giovedì 31 luglio 2014

Il silenzio della bassa ... nuova recensione di GIALLOECUCINA

Il silenzio della bassa. Un’indagine di Galeazzo Trebbi – Massimo Fagnoni

questo il link: GIALLOECUCINA
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Trama
Autunno 2011, dal villaggio Airone a pochi chilometri da Bologna, scompare Celeste Maccaferri, una ragazza di diciassette anni, famiglia piccolo borghese, in crisi economica ed esistenziale profonda. La sezione persone scomparse della Polizia di Stato inizia subito a investigare fra i compagni di scuola, nell’ambito familiare. Parallelamente una disinvolta conduttrice televisiva, Fiorella Benedetti, inizia una sua indagine ufficiosa entrando
prepotentemente nel ménage già sconvolto della famiglia di Celeste, ingaggiando un investigatore privato, Galeazzo Trebbi, costruendo con professionalità un caso con l’unico fine di alzare gli indici d’ascolto dell’emittente televisiva per la quale lavora, una rete privata legata alla curia bolognese. Viene rinvenuto il diario segreto di Celeste e seguendo le confessioni private della giovane inizia una caccia al tesoro fra sette sataniche di periferia, il parroco del villaggio, e infine un giovane nord africano che lavora a pochi chilometri dalla villetta Maccaferri. Solo Galeazzo Trebbi con il suo metodo di investigazione vecchio stile e la conoscenza dei luoghi e dei personaggi della città riuscirà a dare una svolta alle indagini.
Recensione a cura di Simonetta Spurio
Pur essendo pubblicato in una collana di Noir, il “Silenzio della bassa” non ha la pastosità angosciosa e la vischiosità cinica del Noir. Se proprio dovessi mettergli un’etichetta, cosa peraltro non obbligatoria e sempre arbitraria, lo definirei più un poliziesco. Si tratta di un’indagine che porta sulla scena molti personaggi e situazioni con una capacità notevole di penetrazione, sono infatti descritti in modo pulito, essenziale e rivelano un notevole spessore umano e psicologico. I protagonisti ed i personaggi secondari esordiscono e si muovono sulla scena senza pudore, come cita Fossati in apertura, ma anche senza il peso di un giudizio morale preconfezionato che piuttosto viene lasciato al lettore in base alla propria sensibilità e alle situazioni oggettive della vicenda. Non ho parlato  di “muoversi sulla scena” a caso, infatti per me il libro ha una notevole capacità di evocare immagini.
A giudicare dalla fatica che ho fatto ad abbandonare la lettura per le normali incombenze quotidiane, posso affermare che il libro ha anche un buon ritmo e una ben dosata carica di tensione. Non la tensione adrenalinica dell’azione e dei colpi di scena ad effetto, ma la capacità di far interagire vari livelli di narrazione, con i relativi protagonisti, in un intreccio serrato. Sulla vicenda non posso e non devo dire niente, se non che svolgendosi in un ambito “casalingo” svela aberrazioni che possono sembrare familiari  ma non per questo meno inquietanti.
Grazie per la bella lettura!

mercoledì 30 luglio 2014

those who kill



E' difficile inventare, specialmente in ambito poliziesco, nero, giallo.
Questa serie americana ad esempio è ancora una volta ispirata a quella europea del 2011, loro uccidono, serie danese che vidi a suo tempo e che mi piacque.
Ancora una volta la protagonista è una giovane donna attraente e disturbata e fanno tre, insieme a the bridge e profiling (francese), ultimamente la fiction utilizza questi personaggi femminili affascinanti, sensuali e disturbati, inoltre quasi sempre  positivi, che lottano per la giustizia e soprattutto la verità.
La protagonista di those who kill, ad esempio è una detective della polizia di Pittsburgh, che insieme a uno psichiatra disturbato a sua volta, svela terribili delitti e smaschera assassini seriali, ma nello stesso tempo  deve affrontare una terribile vicenda personale che si nasconde dietro la scomparsa del fratello.
Non c'è speranza, non c'è serenità, ma solo personaggi tormentati che lottano in un universo metropolitano popolato di mostri della porta accanto.
Diciamoci la verità, questi personaggi femminili sono belli, patinati, ma poco realistici, a me piacciono, ma io si sa non faccio testo.
A proposito su sky.

martedì 29 luglio 2014

band of brothers




Band of Brothers - Fratelli al fronte (Band of Brothers) è una miniserie televisiva statunitense in 10 puntate prodotta da Steven Spielberg e Tom Hanks con la partecipazione della rete HBO.

