sabato 29 gennaio 2011

Al di là del bene e del male

Da quando scrivo, circa sei anni, ho cambiato atteggiamento nei confronti della narrativa diventando più selettivo e maniacale.
Inseguo una formazione da autodidatta della scrittura.
Studio saggi di critica letteraria con la speranza di trovare conferme, complicità intellettuali.
Leggo scrittori americani e pochissimi italiani contemporanei.

Detto ciò con l’ultimo romanzo di Roberto Carboni

Per i buoni sentimenti rivolgetevi altrove
Dalila Sottani editrice

mi sono riconciliato temporaneamente con la narrativa contemporanea e conterranea, affrontando di corsa lo scritto, divorandolo.
Non è stato faticoso perché il romanzo scorre veloce come ogni buon noir dovrebbe fare.
Non indugerò sulla trama, quella dovrete svelarla voi.
La magia di questo romanzo, la magia che in ogni romanzo dovrebbe avverarsi per essere dichiarato vincente, avviene appena cominciate a leggerlo, vi prende, vi spinge a sfogliare le pagine ovunque voi siate, per cercare di capire cosa accadrà subito dopo, senza potere assolutamente prevedere come finirà.
La conclusione del giallo diventa quasi irrilevante proprio perché non troverete buoni o cattivi, né l'esigenza di una giustizia risolutrice e salvifica.
La realtà spesso è così, senza pietà, senza ragione, e spesso senza speranza.
Nel romanzo di Carboni invece troverete la leggerezza di alcuni personaggi, una sorta di istintiva e naturale comicità, un amore per il grottesco e per i colpi di scena, tutti elementi che arricchiscono la trama di una freschezza che non lascia ombre e cattivi pensieri alla fine della lettura ma solo il divertimento.

Due associazioni di idee per un cinefilo come me, Brivido Caldo di Kasdan remake del più grande La fiamma del peccato e La casa dei giochi di Mamet.
Aggirandovi in una Bologna sfumata e notturna incontrerete femmine fatali e giocatori disperati ma non date nulla per scontato e aspettatevi di tutto.
Non rimarrete delusi.

http://www.facebook.com/l.php?u=http%3A%2F%2Fcarboniroberto.blogspot.com%2F&h=a5ab5

mercoledì 26 gennaio 2011

Posso dire che non mi piace Ruby?

Posso dichiarare che non mi piace Ruby?

Lasciamo stare il cavaliere, un paradosso degli ultimi 15 anni italiani, ma noi ci siamo abituati ai paradossi.
Non scherziamo, abbiamo avuto il fascismo per vent'anni, ci siamo fotturi il futuro di chissà quante generazioni con quel regime da avanspettacolo, perciò, come direbbe Moretti ce lo meritiamo Berlusconi.
Detto ciò a me non piace Ruby, non conosco la sua storia e neanche mi interessa conoscerla.
Però stasera su Rai tre, telegiornale "alternativo", andavano quasi in diretta le sue contraddizioni, i suoi non so, le smentite, le conferme di una ragazzetta poco attraente e da poco maggiorenne che sembra divertirsi un sacco nel suo nuovo ruolo di centro dell'universo.
Del resto basta guardare il Grande Fratello dove le ragazze fanno a gomitate per contendersi una notte con i maschi espulsi dalla casa.
Non importa essere, basta apparire, fare soldi, estorcere denaro, ricattare, speculare , perché di essere non se ne parla più.
E' vero, colpa nostra, colpa delle voglie dei nostri potenti, colpa del mercato, però non è un pò colpa anche loro, di queste Ruby da quattro soldi?
Guardo due splendidi occhi di un viso nascosto da un velo azzurro e improvvisamente penso, non avrà un senso quel velo di fronte a tanta miseria morale?

domenica 23 gennaio 2011

Apologia di Socrate e apoteosi di Berlusconi

 Per motivi familiari ho dovuto riprendere in mano la splendida  apologia di Socrate scritta da Platone in difesa del settantenne filosofo.
l'ho riletta a distanza di tanti, troppi anni perché legata  ai tempi scanditi dagli studi filosofici che ormai sono solo un dolce ricordo.
Ho trovato alcune affinità fra la difesa di uno dei padri della filosofia e la nostra attuale concezione di etica e morale e inauguro oggi le mie considerazioni inattuali con la sorpresa di scoprire che anche Socrate fu accusato di corrompere i giovani con le sue idee, troppo rivoluzionarie e di seguire falsi dei.
La sua difesa davanti ai suoi accusatori rimane un esempio di rettitudine e di coerenza, prima smontò le accuse più antiche e poi affrontò quelle più recenti relative alla corruzione dei giovani, e in prima battuta venne condannato con solo 30 voti di scarto e dinanzi alla proposta dei suoi amici di fuggire per salvarsi da tutte le accuse rispose:

