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lunedì 28 maggio 2018
domenica 27 maggio 2018
il miracolo ...fine prima stagione
Il miracolo.
Vi lascio con la colonna sonora della prima stagione.
Una canzone in perfetta sintonia con le immagini evocate da un Ammaniti in stato di grazia.
Dentro Il miracolo, l'Italia smarrita di questi anni convulsi fra miracoli veri o presunti, idee di indipendenza dall'Europa, nostra nuova padrona che ci tiene per il collo attraverso un debito pubblico irrisolvibile e le solite mafie e regie, solo più raffinate, meno sanguinarie, più pervasive di un tempo, come cancri sottopelle che annientano lo slancio vitale di ogni cittadino onesto.
Il miracolo rappresentato da Ammaniti non è tanto diverso da quello quasi implorato da milioni di italiani che pur di sperare in una pensione dignitosa e possibile sono pronti a votare chiunque, non per un vero credo politico o per una scelta morale ma per pura disperazione.
Non c'è scampo nella prima stagione di questa fiction e pochissime speranze per il futuro.
Vi lascio solo affermando che la prima stagione è il preludio di un inevitabile seguito e spero che così sarà perché la prima stagione mi è piaciuta.
Ottimo il cast:
Guido Caprino un premier anche più realistico dei nostri premier, cinico, disincantato, spietato e disperato.
Elena Lietti la first lady, alcolizzata, ninfomane, annichilita nel suo ruolo di moglie del premier, credibile, efficace
Tommaso Ragno, il prete, malato, ludodipendemte, un uomo che ha smarrito qualsiasi tipo di fede e si trascina in una vita senza vie d'uscita.
Sergio Albelli, il generale, forse uno dei personaggi più interessanti.
Alba Rohrwacher la chimica, con il suo rapporto simbiotico con la madre in stato vegetale.
Tutti bravissimi, efficaci, credibili, dirompenti.
Complimenti, finalmente un prodotto italiano davvero interessante e chi se ne frega degli indici d'ascolto.
giovedì 24 maggio 2018
La consistenza del sangue ...frammenti 5
"Un giovane bipede con occhiali Armani ultimo modello e un sobrio completo primaverile scende da una monovolume a metano e Provenzano si chiede quale mestiere potrà mai fare quell’uomo che intanto sorride a un cucciolo appena corrucciato, gli mormora parole affettuose, lo prende in braccio, poi lo adagia a terra e lo guarda partire verso la scuola come uno di quei giochini a pile. Lo sguardo del giovane padre è tutto zucchero e nostalgia, già soffre per la separazione che gli impedirà di condividere il suo tempo con la creatura partorita dalla sua compagna. Provenzano sbuffa fumo verso il cielo che sta diventando luminoso e nitido come in una fotografia e muove piano la testa.
Quel piccolo mostro ti succhierà il sangue, dilapiderà il tuo piccolo tesoretto, a quindici anni si farà la prima canna e a diciotto ti ruberà le chiavi dell’auto, probabilmente non ci sarà il giorno del tuo funerale e non verrà al tuo capezzale ad assisterti e prima di terminare gli studi ti sarà costato come il prodotto interno lordo di una nazione africana, nonostante tu ne sia consapevole lo guardi con amore non corrisposto e ne senti già la mancanza… sei proprio un coglione.
Dopo il papà nostalgico ecco fermarsi davanti alla scuola un suv rav4 nero, classico automezzo cittadino, inutile, dispendioso e aggressivo nelle sue cromature luccicanti. Scende la conducente, una bella mamma biondo cenere, polpacci abbronzati magri e scolpiti da frequentatrice di una qualsiasi attività sportiva, dallo spinning al pilates, passando magari da una bella attività in acqua ad alzare polpacci e muovere glutei sotto la supervisione di qualche istruttore giovane e muscoloso. Sono mamme bolognesi, casalinghe non troppo disperate, sposate con uomini indaffarati e veloci che guidano auto grintose e si muovono nel mondo come palline di flipper fra speculazioni azionarie e commerci poco trasparenti. Provenzano immagina il mondo patinato della bella mammina di turno che solleva un fagotto biondo con treccine per poi depositarlo con attenzione, ma poca tenerezza, al suolo, piegando le belle cosce muscolose, come da indicazioni ricevute in palestra. Lo spettacolo piace a Provenzano, la mamma deve essere una di quelle che urla nei momenti giusti trasformandosi da asettica mammina ad amante disinibita senza preoccuparsi molto della metamorfosi. La bionda si volta verso di lui, come se l’avesse intuito con un radar interiore e lo guarda per un lungo istante, valutandolo, l’espressione del volto è fredda e imperscrutabile, gli occhi nascosti da un paio di lenti fotocromatiche. Provenzano sorride rilassato e la donna afferra la mano della figlia trascinandola quasi verso la scuola"
.
