domenica 6 settembre 2020

la dittatura del gourmet


 

Trebbi e Montalbano la pensano come me, mangiare in un qualsiasi ristorante, trattoria, bettola, bar, osteria, deve assolvere un compito riempirci la pancia nel migliore dei modi.

Invecchiando i miei appetiti sono cambiati, sono meno famelico ma non per questo mi accontento, mi piace decidere quando mi siedo in un qualsiasi locale, cosa mangerò, come dovrà essere condito o scondito, la composizione del piatto.

In linea di massima mi affido al menù, a volte con qualche piccola correzione dovuta alla dieta.

Ieri sera sono entrato, per errore, in una trattoria che un tempo proponeva un menù di pesce normale, come piace a me che sono abbastanza normale.

Nel corso di un anno il ristorante ha cambiato chef e con lui stile, adesso il cliente deve adeguarsi al menù che è uno e non negoziabile.

Ormai ero seduto e ho scelto alcuni piatti.

Erano buoni, ben curati, e potevano sfamare una persona con un appetito davvero piccolo, non me.

Morale, la cucina gourmet non mi piace, non sopporto che anche al ristorante qualcuno ti imponga cosa devi mangiare, è una cucina cara, raffinata, insoddisfacente e non adatta a palati semplici come il mio o quello di Trebbi.

Anni di trasmissioni dedicate alla cucina, anni di chef stellati e televisivi hanno compiuto il disastro, una nuova dittatura, l'ennesima, alle porte, un esercito di cuochi prepotenti e arroganti che vogliono decidere cosa deve piacerci e quanto lo dobbiamo pagare.

Che tristezza.

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