<< Non voglio scappare, non bisogna mai commettere un'ingiustizia nemmeno quando la si riceve>>

Per farla breve, a seguire rifiutò il carcere o in alternativa l'esilio facendo molto arrabbiare chi lo doveva giudicare proponendo come pena di essere eletto e mantenuto a spese dello stato nel pritanèo, onore concesso alle personalità più illustri di Atene.

Evitò di fuggire, accettò la condanna a morte tramite la famosa cicuta, smantellò le accuse con la forza della sua potente dialettica, invitando gli accusatori al confronto che peraltro venne rifiutato, non scelse l'esilio o la fuga perché comunque dichiarò il suo profondo amore per Atene la sua patria.

Un uomo dello Stato, coerente, saggio, considerato da molti il primo martire del pensiero occidentale, di lui si parla ancora, lo si studia, ed è necessario superare una verifica al liceo per sperare di non essere rimandati a settembre in filosofia.

Dall'altra parte mi è apparso Berlusconi che è stato accusato da molti dati oggettivi ( così ci raccontano le fonti d'informazione, quelle ancora libere) di avere a sua volta pagato giovani donne ed in un certo senso a sua volta di credere in Dei molto particolari, il potere a tutti i costi, il denaro, e come ha dichiarato Fini nel diritto all'impunità, costi quel che costi.

Ce la farà a sfangarla anche questa volta?

Per me è poco importante, oggi a distanza di trent'anni ho dovuto rileggere l'Apologia di Socrate che consiglio a tutti voi e mi sono nuovamente commosso  e fra trent'anni qualche altro genitore la leggerà su carta o in un computer poco importa per spiegarla al proprio figlio, ma sono altrettanto convinto che fra trent'anni sui libri di storia non ci sarà che un piccolo trafiletto per ricordare Berlusconi, un dato statistico per sottolinerae uno dei periodi più tristi della nostra storia economica e nonostante il suo impegno in tal senso non sarà ricordato come responsabile delle nostre disgrazie, perché i primi responsabili signori siamo purtroppo sempre noi.

lunedì 17 gennaio 2011

Questa è la cultura alternativa-mente? ma dai!

Premetto ... a me piace Albanese, è uno di quei professionisti che sembra nato per fare il suo mestiere ... la sua fisicità è talmente seducenti che alla fine sembra davvero in grado di trasformarsi, di divenire il personaggio che intrepreta nel bene e nel male.

Detto ciò, venerdì prossimo esce il suo nuovo film Qualunquemente.
Senza essere un genio predico fortuna e successo al bravo Albanese che ieri sera era da Fazio, suo grande amico e sostenitore.

Albanese ha parlato della questione morale, tema diventato un tormentone per noi italiani grazie anche al presidente del consiglio più chiaccherato della comunità europea.
Il film, che guarderò in televisione,  da quel che ho capito è una fotografia impietosa della situazione italiana.

Quindi dopo il grande successo di Zalone

con il suo nuovo film, una commedia sicuramente più leggera che sta portando a casa 14 milioni d'incasso surclassando Avatar ed Harry Potter, ecco una nuova commedia italiana che si propone di fare riflettere gli italiani divertendoli.

Bravo anche Zalone   intervistato su Sky dal grande Gianni Canova che è stato al gioco presentando un attore  molto più furbo di quello che dà da vedere, un giovane pugliese che ce l'ha fatta inventando un personaggio che piace agli italiani, con la sua volgarità leggera, la sua comicità di pancia che arriva a tutti, senza sbagliare un colpo.

Ora le note dolenti, un dubbio.
Questa è l'alternativa futura alla commedia dei cine panettoni natalizi che mi dicono i dati sembra siano in deciso declino?
Questa di Albanese e Luca Pasquale Medici (Checco Zalone) sarà la nuova commedia all'italiana?