domenica 20 maggio 2018
scrittori ... sono solo canzonette
Mi piace la riflessione di Di Giovanni e ve la regalo.
L'ho trovata in un libercolo davvero troppo costoso, 13 euro per tre interviste a tre che ce l'hanno fatta, bravi, come racconta Di Giovanni, ma poco simpatici.
Bravi perché chi riesce a bucare lo specchio ... tanto di cappello.
Poco simpatici perché egocentrici, autoreferenziali, pieni, come penso debba essere la sensazione del successo.
Non l'ho mai provata, non la proverò mai.
Per me il successo è, dopo otto ore in piedi, in una qualsiasi libreria di catena, trovarmi di fronte una persona che mi dice, allegra: io la conosco, ho letto due dei suoi romanzi, in biblioteca, a Molinella, e mi sono piaciuti.
La persona in questione non ci pensa neanche un secondo ad acquistare il mio ultimo romanzo, mi saluta e si complimenta, e mi lascia esterrefatto.
Conto talmente poco nel suo patrimonio esistenziale da essere utilizzato come icona.
Ciò che scrivi mi piace, ma non sprecherei mai un euro per leggerti, visto che posso farlo gratis in biblioteca.
Ecco ciò che io conto ... nulla.
Ed è una lezione di vita.
Come recita Di Giovanni, noi siamo cantori, cantastorie, tanfol, guitti, inventori di illusioni.
Io sono uno che ti racconta una storia e tu che mi stai leggendo puoi farne ciò che vuoi, leggerla sotto l'ombrellone dentro il tuo kobo, su un treno in ritardo sul tuo Kindle, fra le pagine sporche di Nutella in un qualsiasi cartaceo.
Sono solo uno scribacchino, e mia cura, mia diletto è solo entrare nella tua vita e cambiarla per un attimo, per una vacanza, per un sussulto, il senso del mio esistere può esaurirsi nel tuo piacere.
Bravo Di Giovanni.
Tre manifesti a ebbing missouri
Tre oscar meritati per questo esempio di cinema americano, un vero nero che non risparmia niente e nessuno raccontato come le storie più efficaci attraverso le voci dei protagonisti.
La stessa storia nasce da un esperienza diretta del regista che si trovò per caso sulla sua strada alcuni manifesti che parlavano di una ragazza uccisa e da quella situazione nacque l'idea.
A volte le idee arrivano per caso come se fossero sempre esistite dentro di noi aspettando solo il modo di manifestarsi.
Oltre alle idee ci vogliono le facce dei protagonisti e le loro voci.
Frances McDorman è la madre di una ragazza stuprata e uccisa che bene incarna un'America per noi europei solo vissuta e immaginata attraverso tanto cinema e letteratura.
Affiora un'America nebbiosa e depressa periferica e disperata, dura e spietata, dove uomini e donne sembrano condannati a una vita compressa in cittadine sperdute fra notti piene di birra e vuote di vita, un America violenta e cupa, con la sua componente nera tanto diversa da quella europea e con un unico denominatore comune l'ansia di addivenire a una conclusione consolatoria o salvifica o giustizialista.
Ma come racconta bene Carlotto (mi pare) in una intervista in tre passi nel buio, il nero non è consolatorio, non deve esserlo, non nasce con quell'intento.
Su Sky
venerdì 18 maggio 2018
La consistenza del sangue ... recensione di Milano nera
Bella recensione di Milano Nera a firma del bravo Mirko Giacchetti, il mio sceneggiatore attore e creativo preferito.
