Da quando scrivo, circa sei anni, ho cambiato atteggiamento nei confronti della narrativa diventando più selettivo e maniacale.
Inseguo una formazione da autodidatta della scrittura.
Studio saggi di critica letteraria con la speranza di trovare conferme, complicità intellettuali.
Leggo scrittori americani e pochissimi italiani contemporanei.
Detto ciò con l’ultimo romanzo di Roberto Carboni
Dalila Sottani editrice
mi sono riconciliato temporaneamente con la narrativa contemporanea e conterranea, affrontando di corsa lo scritto, divorandolo.
Non è stato faticoso perché il romanzo scorre veloce come ogni buon noir dovrebbe fare.
Non indugerò sulla trama, quella dovrete svelarla voi.
La magia di questo romanzo, la magia che in ogni romanzo dovrebbe avverarsi per essere dichiarato vincente, avviene appena cominciate a leggerlo, vi prende, vi spinge a sfogliare le pagine ovunque voi siate, per cercare di capire cosa accadrà subito dopo, senza potere assolutamente prevedere come finirà.
La conclusione del giallo diventa quasi irrilevante proprio perché non troverete buoni o cattivi, né l'esigenza di una giustizia risolutrice e salvifica.
La realtà spesso è così, senza pietà, senza ragione, e spesso senza speranza.
Nel romanzo di Carboni invece troverete la leggerezza di alcuni personaggi, una sorta di istintiva e naturale comicità, un amore per il grottesco e per i colpi di scena, tutti elementi che arricchiscono la trama di una freschezza che non lascia ombre e cattivi pensieri alla fine della lettura ma solo il divertimento.
Due associazioni di idee per un cinefilo come me, Brivido Caldo di Kasdan remake del più grande La fiamma del peccato e La casa dei giochi di Mamet.
Aggirandovi in una Bologna sfumata e notturna incontrerete femmine fatali e giocatori disperati ma non date nulla per scontato e aspettatevi di tutto.
Non rimarrete delusi.
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