura la metto nei romanzi, terapeutico, liberatorio, salvifico.
Su netflix

giovedì 23 novembre 2017

Cesare Cremonini - Poetica




Non è perché è di Bologna come me, ma Cremonini mi piace, alcuni suoi brani li ho amati talmente  da utilizzarli per i titoli dei miei romanzi.
Figlio di un re ad esempio mi ispirò Lupi neri su Bologna che inizialmente aveva come titolo provvisorio quello della canzone e ha conservato della canzone il cognome del protagonista Massimiliano Re.
Poetica è una canzone potente, difficile come tante sue canzoni, sicuramente difficile da cantare:

anche quando poi saremo stanchi
troveremo il modo per
navigare nel buio
che tanto è facile
abbandonarsi alle onde 
che si infrangono su di noi

è una superba canzone d'amore, parla di stanchezza, di fatica, e di quanto possa essere difficile amare, e condividere, altro che la celebrazione della vita tanto sdolcinata e retorica di Jovanotti.
Cremonini canta l'amore dei  nostri tempi, o forse la sua idea di amore, parla di solitudine. Il video in bianco e nero, incentrato su di lui, mi piace,  una sottolineatura raffinata del brano.


Anche se penserai che non è poetica
questa vita ci ha sorriso e lo sai
non è mai finita
abbracciami

In conclusione fra il rapper buono con la barba di rivoluzionario che ci tiene tanto a celebrare una vita che spesso è amarezza e miseria e un cantore creativo e potente che celebra l'amore nel tempo della grande solitudine esistenziale, io preferisco il secondo.
Cremonini sta ancora crescendo, Jovanotti è già arrivato a destinazione e non mi stupisce più.


Jovanotti - Oh, Vita!





Autunno tempo di nuove uscite musicali e letterarie.
Vi presento in sequenza due video di due autori dal diverso spessore e direi anche di due diverse generazioni.
Il brano di Jovanotti è l'ennesima celebrazione della vita fatta a suo modo e come ho già scritto in un recente passato, tanto mi piaceva Jovanotti, e ancora è riuscito a stupirmi con Sabato, pur non convincendomi più per il resto della sua produzione.
Jovanotti ha superato i cinquant'anni ed è dura continuare a fare il rapper e il rivoluzionario in ambito musicale, sicuramente deve essere faticoso, perché, e ve lo dice uno che ha qualche primavera più di lui, è una faticaccia ostentare entusiasmo, vitalità e soprattutto proporre novità in ambito creativo.
Il video è bello, in bianco e nero, molto metropolitano, ma la musica, i ritmi e le stesse parole sanno di vecchio, ci sono molte citazioni compreso Futura di Dalla, ma personalmente se devo scegliere fra questo brano e Poetica di Cremonini voto per il cantautore bolognese, più giovane, e sempre in cerca di nuove sonorità, di nuove proposte, un grande autore che ancora sta crescendo.
Prossimo post dedicato alla sua Poetica











martedì 14 novembre 2017

mondiali addio ... la rivincita dei nerds



Ricordo un'estate, non l'anno, ero insieme  alla polizia di stato e la nazionale aveva appena vinto una partita ai mondiali, l'onda lunga dei tifosi festanti arrivò in piazza Verdi dove  eravamo in servizio e per condividere la gioia della vittoria  i tifosi cominciarono allegramente a lanciare bottiglie contro di noi.

Ricordo un'altra estate, non avevo calcolato la partita della nazionale e mi ritrovai in una Feltrinelli a Ferrara io e il giornalista in totale solitudine, a presentare un mio libro.

Il nostro paese  si muove attorno a pochi ma consolidati entusiasmi, uno per tutti il calcio.
Il paese non legge, se non le classifiche calcistiche in schedina.
Arranca in un' Europa che continua a trattarci come  cugini ignoranti e corrotti.
Perde terreno da tutte le parti, nonostante la presunta ripresa, si appresta a diventare uno dei paesi dove si andrà in pensione più tardi, è ferma al palo di un contratto dei dipendenti pubblici datato 2009 e spera in un aumento di 80 euro lordi per il 2018.

Ma l'unico vero motivo di sconforto oggi è l'uscita della nazionale dai mondiali.
Calciatori super pagati, vezzeggiati, coccolati, adorati, hanno deluso il popolino degli stadi gremiti dove continua a imperare la logica razzista di gruppi organizzati che la fanno da padrone dettando le regole di una violenza spesso insensata e omicida nell'indifferenza generale, perché ai tifosi e agli ultras tutto è concesso, come dimenticare l'omicidio dell'Ispettore Filippo Raciti per citare uno dei tanti caduti per mano di frange di tifosi scatenati.