Sono convinto della bravura e dell'intelligenza dei due attori, sono anche convinto che la formula inventata da Zalone sia vincente per arrivare al successo, nello stesso tempo sono sempre meno convinto degli italiani che sembra vadano al cinema e si entusiasmino solo davanti al grottesco, alla comicità graffiante, semplice, immediata, che riempie prima la pancia poi arriva al cervello.

Bravi i due attori a trovare nuove formule per il loro personale successo, ma che non venga in mente a nessuno di chiamare questi prodotti cultura perché quella insieme alla bellezza è migrata altrove.

sabato 15 gennaio 2011

La ragazza del fiume in audio book

Sto lavorando nei ritagli di tempo all'audio book della Ragazza del fiume, Perché? Non lo so di preciso, me l'hanno chiesto i ragazzi  collegati alla 0111 e mi sembra un'idea carina, quando avrò terminato l'impresa titanica e quando saprò che esiste anche una versione ebook del libro ve lo dirò, intanto ciao

venerdì 14 gennaio 2011

L'uomo che verrà ... che sia emigrato altrove?

Pensieri "a proposito":  L'uomo che verrà

Nel mio ultimo romanzo Belva di città cito esplicitamente lo splendido film di Giorgio Diritti inventandomi una scena  solo immaginata, una festa conclusiva del cast  del film  ambientata nel paese di Calderino (Bologna).
La citazione ha qualche riferimento alla realtà perché conosco il paese e conosco personalmente una comparsa che ha partecipato alla realizzazione del film.
Per questa banale ragione non ho ancora trovato il coraggio di guardare L'uomo che verrà.
Si svolge nella mia terra, è parlato nel nostro antico dialetto e riapre vecchie ferite mai completamente sanate.
Tutte quelle vite spezzate, quel sacrificio collettivo di un popolo piegato da un regime demenziale.
Nel periodo storico più vuoto che mi sia capitato di vivere, nell'era dei grandi fratelli, dei legittimi impedimenti e dei killer seriali sponsorizzati penso con tenerezza a quell'uomo che è arrivato, ha vissuto ed è sopravvissuto in un'Italia priva di rotta o intenta ancora a cercarla.
Lui ha vissuto e forse vive ancora, ma tutti gli altri morti più o meno inconsapevolemente ... perché?
Forse solo per questo motivo troverò il coraggio di guardare in faccia per l'ennesima volta l'orrore, per cercare di convincermi che quel sacrificio non è stato inutile, rimanendo conficcato come un chiodo nel mio piccolo residuo di coscienza.



18 gennaio 2011

Ieri mi sono deciso e ho guardato L'uomo che verrà.

Mi è piaciuto molto, e non essendo un critico cinematografico la cosa che mi ha colpito di più è chiaramente il contesto e la lingua. Le mie origini si perdono sull'Appennino fra Gaggio Montano e Granaglione e quel dialetto che per molti ha reso necessario i sottotitoli per me era comprensibile.
Ho riconosciuto qualcosa della mia storia, ho ritrovato l'immagine della mia terra d'origine, e dopo tanto tempo mi sono riconosciuto in una situazione a dispetto della mia vita e della mia quotidianità.
Detto ciò un'altra riflessione ha fatto capolino fra le diverse e contrastanti emozioni, i partigiani, i ribelli, ricostruiti con un'oggettività che travalica analisi di destra o di sinistra.
Anche quei partigiani che in maniera approssimativa, disorganizzata e incosciente scelsero la guerriglia ad una disperata accettazione della dominazione nazi fascista mi hanno dato una diversa chiave di lettura degli avvenimenti che portarono alla morte circa 700 persone.
Non sempre e non necessariamente la lotta partigiana è stata eroica o indispensabile.
Non sempre è stata pianificata o costruttiva.
Nel caso di Marzabotto sembra quasi la causa principale dell'eccidio, un gruppo di partigiani che prima compiono alcune azioni abbastanza irrilevanti e poi addirittura decidono di sparire, spaccando il gruppo di combattenti in due piccoli gruppi e lasciando la popolazione, i loro stessi parenti in balia delle bestie naziste.
Ancora una volta l'uomo non ce la fa a  fare la cosa giusta neanche quando la sua sete di libertà è legittima e alla fine nel film sembra che solo le donne conservino fino ala fine la dignità della consapevolezza.
Ci sono voluti cinquant'anni e un bel film per mutare l'idea che avevo in merito alla lotta partigiana tanto idealizzata in gioventù.
Meglio tardi che mai ...