Se volete leggerla cliccate qui
giovedì 17 maggio 2018
mercoledì 16 maggio 2018
martedì 15 maggio 2018
secret and lies prima stagione
Dieci puntate serrate per la prima stagione di una fiction del 2015 davvero interessante.
La trama è semplice, un runner trova sul suo percorso mattutino il cadavere di un bambino, un suo vicino di casa e diventa quasi immediatamente il principale sospettato.
Buon ritmo, bravi i protagonisti, alcune forzature ma in generale la trama regge e così la sceneggiatura.
Un bel nero americano in una tipica cittadina dove tutti i personaggi hanno qualcosa da nascondere e nulla è come appare.
Ma del resto quanti segreti si celano nelle nostre vite e in quelle paciose e patinate di tante famiglie?
venerdì 11 maggio 2018
La consistenza del sangue sbarca a Corticella
Torno nel mio quartiere preferito con un amico scrittore siciliano di origini e bolognese di adozione, Davide Pappalardo, presentazione a due senza relatori ma con un lettore talentuoso, l'amico Marco Piovella.
Il luogo della presentazione è il piazzale dell'ex dazio di fronte al mitico Blues Cafe di Valerio Gardosi e il suo aperitivo allieterà i convenuti alla fine della presentazione.
Parte dei proventi andranno all'Associazione Goccia a Goccia che da anni lavora nell'ambito del volontariato.
Vi aspettiamo numerosi e assetati.
martedì 8 maggio 2018
Il Miracolo ... Ammaniti
In un Italia non molto dissimile da quella reale inizia Il miracolo nuovo esperimento narrativo di Ammaniti, che non amo pur riconoscendo la sua grandezza come scrittore e la bellezza di Come dio comanda.
Il suo stile cinematografico mi ricorda Sorrentino e non me ne voglia nessuno, l'associazione è immediata nelle immagini, nei toni e soprattutto nella decadenza.
I personaggi sono come al solito efficaci, disturbanti, aggressivi, imbarazzanti.
La storia è di quelle paradossali, ma del resto nel paese di Padre Pio e il sangue di San Gennaro non mi pare nemmeno troppo fantascientifico.
In un Italia che vuole uscire dall'Europa un presidente del consiglio cinico e disincantato deve fare i conti con un miracolo tanto ingombrante quanto incomprensibile.
La prima puntata vista in anteprima mi è piaciuta, ma per qualsiasi giudizio definitivo devo continuare la visione.
Intanto nell'Italia vera il governo sta naufragando, la fantascienza è nei notiziari non certo nella fiction
su Sky
lunedì 7 maggio 2018
TRA LE DITA - La consistenza del sangue, per Massimo Fagnoni
Grazie all'amico Stefano Zanerini per la consueta professionalità.
In poche battute riesce a dare un'idea del mio scrivere.
Vi lascio alla breve ma efficace intervista
domenica 6 maggio 2018
La consistenza del sangue ... frammenti 4
"La
collega guarda Oliviero che sta valutando i rischi.
«Se
fossi in te aspetterei i vigili del fuoco».
Oliviero
la guarda. «È festa, magari hanno altre chiamate, come minimo arriveranno fra
mezz’ora, se è vero che il capo famiglia è tornato deve essere accaduto
qualcosa in quell’appartamento, ci sono dei minori, credo sia una situazione che
non ammette ulteriori attese».
Ciro
annuisce veloce, Vilma lo imita, sono in quattro sul terrazzino, si intravedono
le due torri da quella posizione, la città è luminosa di sole.
Oliviero
sa che sta per fare una stronzata, una di quelle cose che possono costare il
posto di lavoro, un’azione che poi dovrà spiegare, comporta dei rischi, sa
anche che potrebbe essere di vitale importanza intervenire tempestivamente.
Guarda
l’ora, le nove.
Scavalca,
non guarda la collega che scuote la testa arcigna e contrariata, non guarda
sotto, pensa che in fin dei conti è solo mezzo metro, un gioco da ragazzi.
Si
ritrova sul terrazzo di casa Tamarri, la porta a vetri è chiusa, la tapparella
è abbassata solo in parte, oltre il vetro c’è la sala, Oliviero si avvicina al
vetro, toglie il berretto che infila fra le gambe e scherma gli occhi con le
mani appoggiandole alla porta a vetri.