Ho visto stanotte la prima puntata, ed è vero forse che a noi maschietti di tutte le età piacciono i film di guerra, a me piace anche John Wayne, Tex Willer e Capitan America, e non sono del resto un pacifista per forza, credo che nonostante gli appelli del Santo Padre, la guerra sia un accadimento  ineluttabile e inevitabile, non lo dico io ma il fatto che nel mondo oggi ci siano forse più guerre che nel secolo precedente, e entrano meno nel nostro quotidiano forse perché vengono filtrate dalla televisione che tutta tritura e sminuzza anche l'orrore, del resto la guerra israeliani, palestinesi è lì bella concreta con il suo carico di odio atavico e morti in diretta, chiedetelo a loro cosa pensano della guerra.

La guerra di band of brothers è quella quasi nostalgica e color seppia del binomio Tom Hanks e Steven Spielberg, è la guerra vista con gli occhi dei paracadutisti americani  della compagnia Easy, dove potrete ammirare un nutrito numero di bravi caratteristi americani alle prese con la durezza di un conflitto all'apice dell'epicità, lo sbarco in Normandia con i suoi 6600 americani uccisi durante le operazioni e tutto ciò che seguì.

Ma l'operazione dei due  americani è vicina alle mie corde perché parla di nostalgia, di spirito di corpo, di coraggio e di tutte quelle qualità che fanno parte del patrimonio genetico  dell'uomo normale catapultato nel bel mezzo di un conflitto mondiale.

Credo alla fine sia questo l'elemento che mi conquista, la drammatica vicenda umana di tanti giovani accomunati da uno scopo, portare a termine un compito trovandovi nella sua realizzazione un motivo, uno qualsiasi, per giustificare i rischi, la sofferenza, la fatica e lo spirito di sacrificio.

Cosa rimane di quella generazione di uomini?
Credo rimanga solo il ricordo individuale e la fratellanza che li unì e li portò verso slanci di eroismo difficilmente comprensibili in questa nostra epoca di individualismo sfrenato.

lunedì 28 luglio 2014

concordia la nave che mette tutti d'accordo



Come avrete notato ho smesso di scrivere di politica o di sindacato mi annoia l'argomento e lo trovo frustrante, non sono uno di quegli italiani saggi, democratici e idealisti che dicono ai giovani bisogna partecipare per contare, io non voglio contare, al massimo mi capita di incappare in un notiziario sky o rai 3 quelli che per abitudine frequento, dove c'è un simpatico giornalista con giubbetto anti proiettile che rischia la pelle da Gaza per aggiornarci sulla conta dei morti e dei feriti.
Il telegiornale è il nostro mea culpa quotidiano dove scontiamo i nostri peccati mortali, nostri del genere umano intendo, e pace.
Fra tutte le notizie di questa estate autunnale, la più frequente di questi giorni e la più noiosa e a tratti insopportabile mi è risultata quella della  Concordia, e non commento, non mi aggiungerò al coro di chi non dimentica i morti o il comandante reo principale, o la magnifica organizzazione tecnica che ha funzionato come un orologio svizzero.
Mi limito solo a dire che secondo me si è parlato troppo di questo viaggio terminale, talmente tanto che ieri a Genova c'erano centinaia di italiani curiosi a fotografare, filmare, e bearsi dell'arrivo del cadavere della famosa nave e questa è l'Italia che canto nel mio ultimo romanzo, ma in modo troppo poco incisivo, l'Italia, che non legge, l'Italia che non pensa, l'italia che non ha pudore.