Nell'inverno 1943-1944 sull'appennino emiliano, la piccola Martina, di otto anni, vive con i  genitori e con la numerosa famiglia contadina, che fatica ogni giorno per sopravvivere. Dalla morte del fratello più piccolo Martina ha smesso di parlare e questo la rende oggetto di scherno da parte dei coetanei. Tuttavia il suo sguardo sul mondo che la circonda è molto profondo: la seconda guerra mondiale arriva anche sulle sue colline ricoperte di neve, con la presenza sempre più invadente di soldati tedeschi e squadre di partigiani. Lena, la madre della bambina, resta nuovamente incinta e Martina segue con attenzione i nove mesi della gestazione, mentre le complesse vicende della guerra si intersecano con la quotidianità della vita contadina: il bucato, le ceste intrecciate nella stalla, la macellazione del maiale, gli amoreggiamenti dei giovani, la Prima Comunione. Il fratellino di Martina nasce in casa, a fine settembre del 1944. Allo spuntar del giorno le SS arrivano nelle campagne bolognesi, mettendo in atto un feroce rastrellamento, che verrà ricordato come strage di Marzabotto: vecchi, donne e bambini vengono trucidati, dopo esser stati raccolti nei cimiteri, nelle chiese, nei casolari. Martina, che era riuscita a fuggire, viene scoperta e rinchiusa in una piccola chiesa insieme a decine di altre persone. Dopo aver chiuso le porte, i soldati tedeschi lanciano all'interno, attraverso le finestre, delle bombe a mano che fanno strage. La bambina resta miracolosamente illesa e torna a casa, trovando solo stanze vuote e silenzio: prende la cesta con il fratellino e si rifugia nella canonica di don Fornasini, uno dei parroci della zona. La vicenda si conclude con il ritorno di Martina al casolare di famiglia, dove si prende cura del fratellino e finalmente, cantando per lui una ninna nanna, ritorna a parlare.

Lingua originale: Emiliano, italiano, tedesco
Paese: Italia
Anno: 2009
Durata: 117 min
Genere: Drammatico, storico
Regia: Giorgio Diritti
Sceneggiatura: Giorgio Diritti, Tania Pedroni, Giovanni Galavotti
Produttore: Simone Bachini, Giorgio Diritti
Casa di produzione: Aranciafilm, Rai Cinema
Fotografia: Roberto Cimatti
Musiche: Marco Biscarini, Daniele Furlati

Interpreti e Personaggi
Maya Sansa: Lena
Alba Rohrwacher: Beniamina
Claudio Casadio: Armando
Greta Zuccheri Montanari: Martina
Maria Grazia Naldi: Vittoria
Stefano "Vito" Bicocchi: Signor Buganelli
Eleonora Mazzoni: Signora Buganelli
Orfeo Orlando: Il mercante
Diego Pagotto: Pepe
Bernardo Bolognesi: Il partigiano Gianni
Stefano Croci: Dino
Zoello Gilli: Dante
Timo Jacobs: Ufficiale medico SS
Germano Maccioni: Don Ubaldo Marchioni
Raffaele Zabban: Don Giovanni Fornasini

martedì 11 gennaio 2011

Tanto amabili da bruciarti il cuore ...