Stringe
gli occhi e poi li spalanca, li stringe di nuovo, non è sicuro di ciò che sta
guardando, poi si volta bianco in volto e guarda la collega, Ciro, la signora
Vilma.
«Chiama
la centrale, fai venire i pompieri, un’ambulanza, la polizia».
Poi
si china in un angolo del terrazzo e vomita la colazione del mattino, toast e
succo d’arancia."
venerdì 4 maggio 2018
L'alienista
Non ho letto il romanzo di Caleb Carr, ma ho immerso testa e cuore in questa fiction che si svolge a fine 800 a New York.
La ricostruzione di luoghi, usi, costumi, è sicuramente convincente, anche se non ho le conoscenze per dire quanto sia affidabile, ma l'atmosfera è intensa e pregna di umori e carnalità.
Quel periodo doveva essere davvero difficile soprattutto per gli immigrati dei diversi paesi fra i quali spiccano anche famiglie di italiani.
La trama è tragicamente semplice, vengono uccisi barbaramente alcuni minori dediti alla prostituzione maschile, quasi tutti provenienti da famiglie non abbienti di origini straniere.
L'alienista, all'epoca era definito tale l'attuale psichiatra, investiga in maniera rivoluzionaria per arrivare a definire il profilo del serial killer.
La vicenda sembra essere il preludio delle moderne investigazioni modello profiler che saranno alla base dell'analisi comportamentale FBI.
La squadra che segue lo stile dell'alienista è quanto mai originale, una donna intraprendente, due giovani ebrei, un facoltoso disegnatore e il loro coordinatore, un coraggioso Theodore Roosevelt che effettivamente nel 1895 fu capo della Polizia di New York.
La serie è avvincente, inquietante, sanguinosa, emozionante.
Dentro c'è tutto, la diversità di sesso e razza, il coraggio della sperimentazione, carne e sangue e i primi revolver, insomma c'è da divertirsi.
Su Netflix
giovedì 3 maggio 2018
the punisher
Ho iniziato a vedere The Punisher, benedetto Netflix e la sua anima Marvel.
Al di là del rimando al mondo dei fumetti Marvel la serie televisiva è convincente, l'interprete Jon Bernthal fu uno dei protagonisti delle prime puntate di Walking Dead, viso e fisico da duro, perfetto nel ruolo.
La serie mi piace perché la vendetta e il suo ruolo di giudice e giustiziere bene si lega alle mie corde.
Alla base di tale vicenda ci sono i consueti temi della tragedia classica, strage familiare del protagonista e conseguente vendetta e ira funesta.
In fin dei conti il tema ripreso anche nel Gladiatore è analogo e cosa più importante e vincente è la potenza del protagonista, il meccanismo di solidarietà e complicità che si crea fra pubblico e personaggio, l'estetica della violenza purificatrice.
Temi sempre avvincenti buoni per un qualsiasi romanzo d'azione.
su Netflix
mercoledì 2 maggio 2018
the judge
Il rapporto padre figlio.
A volte nei film viene sottolineato questo aspetto dei rapporti familiari, purtroppo, e parlo per esperienza personale, spesso la realtà è molto più banale e avvilente, decenni di convivenza all'interno del nucleo familiare di origine si esauriscono senza una naturale evoluzione, si spengono senza una lieta conclusione e i genitori scompaiono dall'orizzonte vita senza un reale chiarimento uno straccio di armonia.
In questo caso il padre è il grande Robert Duvall, giudice a fine carriera, appena rimasto vedovo.
Il figlio è Robert Downey Jr. un vero squalo da tribunale costretto a tornare nell'Indiana per il funerale della madre.
Un conflitto irrisolto fra padre e figlio è alla base del film, e nonostante ciò il figlio sarà chiamato in causa per difendere l'anziano genitore in una causa per omicidio stradale.
I due mostri sacri sono all'altezza del compito non deludono convincono e commuovono.
La conclusione stessa è aperta e leggera come un tramonto in barca a pesca in un lago.
A volte conflitti insanabili durati una vita possono trovare una giusta definizione.
film del 2014
Piccolo capolavoro ... su sky
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