Oggi l'Italia torna a casa, e non assisteremo a caroselli ubriachi nelle città italiane, a strombazzamenti demenziali, a festeggiamenti incomprensibili, le notti di noi italiani non allineati saranno sicuramente più silenziose e piacevoli e magari anche il resto del paese avrà modo di riflettere sui temi davvero importanti e sul fatto che non c'è proprio motivo alcuno di festeggiare, mentre pezzo dopo pezzo continuano a fregarci il futuro.

lunedì 13 novembre 2017

la ragazza del treno



Il film è tratto da un romanzo di Paula Hawkins giornalista e scrittrice inglese più o meno, visto che è nata in Africa e non so voi, ma gli scrittori capiranno, quando ti imbatti in un film tratto da un romanzo quasi di esordio che ha venduto più di 3 milioni di copie prima cosa senti nei confronti di chi ha realizzato il risultato una sorta di invidia e sfido fra gli amici scrittori chi non l'ha provata unitamente a un sentimento non certo amorevole, che ti porta a cercare di capire come lei sia riuscita con un solo romanzo in un'impresa che io non sono riuscito a realizzare con dodici quasi tredici romanzi.
Poi cerchi di analizzare il fenomeno perché dopo l'invidia e le varie imprecazioni subentra il raziocinio e l'umiltà, lei c'è riuscita semplicemente perché è molto più brava di me, scrive meglio, è donna e le lettrici sono soprattutto donne, e la storia è totalmente al femminile.
La minchiata del giallo psicologico che ho letto in giro mi fa scappare da ridere, tutti i gialli sono più o meno psicologici. Capire la ragione del suo successo a me serve solo per capire come scrivere una cosa simile per diventare ricco e famoso, e anche solo ricco basterebbe.
La storia funziona, è quella di una donna, alcolizzata, sola e disperata, che ogni giorno osserva la vita degli altri dal finestrino di un treno,  sopratutto la vita di altre due donne, quella che gli ha rubato il marito e quella della tata del figlio di suo marito.
La vicenda si snocciola angosciante, a tratti claustrofobica, fra le vite disperate di queste tre donne e diventa poi un giallo, ma in realtà il giallo è un accessorio della vicenda che non presenta un solo personaggio positivo o un barlume di speranza eppure avvince e convince.  Il film mi è piaciuto, devo ammetterlo, anche se il libro sarà sicuramente meglio e giuro ... non lo leggerò mai.
Perché alla fine se lo leggessi cercando di rubare alla brava scrittrice la formula magica non potrei mai riprodurla con lo stesso successo, conoscete qualcuno che sia riuscito a copiare la ricetta della Coca Cola?
Secondo punto, non importa quale ricetta serva per vendere tre milioni di copie, io continuerò a scrivere solo ciò che mi va di scrivere, e so già che non venderò mai 3 milioni di copie, ma non potrei mai inseguire qualcosa con regole diverse dalle mie, nemmeno se fossi certo di riuscirci.


sabato 11 novembre 2017

Louis C.K



Siete in aereo e improvvisamente un neonato comincia a frignare, è un pianto continuo, penetrante come il trapano di un dentista, incessante come una grandinata e non c'è nessun posto dove fuggire, bisogna armarsi di santa pazienza maledicendo il neonato e i suoi genitori inefficienti.
Siete il padre del neonato e un americano grasso, single, in carriera si volta verso di voi e prima fissa il neonato urlante con odio poi vi fissa pretendendo un'azione risolutiva, tipo la soppressione di vostro figlio, così per la sua pace interiore.
Questo è un pezzo dell spettacolo di Louis C.K chiaramente raccontato dal sottoscritto.
Ho scoperto questo comico, regista, sceneggiatore americano su Netflix ed è stato amore a prima vista.
Non è bello, non è in forma, non è buono, è semplicemente geniale e anche un po' diabolico perché in puro stile stand up comedy lui entra nel tuo salotto buono o cattivo che sia e ti mostra il suo peggio che poi è spesso anche il tuo, l'animaccia nera che corre sotto pelle, i tuoi terribili difetti quelli che solo tu conosci perfettamente e che cerchi di nascondere al mondo.
Ti coglie con le dita nel naso, ti racconta i desideri più osceni, gli stili di vita più auto distruttivi, non risparmia nulla e nessuno e soprattutto non risparmia se stesso.
I comici italiani tradizionali svaniscono sullo sfondo di fronte alla sua comicità che è corrosiva, spietata, controcorrente.
Adesso lo accusano di avere molestato donne e magari da uno come lui te l'aspetti, ma se non avete paura di fare un viaggio dentro voi stessi guardatevi uno dei suoi spettacoli è adrenalina pura, e autocoscienza gratis, meglio di una seduta psichiatrica.
Su Netflix

mercoledì 1 novembre 2017

walking dead 8



Uno dei fumetti che ha avuto il maggiore successo nella trasposizione televisiva degli ultimi anni.
Torna su sky Walking Dead  con l'ottava stagione e la prima puntata è subito caratterizzata dall'attesa.
Ho cercato di comprendere l'evoluzione e la strategia dei personaggi a me cari, ma già l'ansia serpeggia perché si intuisce che qualcosa non funzionerà come desideri.
Del resto dopo 8 stagioni cruente, dolorose, splatter in alcuni casi, travolgenti, non può capitare di desiderare una qualsiasi conclusione?
Continuo a guardare Walking Dead con la speranza di una improbabile pace e la conseguente ricostruzione del mondo, ma come si può sperare una fine pacifica guardando un horror survival?
La realtà è che mi sono affezionato ai personaggi, che non sono buoni, solo umani e attaccati tenacemente al desiderio di sopravvivere.
Del resto non siamo così anche noi'
Non necessariamente buoni, ma caparbiamente attaccati ai nostri desideri, ai nostri privilegi, al nostro stile di vita, e non ci rendiamo conto che più passa il tempo e più ci dirigiamo verso un futuro che sicuramente sarà dominato da un unico possibile fine, sopravvivere.