domenica 27 luglio 2014

the bridge seconda stagione



E' iniziata su fox crime la seconda stagione di The bridge remake di una serie scandinava che non ho mai visto.
Bravi i due protagonisti Diane Kruger e Demian Bichir,  questa fiction che si svolge sui confini Stati Uniti Messico ripropone con dovizia di particolari i temi tipici raccontati con passione dal grande Cormac McCarthy, la violenza insensata e gratuita che fa parte delle regole d'ingaggio nei rapporti di forza fra gruppi criminali del cartello messicano e forze dell'ordine, fra corruzione, spaccio di stupefacenti, prostituzione e le solite amenità che rendono questo mondo disgustoso.
Le donne anche nella seconda serie appaiono bellissime e tragiche vittime di uomini che non hanno nulla di umano, la vicenda si snocciola  intorno a un'indagine della Dea che vuole vendicare la morte di un loro agente, il nostro amico poliziotto messicano che ancora vuole vendicare la morte del figlio e la protagonista femminile, bella, disturbata e autistica.
Nel complesso il tutto funziona, ma soprattutto è l'atmosfera azzeccata in questa riproduzione di un inferno tanto terreno quanto senza speranza.
Vedremo come si evolve la trama.
su Sky.

mercoledì 23 luglio 2014

Pompei in 3d



Sky questa settimana offre un documentario in 3d su Pompei del quale ho potuto vedere l'anteprima di 20 minuti e un altro documentario di 45 minuti non in 3d.
Che dire, la meraviglia della tecnologia unita alla meraviglia di un luogo che ha ispirato letterati, musicisti, filosofi dalla fine del 700, da quando venne svelata.
Ci sono stato alcuni anni fa e per chi volesse andarci, dedicateci un'intera giornata e attrezzatevi perché dentro non c'è sicurezza di un luogo di ristoro, fate finta di essere Indiana Jones e procuratevi una guida ne vale la pena. Pompei è un'esperienza unica, intensa come un viaggio nel tempo ed è la dimostrazione di come un patrimonio dell'umanità nel nostro paese valga meno di un centrocampista mediocre, o di un qualsiasi losco affare dove sia possibile corrompere, rubare, speculare.
Pompei in 3d o non in 3d ha il vantaggio che non costringe ad affrontare cani randagi molto poco rassicuranti e non costa fatica e sudore, è un assaggio di cosa può offrire questo paese dal punto di vista storico e culturale e come  preferisca mandare tutto in malora.
Andateci prima che crolli definitivamente, ma prima leggetevi le informazioni sulla città scoprirete che poco prima della fine avevano raggiunto il benessere e una sorta di equilibrio oggi inimmaginabile.

martedì 22 luglio 2014

the leftovers



E' arrivata in Italia preceduta da alcune  puntate in lingua originale  The leftovers che sembra abbia fra i suoi autori, integrate se sbaglio, alcuni di Lost comunque sia una cosa accomuna le due fiction, per uno come me che per passione inventa storie.
Anche in questa vicenda tratta da un romanzo la sensazione è la solita, intensa la partenza, forti emozioni ma per andare dove? Dove mi condurrà la vicenda, dove sono spariti alcuni milioni di individui?
Inventare storie ai confini della realtà non è facile, uno dei pochi che ci riesce da sempre è il grande King, anche se non sempre mi ha incantato, perché superare certi confini è difficile senza cadere nel grottesco.
Vedremo cosa accadrà in questa nuova realizzazione televisiva, Lost non sono riuscito a seguirlo tutto perché a un certo punto mi chiedevo cosa avrebbero inventato gli sceneggiatori per costruire una nuova puntata e quando cominci a pensare in questo modo già sei fuori dal gioco.
Vedremo se in questo caso riuscirò a seguire le vicende di questa cittadina americana e dei diversi personaggi che ci vivono.
Alla prossima

lunedì 21 luglio 2014

Moon




Ieri ho visto su Sky, Moon, del quale potrete leggere le informazioni essenziali nel link relativo.
Il film è nel filone spazio, solitudine, rapporto uomo macchina, unico protagonista l'astronauta di turno che deve completare il suo ciclo lavorativo di tre anni sulla Luna per scopi energetici.
Molto bravo l'attore Sam Rockwell che domina la scena, la trama non è originale ma come al solito mi intriga, forse perché al di là del tema uomo, clone, allucinazione, innesti di memoria, ciò che mi colpisce sempre in questi film è la sconfinata possibilità del cervello umano, peraltro utlizzato solo in minima parte, di creare mondi, cancellare dati, convincersi di cose che non esistono, di dati non confermati, di vite mai vissute.
Emozionante la scoperta del protagonista relativamente alla sua vera storia, il rapporto con la moglie solo sognato, immaginato, ricordato, la sconfinata sofferenza di chi si rende conto che la propria vita è stata solo un incommensurabile abbaglio.
Come dicevo il film ripropone temi già ampiamente utilizzati, ma la realtà esistenziale dell'uomo moderno è piena di storie analoghe e drammaticamente vere. Una delle cause di tante tragedie  familiari non è forse la presa di coscienza del proprio fallimento come essere umano, e della consapevolezza che la propria vita è spesso basata su una menzogna?

