mercoledì 19 febbraio 2020

generation kill






Cosa può spingere un giovane americano a fare di tutto per entrare nel Marines degli Stati Uniti e partire volontario per una guerra qualsiasi?
Impossibile saperlo, ricordo però un giorno di quasi 40 anni fa quando all'uscita di un esame universitario  andato male, diritto del lavoro, decisi che era ora di farla finita con le sciocchezze e andai diretto al distretto militare a fare domanda per entrare negli auc (allievi ufficiali di complemento) e la mia scelta segnò parte del mio carattere futuro, parte della mia vita, e forse determinò anche l'inizio di qualche artrosi, in Friuli era molto freddo quell'inverno.
I personaggi di questa fiction guerresca sono realistici, come realistico è lo stile della regia, la sceneggiatura, l'ambientazione.
La guerra è brutta, puzza, fa schifo, uccide innocenti, è una follia, ma continua ad essere di grande moda fra gli esseri umani, quindi tanto vale raccontarla per bene, dalla parte di questi giovani marines matti come erano matti i protagonisti di Apocalypse Now, quando si mostra il lato più oscuro e stravagante dell'essere umano con in mano una qualsiasi arma da fuoco.
Questi ragazzi la guerra ce l'hanno dentro le loro teste, se la portano da casa, è una generazione di killer, frutto di un'educazione o una diseducazione al vivere civile che ormai ha contagiato tutti gli ambiti dei paesi civilizzati.
La serie mi piace, mi piacciono i personaggi, consigliata, cruda, reale per quanto può essere, sconsigliata a pacifisti irriducibili, non ci sono buoni sentimenti dove si vive con un fucile di fianco alla branda.

lunedì 17 febbraio 2020

the stranger e l'amica geniale stili a confronto








Ascolto sempre i consigli di Matteo Bordone su Radio 2 il sabato sera soprattutto, lui è uno dei due, l'altra è Melissa Greta ed è anche bella, anche se non c'entra nulla con il tema di oggi.
Bordone mi ha consigliato la visione di The stranger crime inglese su Netflix in 8 puntate, ma io avevo tutte le intenzioni di iniziare la visione della seconda parte dell'amica geniale, polpettone nazionale, tratto dai romanzi di Elena Ferrante pseudonimo e non chiedetemi il perché di una misteriosa scrittrice italiana.
Premetto, non ho letto i romanzi e non ho intenzione di leggerli, mi era piaciuta la prima stagione e ho inizato a vedere la seconda fermandomi alla prima notte di nozze sulla costiera amalfitana, e lì sono arrivato alla conclusione definitiva che mi stava ammorbando la storia delle due amiche sociopatiche in un italietta anni 60 in crisi di identità.
Lo so vado controcorrente ma chi se ne frega, è il bello di avere un blog.
Quindi ho iniziato a vedere The stranger e mi sono sorbito l'intera stagione in una sola domenica.
The stranger è ciò che cerco oggi  dalla fiction, ritmo, personaggi efficaci, introspezione, analisi, idee nuove, buona sceneggiatura, bravura degli attori.
Non vi svelo nulla perché sarei un criminale a farlo, ma se avete Netflix dovete perderci qualche ora e risultato finale The stranger batte il colossal nazional popolare esportato in tutto il mondo, almeno a casa mia.

giovedì 13 febbraio 2020

Si muore tutti democristiani



Li conoscevo per i numerosi video, spesso irresistibili, di critica politica, loro sono quelli del terzo segreto di Satira e sono usciti allo scoperto con questo film che pure con i limiti dettati dalla difficoltà di affrontare in maniera definitiva un tema tanto delicato esprime con precisione e consonanza gli stessi sentimenti che nutro da anni nei confronti del fare politica nel nostro paesuncolo.
Noi orfani della sinistra, almeno parlo per me, e per quelli come me in crisi definitiva, ci siamo smarriti in un paese dove non è possibile schierarsi senza mal di stomaco e incredulità.
I tre quarantenni in crisi di identità che cercano in maniera creativa di vivere coerentemente in una società alla deriva sono costretti loro malgrado ad arrendersi anche perché non trovano una qualsiasi sponda solida a sinistra che permetta loro di vivere dignitosamente e la proposta del sindacato di turno che li assolda per uno spot irrealizzabile se non infarcendolo di banalità e ambiguità esprime in pieno l'incapacità della sinistra attuale di proporsi come reale alternativa alla cosiddetta onda sovranista che almeno è individuabile dalle masse, mentre la sinistra avanza come un elefante ubriaco in un negozio di cristalli rompendo continuamente equilibri senza nessuna speranza, senza nessun progetto davvero sposabile dalla gente comune che è stufa di tirare la carretta fra corruzione, evasione fiscale e delinquenza.
Il film fotografa esattamente questo sentire, non buca lo schermo, non fa nemmeno ridere, ma almeno regala allo spettatore buoni spunti di riflessione.
Su raiplay credo ancora per pochi giorni.