Recensione al film Amabili resti

Io non sono quello che la gente definirebbe una persona sensibile, non più di Jack lo squartatore, forse perché a mia volta sono stato sezionato e sbocconcellato qua e là e di me è rimasto ciò che scrivo, ciò che sono e lo sono per pochissime persone, ma ho dei dubbi sulla mia quotidiana ruvidezza quando riesco a commuovermi per un film, un libro, una canzone e penso ... forse c'è ancora qualcosa di buono in me, di salvabile.
Questo ho pensato davanti al  romanzo di Alice Sebold per la quale, pur non sapendo chi sia, provo una forte ammirazione, perché è riuscita a perforare la realtà, a donarmela bella terrificante e a trasfigurarla attraverso gli occhi di una adolescente perfetta che racconta l'orrore della sua prematura dipartita.
Il film non ha deluso le mie aspettative perché mescola l'orrore con il sogno e io che nei miei romanzi spesso sogno o racconto sogni non potevo non apprezzare la visione onirica e incantata che il regista Peter Robert Jackson quello del Signore degli anelli per intenderci, riesce a dare.
Io ero lì al cinema con mia figlia adolescente a spiegarle che là fuori è pieno di stronzi pronti a farle del male, a educarla al male che tutti i giorni mi tocca  affrontare per dovere e non certo per piacere e travolto dal dolore mi sono ritrovato a sognare con la bellissima ( per me) ragazzina del film, un' adolescente che tutti vorrebbero come figlia, una sognatrice, l'essenza stessa dell'innocenza, forse tanto perfetta quanto inesistente.
Come avrete capito il film e il romanzo mi hanno toccato, sono un toccasana per la nostra parte buona e il cattivo del film è talmente bravo nella sua turpitudine Stanley Tucci  che valorizza e impreziosisce il film.
Se non volete ritrovarvi a scrivere post demenziali come questo,un consiglio:
Non guardate Amabili resti e barricatevi in casa.
Il mondo fuori è freddo e ostile.


La trama del film:
Il film ruota intorno a Susie Salmon, brutalmente assassinata a soli 14 anni, mentre torna a casa da scuola un pomeriggio di dicembre, nel 1973. Dopo la morte, Susie continua a vegliare sulla sua famiglia mentre il suo assassino è ancora libero. Intrappolata in una dimensione onirica fra cielo e terra, Susie si ritrova a dover scegliere fra la sete di vendetta e il desiderio di vedere guarire i suoi cari. Uno sconvolgente omicidio diventa un viaggio ricco di suspense e immaginazione nei meandri della memoria, dell’amore e della speranza, fino allo struggente finale.

Il trailer del film sul mio canale Youtube.

Scheda del Film


Titolo originale: The Lovely Bones
Lingua originale: Inglese
Paese: USA, UK, Nuova Zelanda
Anno: 2009
Durata: 136 min
Genere: Drammatico, thriller
Regia: Peter Jackson
Sceneggiatura: Peter Jackson, Fran Walsh, Philippa Boyens
Produttore: Marc Ashton, Philippa Boyens, Anne Bruning, Carolynne Cunningham, Peter Jackson, Aimée Peyronnet, Fran Walsh
Produttore esecutivo: Ken Kamins, Tessa Ross, Steven Spielberg, James Wilson
Casa di produzione: WingNut Films, Film4, Key Creatives
Fotografia: Andrew Lesnie
Musiche: Brian Eno

Interpreti e Personaggi
Saoirse Ronan: Susie Salmon
Rachel Weisz: Abigail Salmon
Mark Wahlberg: Jack Salmon
Rose McIver: Lindsey Salmon
Stanley Tucci: George Harvey
Susan Sarandon: Nonna Lynn
Jake Abel: Brian Nelson
Charlie Saxton: Ronald Drake
Michael Imperioli: Len Fenerman
Amanda Michalka: Clarissa
Reece Ritchie: Ray Singh
Thomas McCarthy: Principal Caden
Nikki SooHoo: Holly

Doppia presentazione a Casalecchio di Reno

Anno nuovo,
prima presentazione e un nuovo esperimento
due presentazioni nella stessa serata:

Ci sarò io con l'ultima mia creatura
e uno scrittore bolognese

 con il suo ultimo romanzo
 Per i buoni sentimenti rivolgetevi altrove
Dalila Sottani editrice

Abbiamo pensato di fare ognuno la propria presentazione e alla fine una chiaccherata su Bologna, lo scrivere, e su cosa significa lavorare per strada per un pulismano e un taxista bolognesi.

Alla fine un brindisi al nuovo anno con vini locali

Ecco il trafiletto di presentazione ... linkato nel titolo di questo post.
"Venerdì 21 Gennaio, alle ore 21.00
presso la Casa della Conoscenza di Casalecchio di Reno,
gli autori Roberto Carboni e Massimo Fagnoni presentano i loro romanzi
"Per i buoni sentimenti rivolgetevi altrove" (Dalila Sottani, 2010)
"Belva di città" (Eclissi, 2010):
due sguardi sulla Bologna del passato e del presente attraverso le lenti del giallo e del noir.
Info: 051/598300."

Teatro Casa della Conoscenza  Biblioteca Cesare Pavese
Via Porrettana, 360 - Casalecchio di Reno - Bologna