venerdì 18 luglio 2014

top of the lake



Ho sempre immaginato la Nuova Zelanda come una terra selvaggia e semideserta con tanti problemi ma non quelli della convivenza civile, anche perchè ho sempre associato la scarsità demografica con un alto livello di qualità esistenziale, penso all'Australia, ci sono stato più di vent'anni fa e al di là della natura davvero pericolosa in alcuni punti gli australiani mi sembrarono allora dei simpatici e pacifici occidentali con una propensione alla vita all'aria aperta e al culto del tempo libero.
Parlo di ventidue anni fa, e forse li guardavo con gli occhi dell'europeo, però quando penso a certi luoghi la mente si apre nel desiderio di fuga, spazi enormi incontaminati, poca gente, selezionata dalla difficoltà dell'accesso, sole, e clima eccezionale gran parte dell'anno, insomma luogo desiderabile per un'ipotesi di pensione.
Poi vedo le prime puntate di Top of the lake e la prospettiva cambia, la Nuova Zelanda, nella splendida fotografia di questa breve fiction, regia e sceneggiatura della famosa neozelandese Jane Campion (lezioni di piano), è contaminata da uomini simili a selvaggi che si picchiano, stuprano ragazzine, si ubriacano e nascondono segreti indicibili.
C'è una comunità di donne perdute che vive nei pressi del lago guidate da una donna guru poco equilibrata.
E' una fiction decisamente al femminile, non ho ancora capito la conclusione che vedrò questa sera, ma mi piace, mi piace l'atmosfera, i dialoghi, la protagonista una poliziotta in crisi, e soprattutto il respiro della storia ambientata in un paradiso terrestre, la trama è poco chiara, ma non sempre deve convincere, soprattutto se sullo sfondo domina un posto come la Nuova Zelanda.

giovedì 17 luglio 2014

Ai confini della realtà






Una volta la televisione era anche questa serie storica che ho molto amato:
Ai confini della realtà.

Comparve in televisione quando nacqui io, e in una delle sue riedizioni riempì molta dalla mia fantasia di bambino perché cosa c'è di più affascinante della fantasia, del fantastico, dell'improbabile?
Ai confini della realtà molte cose si sitemavano seguendo sentieri impercorribili nella vita reale e considerate che nacque in un periodo nel quale la realtà era prepotentemente di moda, anni cinquanta, guerra fredda, il mondo si rialzava dal conflitto mondiale e c'era poco da stare allegri.
Io ricordo un'immagine che non ho rivisto, una strada buia e un bambino arrampicato su un lampione, era una delle probabili sigle di apertura, mi ricordo che amai la prima serie quella in bianco e nero, e dentro ci sono passati in tanti attori, che sarebbero diventati poi mostri sacri del cinema americano.
Avevo ricominciato a vederla sui canali sky ma qualche nostalgico Rai ha deciso di proporla dopo Blob che spesso è ai confini della realtà, a proposito auguri a Blob con i suoi 25 anni la trasmissione che non ho mai smesso di seguire, saltando magari alcune puntate più noiose, rimane il meglio del puzzle televisivo.
Tornando a bomba, ai confini della realtà aveva diversi intenti, divertire senza alienare, fare riflettere senza appesantire, proponeva temi morali interessanti, risolveva tragedie con la fantasia, faceva paura senza terrorizzare, era un altro periodo, adesso fa sbadigliare spesso, a volte sorridere, difficilmente mi diverte, rimane un pezzettino di un mondo che non c'è più.
Rimane la nostalgia di come eravamo, di come ci divertivamo, del mio essere bambino, fra tv in bianco e nero e poco più di niente.