martedì 11 febbraio 2020

La confraternita ... nuova recensione







Nuova recensione dagli amici di MANGIALIBRI.

la trovate qui, per chi non conosce i miei romanzi o per chi non ha ancora letto l'ultimo Trebbi è una recensione utile e ben fatta, grazie a Mangialibri

lunedì 10 febbraio 2020

Fiorello ... ultimo showman


Sempre a proposito di Sanremo e di raiplay ho visto qualche pillola dello spettacolo e una in particolare mi ha davvero messo di buon umore, un intervento di Fiorello a proposito dei suoi imminenti 60 anni, oltre a trovare una sintonia di acciacchi, direi, ho trovato irresistibile il suo modo di affrontare ogni fase della sua carriera con eleganza, grande ironia e spettacolare capacità di calcare qualsiasi scena con una disinvoltura da grande showman, come chicca finale mi è piaciuto il suo tributo al grande Fred Bongusto.
Fiorello canta, balla, imita, intrattiene, è convincente, sembra il tuo amico che non hai mai avuto ma sempre desiderato, ha una parola giusta per tutti, riconosce il valore e la professionalità degli orchestrali, prende in giro usi e costumi, riesce a sdrammatizzare anche sull'avanzare spietato della vecchiaia.
Se vi capita potete trovare gli spezzoni su raiplay.
Fiorello è l'ultimo showman puro in Italia, credo che dopo di lui ci sia solo vuoto pneumatico, forse non interessa più avere una tale grandezza nel palinsesto di una qualsiasi piattaforma, forse certi talenti sono tanto grandi quanto irripetibili e difficilmente clonabili.
Comunque complimenti Fiore, non so quanti soldi ti hanno dato per questo sanremo, ma per me sono meritati.

sabato 8 febbraio 2020

sanremo-raiplay -cover





Con un buon cellulare e l'app di Raiplay puoi guardare pillole di Sanremo, perché non è tutta da buttare la musica italiana, ci sono le cover dei grandi successi e saltando a piedi pari Benigni che non sopporto, le presentazioni di Amadeus, lo show di Morgan, le pubblicità, mi sono visto e ascoltato alcune pillole emozionanti,  la nevicata del 56, o cuore matto cantato da Pelù, o 24000 baci, e una bellissima "Vacanze romane" cantata da Masini e Arisa.
Qui vi mostro quella originale perché gli "amici" della Rai non mi permettono di condividere le cover.
La tecnologia ti permette di selezionare, saltare, guardare quando ti va, da solo o in compagnia, perché la musica leggera fa parte della nostra vita, può essere arte, emoziona e ci accompagna, e chi vi racconta che la cultura è Benigni vi inganna, quella è la cultura imposta da chi decide per voi, la cultura è ciò che vi emoziona davvero senza ammorbarvi, è quella che vi commuove e vi ricorda chi siete e da dove venite, la cultura è soggettiva e riguarda la vostra carne, la vostra storia, il resto è roba imposta da chi con la cosiddetta cultura ci campa alla grande.

giovedì 6 febbraio 2020

i morti non muoiono



L'ho visto ieri sera sul cellulare, incredibile il progresso, mentre a San remo andava in onda il festival nazionale, espressione alla fine del nostro reale livello culturale e sociale, io mi guardavo questa chicca firmata dal grande Jarmush.
Cast leggendario con Bill Murray, Steve Buscemi, Danny Glover, e altri grandi.
Il film andrebbe visto e rivisto per le molteplici citazioni, i riferimenti circolari, la sottile ironia che spinge al sorriso amaro e ti porta con leggerezza in una sorta di fiaba grottesca americana dove gli zombie continuano a fare da non morti ciò che facevano in vita. Eccezionale la barbona che tornata in vita dice chardonnay.
La trama è semplice, forse perché semplice deve essere il messaggio per arrivare alla gente, l'asse terrestre si è spostato e questo fatto determina alcuni effetti collaterali fra i quali l'uscita dalle tombe dei morti.
I morti che rimangono tenacemente attaccati al loro modello di vita e come racconta il regista, i morti che vogliono continuare a consumare, ad accumulare oggetti, così legati al modello sociale attuale, materialista, senza speranze.
Il messaggio è fin troppo chiaro, chiaro anche il riferimento ai grandi della terra che continuano a negare la vicina catastrofe anche quando ce l'hanno in casa,  il tutto è raccontato con la classica sottile e malinconica ironia di Jarmush supportato da un cast stellare.
Su Sky e ... w San Remo.