mercoledì 16 luglio 2014

Coldplay Ghost Stories



Ho visto su sky arte il concerto che i Coldplay hanno suonato per una piccola folla di loro fans, in occasione dell'uscita dell'ultimo album.
Cerco di capire chi sono, vado a leggere cose di loro in rete, cerco di capire perché sono il gruppo musicale che meglio incarna ciò che per me da alcuni anni è l'ascolto musicale.
Io sono cresciuto come molti nell'era del consumo musicale, dove tutto andava bene doveva solo passare dallo stomaco e scaldare la pancia, un onnivoro, con grande predilezione per la canzone d'autore italiana, prima politica, poi ancora d'autore. Non sono un intellettuale, non amo la lirica, mi avvicino pochissimo alla classica, ascolto blues e jazz per caso, e infine da quando scrivo spesso ascolto musica d'ambiente che favorisce il processo creativo, o almeno non mi distrae, è buona negli stati naturalmente allucinati del mio essere.
Ma i Coldplay sono davvero magici per me, non so da dove entrano, non so come ci riescono, e non mi frega nulla se sono un prodotto commerciale, se copiano, se sono poco originali, mi accompagnano nel giorno luminoso, rendono meno cupe le giornate di pioggia e per me non sono quattro musicisti, dei quali ricordo a malapena il nome, ma solo la loro musica.
Questa è la migliore fruizione dell'arte, gustarsi il prodotto senza curarsi del creatore.

lunedì 14 luglio 2014

la follia dei coupon



Un collega mi racconta di come le sue prossime vacanze saranno splendide e risparmiose grazie a un intelligente utilizzo di coupon di quelli che in Italia trovi nei siti specializzati che ti permettono di avere sconti su tutto dal dentista, all'imbianchino, all'agriturismo, ai bagni termali etc etc.
Il collega è uno pratico, uno che sa come non farsi fregare dal consumismo.

Il consumismo ... tutti ne siamo affetti, io compreso, però gli americani sono spettacolari, c'è questa trasmissione Pazzi per la spesa su Real Time, uno dei canali che solitamente evito perché pieno di tutto ciò che per me è più difficile da guardare, non so i vestiti da sposa, le malattie terribili, la lotta degli obesi contro il loro problema e cose così.

Mi capita di guardare un pezzo di Pazzi per la spesa, la storia è più o meno così, famiglie di americani che accumulando migliaia di coupon di sconti riescono ad acquistare merce nei grandi mercati pagandola pochissimo.
Acquistano roba che poi non riescono a consumare, perché è troppa, perché non ne avevano davvero bisogno e quindi l' accumulano come formiche impazzite, non certo cicale felici.
Il loro godimento tutto intellettuale è fregare la cassa, esibendo migliaia di coupon, credo ci sia anche una gara fra questi nevrotici del risparmio, a chi riesce a comprare di più spendendo di meno, in meno tempo.
Accumulatori seriali, famiglie impegnate tutte sul fronte del coupon, uno di questi ha anche inventato un robot per schedare i coupon, per dividerli e poi raccoglierli.

La trasmissione è vera? Sembra di sì, sembra che esista questa pratica negli States.
Gli americani sono solo la massima espressione delle contraddizioni umane, consumano troppo, ingrassano troppo, bevono da enormi bottiglie di bevande gassate, si ammazzano nelle scuole con le armi che neanche Obama è riuscito a regolamentare, riempiono case di oggetti diventando accumulatori di spesa ma anche di cianfrusaglie, hanno il maggior numero di serial killer e continuano ad essere un prodotto da importare.

L'America il paese della libertà, massima espressione della nostra folle corsa verso un unico ripido dirupo dove non esiste più la coscienza ma solo un'isterica giostra di consumismo sfrenato e nevrosi collettiva, non è spettacolare?

mercoledì 9 luglio 2014

Ubuntu



Una delle ragazze di casa mi regala il suo vecchio pc, perché in realtà le abbiamo comprato un nuovo portatile in previsione dell'imminente iscrizione universitaria.
Lo accendo, mi trovo di fronte windows 7 e non riesco ad aprire la posta, il computer è pieno di file e applicazioni che non riesco a eliminare, robaccia arrivata dalla rete, spam pubblicitario, una sorta di tumore informatico che non mi permette di fare nulla in rete.
Rifletto sulla possibile decisione di portare il computer, che ha solo qualche anno, all'oasi ecologica e comprarne un altro e poi parlo con un collega e lui mi confida che esiste un sistema Linux con un nome Ubuntu che in lingua bantu significa benevolenza verso il prossimo.
Vado in rete a fatica e leggo le istruzioni,  scarico il programma di installazione qui, prima mi faccio un tour per capire il funzionamento, scarico il necessario, creo un dvd di installazione, setto il bios del mio pc e oplà mi ritrovo in un mondo nuovo, dove non esistono i virus e neanche gli antivirus, dove posso fare ciò mi piace fare con il pc, scrivere narrativa, ascoltare musica, curare il mio blog, invitare gente su facebook alle mie presentazioni, insomma le cose che facevo prima ma più velocemente senza inquinamenti, senza invasioni di campo, senza rallentamenti ... senza costi. Una filosofia di vita, un principio di ecologia della mente, e tu cosa aspetti ad abbandonare Windows e il mare di liquame che ogni giorno ti arriva dalla rete rendendoti schiavo di un sistema che ha solo costi e nessun beneficio?

sabato 5 luglio 2014

il silenzio della bassa recensione di Sara Rania




Massimo Fagnoni


Il silenzio della bassa

ebook

big: pp. 445

Fratelli Frilli Editori

L’ultima indagine di Galeazzo Trebbi, imperfetto ed affascinante investigatore nato dalla penna di Massimo Fagnoni comincia male e potrebbe anche finire peggio. Uno strano alone di ospedale ci lascia intuire immediatamente un avvenimento tragioco mentre il corso degli eventi esce dal consueto letto tranquillo e ci ricorda che la realtà spesso non si limita a superare la fantasia, ma riesce anche ad alimentarla con una costante e vivace fonte di accadimenti. Ne “Il silenzio della bassa” si cammina in terra incognita, cercando di far combaciare strane coincidenze, piste troppo prevedibili per esser vere e elementi che galleggiano nel quotidiano svuotato di senso della contemporaneità mediatica.

E la guida per districarsi nei meandri umidi della bassa è ancora lui: Galeazzo, ex-sbirro passato al privato. Uno di quei segugi vecchio stampo, fiuto fino, nessun cedimento al glamour dei novelli rampanti e metodi all’antica.

Con il sedere ben piantato sul suo maggiolone, e un’ottima dose di amarezza, nutrita dalle sue disgrazie personali (la moglie precocemente scomparsa, la figlia fragile e ridotta in stato irreversibile e una vendetta ancora da compiersi) sonda la bassa emiliana riuscendo ad interrogarne la “fauna”. Alle prese con la scomparsa di Celeste Maccaferri, diciasettenne apparentemente senza storia, darà un bel filo da torcere alla supersquadra di esperti messa in piedi per operare su casi di scomparsa di minori e si servirà delle solite armi affinate a sun di intuito, conoscenze, esperienza sul terreno e posteggi per gettareuna luce completamente nuova sull’accaduto. Perché se nulla è ciò che sembra, lo schermo per riuscire a leggere il corso degli eventi sarà in questo caso molto più deformato del previsto.
Trebbi era un poliziotto, uno di quelli bravi, aveva un intuito che nessuno gli stava dietro, altro che intercettazioni, dna e stronzate del genere, lui annusava i cadaveri, stringeva le mani dei superstiti, e sentiva la paura dei peccatori, perché chi meglio di un peccatore in fieri può intuire quelli veri, quelli che hanno fatto il salto nel vuoto? Quella sera lui vede la preda, come un gatto che incantona il ratto, uno di quelli piccoli però. Il topo è all’angolo e il gatto dondolando la testa divertito lo sbatte con una zampa da un lato all’altro dell’angolo, non decidendosi a concludere quel gioco.