mercoledì 5 febbraio 2020

Comma 22




Ho portato a termine, faticando, la lettura di Comma 22 capolavoro di Joseph Heller, giornalista, scrittore che racconta la sua guerra ricollocando l'azione a Pianosa, e raccontando una storia che ho trovato modernissima e a tratti fin troppo rivoluzionaria.
Il linguaggio è originale, l'utilizzo del grottesco, della sdrammatizzazione a tutti i costi e la continua ironia sicuramente da una parte aiutano il lettore a una visione disincantata della terribile guerra mondiale, permettendogli di concentrarsi sul non senso che risiede nelle gerarchie di taluni poteri dove la logica vine soppiantata dalla ragione di stato.
Io però in un romanzo di guerra cerco altro, lo so che la guerra è un'atroce fardello dell'umanità, ma so anche che non siamo ancora riusciti a farne a meno, come del cancro del resto.
Quindi quando leggo un romanzo cerco l'emozione, la tensione dell'azione, la profondità dei personaggi e in questo romanzo devo dire che i personaggi escono spesso penalizzati come macchiette poco credibili vittime tutte del non senso del comma 22.
Questo è uno dei rari casi nei quali mi trovo più a mio agio con la realizzazione televisiva che sto guardando su sky rispetto al testo.

Rimane una riflessione sui controsensi del potere, io che ho fatto il militare come ufficiale di complemento ho sperimentato l'arroganza di ordini insensati ai quali era impossibile opporsi, e tutt'ora mi capita di scontrarmi con l'arroganza dei poteri politici attuali quelli che continuano a dirci che noi popolo che lavora e paga le tasse, dobbiamo rassegnarci a soffrire, a pagare per chi non lo ha mai fatto, ad andare in pensione a 67 anni, a morire in silenzio e mi sembra che il famoso comma 22 valga ancora soprattutto nel nostro ridicolo paese.

sabato 1 febbraio 2020

Polizia Locale ... i dimenticati





- Si è appena spenta l'eco delle elezioni regionali in Emilia Romagna ed ogni schieramento ha
proclamato, come consuetudine, il proprio successo: noi vorremmo che chiunque governi la Regione riconoscesse l'insostituibile ruolo della Polizia Locale nel garantire quotidianamente la sicurezza e il bene delle nostre comunità (ruolo troppe volte misconosciuto). Noi continueremo, negli uffici e sulle strade, a ''servire e proteggere'' e a produrre ''sicurezza''. Ciò che per noi è importante è essere tutelati per poter poi tutelare adeguatamente e senza timore le nostre comunità, ma il lungo ed inattuato percorso della riforma della legge quadro sulla Polizia Locale è la prova che governi e parlamento non hanno a cuore la sicurezza degli agenti di Polizia Locale e, conseguentemente, dei cittadini. Nella nostra Regione, che annovera tante città nei primi posti della triste classifica di reati perpetrati in danno a persone e proprietà, non esiste un assessorato alla sicurezza, mentre la Polizia Locale (su input delle locali amministrazioni civiche) già da tempo si occupa con successo del contrasto alla criminalità, pagandone però le conseguenze con un sempre più alto numero di feriti per violenze ed aggressioni subite (nel solo 2019, almeno 30 agenti feriti):
 nonostante questo, la nostra Regione non prevede (come ad esempio la Lombardia, che ha stanziato una consistente somma per indennizzare i caduti ed i feriti della Polizia Locale) alcuna forma di tutela, così come richiesto insistentemente dal nostro sindacato. Anche nella nostra città dobbiamo purtroppo registrare disinteresse da parte dell' Amministrazione (ad esempio, con un parco auto vecchio e – cosa ancor più grave - con l' assenza già da alcuni mesi dell' autovettura modificata per il trasporto in sicurezza dei fermati che talvolta sono aggressivi e violenti, pregiudicando la sicurezza degli agenti e dei fermati stessi). Tutti i giorni la Polizia Locale di Bologna è in prima linea per garantire la sicurezza della sua comunità (nel 2019 sono stati una decina i feriti per aggressione, e quest'anno sono già 2 i colleghi feriti, uno dei quali con ben 20 giorni di prognosi), pur facendo fronte ad un forte calo numerico del Corpo dovuto non solo a quota 100 ma anche al fisiologico e naturale pensionamento (e l'assunzione prevista dei 70 agenti sarà soltanto una piccola toppa). Ovviamente apprezziamo le Amministrazioni Virtuose, ma chiediamo che siano ''virtuose'' non solo dal punto di vista economico, ma anche per le tutele che devono garantire a chi è in prima linea nel contrasto all'illegalità e al degrado. A tutt'oggi da Governo, Parlamento, Regione Emilia-Romagna non sono pervenuti gesti concreti nei confronti delle donne e degli uomini della Polizia Locale: nei nostri confronti continuano a mostrare l'atteggiamento peggiore da riservare a chicchessia, l'indifferenza. In tutta la penisola continuiamo a fare un lavoro, rischioso, usurante, complesso ma senza le adeguate tutele ed è giunto il tempo di decidere se la sicurezza dei cittadini è prioritaria o meno e se si vuole impiegare la Polizia Locale anche a questo fine. Gli inganni hanno le gambe corte e se i cittadini se ne stanno accorgendo, noi lo sappiamo da sempre.

Bologna, 01 febbraio 2020 La Segreteria SULPL di Bologna