Il topo in questione è una giovane tossica, magra come una lucertola, con occhiaie profonde e una bocca senza più nessuna possibilità di sorriso.

http://unlibrointasca.wordpress.com/2014/07/04/il-silenzio-della-bassa-di-massimo-fagnoni/

giovedì 3 luglio 2014

Il silenzio della bassa, nuova recensione





RECENSIONE DI MENTELOCALE.IT


Una misteriosa scomparsa nel Bolognese. Una famiglia borghese tra i morsi della crisi. E un parroco costretto a fare i conti con la sua solitudine. Un noir senza sbavature

Giovedi 3 luglio 2014



Autunno 2011 recita la scheda di presentazione, dal villaggio Airone (ridente agglomerato di villette tutte uguali a due passi da Bentivoglio, dico io) a pochi chilometri da Bologna, scompare Celeste Maccaferri.
Tutto parte di là, ne Il silenzio della bassa di Massimo Fagnoni (Frilli, 249 pp., 9,90 Eur)! Da una ragazza di diciassette anni, figlia di una famiglia borghese in crisi economica legata ai tempi, che da giorni non dà più notizia di sé. L’unica e ultima sua traccia, un coniglio spelacchiato di peluche chiuso in un sacchetto di plastica, abbandonato sotto la pioggia, viene ritrovato poco lontano da casa sua, vicino all’Hospice, il modernissimo e tecnologico centro che accoglie i malati terminali. E proprio uno di loro testimonierà di averla vista salire su un’auto…
Tutta la corposa squadra della «sezione persone scomparse» della polizia, al comando del commissario Guerra, comincia a indagare, ma in contemporanea si scatena un’impietosa, orgiastica invasione dei media.
Fiorella Benedetti, conduttrice televisiva della rete privata della curia bolognese, TV Emilia Futura, carrierista e arrampicatrice si insinua a forza nella famiglia di Celeste Maccaferri (padre, madre e sorella minore) e sguinzaglia un investigatore privato, Fabio Trebbi, un ex poliziotto in crisi esistenziale.
Viene fuori un diario privato della ragazza, si crede di rimestare nel torbido, si sospetta la commistione di sette sataniche, di un coinvolgimento del parroco, di un giovane tunisino… Ma la strada da seguire è diversa e si rivelerà molto, troppo pericolosa per protagonisti e comprimari.
Permeato da un’atmosfera di diffusa incertezza e di inquietudine, niente fila davvero nella vita di ciascuno dei personaggi e nessuno è bravo, buono o completamente a suo agio: questa storia funziona e incuriosisce anche se lascia un po’ la bocca amara. Ma tant’è, non si vive in tempi felici e bisogna accontentarsi.
Ben calibrati, credibili e senza sbavature i personaggi. Alcuni persino troppo educati come il prete bello, fragile ma forte nella sua solitudine e la povera nonna che ne ha viste e riesce a riconoscere troppe cose tristi e dure.



Patrizia Debicke van der Noot

martedì 1 luglio 2014

Il silenzio della bassa al Costarena di Bologna




         




Rubo questa bella immagine della bassa scattata da una lettrice amica del club tutto al femminile Falling Book  per dirvi che l'8 luglio alle 21 termino ufficialmente le presentazioni estive del Silenzio della Bassa, che riprenderanno in ottobre a Bologna in diversi luoghi più o meno stabiliti e anche a San Pietro in Casale.

La presentazione dell'8 luglio 2014 avverrà al COSTARENA in via Azzogardino 48 luogo storico della cultura bolognese a due passi dalla Cineteca e a cinque minuti dal centro cittadino.
Negli intenti degli organizzatori la cosa dovrebbe avvenire in questo modo:

Racconti - Biblioteca del CostArena

                                                         Presentazione del Romanzo
IL SILENZIO DELLA BASSA
Racconta l'autore Massimo Fagnoni
con gli attori TenTeatro
PRECEDE DEGUSTAZIONE DELLA "BASSA"
   Il CostArena è un giardino delle arti, dello spettacolo e della cultura, sito in Via Azzo Gardino 48 all’interno del Centro Sociale Ricreativo Culturale Giorgio Costa.

Uno spazio di programmazione culturale dove le persone s’incontrano, entro il perimetro d’una vecchia channels3 backgroundpista da ballo circolare, per assistere a momenti di varia cultura e varia umanità con la possibilità di bere o mangiare, creando piacevoli sintesi conviviali.

Che altro dire vi aspetto e poi tutti in vacanza.