lunedì 30 dicembre 2024

Diamanti


 




Erano anni che non entravo in una sala cinematografica, colpa la pigrizia e l'età e una smisurata concorrenza televisiva.

Oggi pomeriggio, grazie a Sky, e ai biglietti gratuiti che mette a disposizione dei fedelissimi (sono cliente Sky da almeno 15 anni ma forse anche di più) sono ritornato allo Space di Bologna ed è stato come fare un salto in avanti nel futuro, poltrone comodissime e vari altri cambiamenti.

Ma veniamo al film del bravissimo Ozpetek, un film corale tutto al femminile dove l'uomo viene relegato in un angolo e schiacciato dalla potenza di fuoco di un gruppo di attrici bravissime.

Non le citerò, perché sono troppe, e la bravura di un'attrice o di un attore spesso dipende dal regista e dallo sceneggiatore che in questo caso è riuscito a valorizzare tutte le protagoniste.

Il film è struggente, potente, mai retorico, evocativo e narra le vicende di una grande sartoria che crea abiti di scena per il cinema e il teatro.

Non vi racconto altro, perché questo film è da vedere e forse da rivedere.

Escono vincenti le donne, con la speranza che davvero possano un giorno relegarci in un angolo con tutte le nostre cattive coscienze.

La seconda fotografia che ho postato è la cosa che ho ritrovato nel film, quella piccola palla di vetro con un pesce rosso all'interno.

Per il regista ha un significato che non ho saputo approfondire ma mi piace pensare che ho con lui questo banale oggetto in comune.

Fatevi un regalo, andate al cinema e commuovetevi con questi inestimabili Diamanti


giovedì 26 dicembre 2024

Vincenzo Malinconico avvocato d'insuccesso


 

Chi non si è mai sentito almeno una volta come Malinconico, il protagonista della omonima serie, appartiene a una specie a me aliena.

Malinconico, interpretato da un irresistibile Gallo, attore sempre più presente nel palinsesto Rai, e per fortuna, è un avvocato non certo prestigioso, ma dall'umanità seducente dell'uomo comune che riesce a entrare in sintonia con i più sfortunati e a sopportare il peso di una famiglia decisamente invadente.

I protagonisti, tutti bravi, dalla ex moglie al bravissimo Giovanni Ludeno, che già avevo conosciuto in Lolita, e infine a Francesco di Leva, che interpreta il coatto duro e puro che aiuta l'avvocato nelle sue indagini.

Ma al di là della trama, a tratti davvero accessoria, è l'atmosfera, che rende la serie davvero godibile, i momenti musicali, che in effetti sembrano quasi musical, la colonna sonora, le atmosfere, i dialoghi, e una volta tanto il messaggio che arriva allo spettatore.

Non sono tutti nemici quelli là fuori, esiste ancora se non una speranza di riscatto, almeno la possibilità di incontrare persone come Malinconico, avvocato delle cause perse che a volte finiscono bene.

Su Raiplay la seconda stagione composta da quattro episodi.

mercoledì 25 dicembre 2024

Walking Dead


 

Ieri sera, per festeggiare il Natale 24 ho guardato due puntate di Walking Dead, avevo interrotto la visione della serie nella stagione terribile che vide la comparsa di Negan  con la scena cruenta della mazza da  baseball.

Avevo deciso che era troppo anche per una serie horror e avevo deciso di rinunciare a quella fatica, poi quest'anno ho saputo che sarebbe uscita una dodicesima stagione e approfittando di Sky ho ricominciato a vedere le puntate dalla nona stagione e nonostante non abbia più lo smalto dell'inizio Walking Dead conserva un suo diritto di essere considerata una serie interessante.

Tratta di temi sempre più attuali, dall'inclusione, all'emarginazione, ai temi ambientali e alla solitudine di fronte alle catastrofi, purtroppo il mondo sta lentamente, e neanche tanto,  avvicinandosi a un luogo pericoloso, ostile, infestato di pazzi scatenati decisi a uccidersi e sterminarsi per i soliti motivi che muovono l'umanità, profitto e potere.

Alla fine anche in Walking Dead il pericolo più grande non sono i morti che camminano ma i viventi che cercano in ogni modo di prevaricare gli altri sopravvissuti.

Su Sky tutte le stagioni

mercoledì 18 dicembre 2024

consigli per esordienti scrittori, attenti alle trappole editoriali




Si potrà  dire di me che sono un piccolo scrittore provinciale, uno che non ce l'ha fatta a sfondare, che non potrei vivere con i diritti d'autore, anche perché fino al 2027 non posso incassarli a causa della mia forma pensionistica, insomma si può pensare tutto e il suo contrario del sottoscritto, ma alcuni punti fermi rimangono.

Ho il mio pubblico, e diversi lettori affezionati che mi seguono da anni.

Non scrivo su commissione e su ordine di nessuno.

Non ho santi in paradiso e soprattutto non ho mai pagato per pubblicare un libro.

Pubblico dal 2010 e ho pubblicato circa ventuno libri fra romanzi e racconti sempre con case editrici serie che non mi hanno mai chiesto un soldo.

Quando decido di acquistare delle copie del mio libro da un editore lo faccio per mia scelta.

Perché tutto questo sproloquio?

Ogni tanto, molto raramente, invio un mio inedito ai "grandi" editori, grandi nel senso più commerciali, nella speranza di un ipotetico salto di qualità, sogno di ogni scrittore.

Non mi risponde mai nessuno, tranne Adelphi che gentilmente ogni volta mi risponde che i miei romanzi non rientrano nella loro linea editoriale e li ringrazio per la cortesia.

Questa volta mi ha risposto una casa editrice alla quale ho inviato il romanzo ingannato dal nome, non avevo svolto le giuste indagini e non mi ero reso conto che fosse una casa editrice a pagamento.

Non la nominerò per evitare polemiche e possibili ritorsioni, però per la prima volta in 15 anni di accordi di edizione firmati ne ho letto uno davvero sconcertante.

Praticamente per potere pubblicare il mio romanzo mi chiedevano l'acquisto di 75 copie del romanzo a prezzo intero anche pagando con comode rate, senza però scrivere quante copie avessero in realtà intenzione di pubblicare.

Chiaramente ho rifiutato e mi sono anche scusato per avere fatto loro perdere tempo, anche se sono convinto che il mio manoscritto non lo abbiano neanche letto.

ESORDIENTI mi rivolgo a voi.

Non fatevi fottere, piuttosto auto pubblicatevi e con una spesa relativamente contenuta potrete portarvi a casa le copie sufficienti da regalare a parenti e amici, se invece credete nel vostro lavoro prima informatevi in rete  e inviate solo a case editrici NON A PAGAMENTO, e un giorno potrete, come me guardarvi indietro e decidere se la vostra carriera di scrittore è stata più o meno soddisfacente, ma comunque sarà una cosa autentica e potrete anche dire a voi stessi, guardandovi allo specchio, sono uno scrittore.

Sapere di esserlo non è mai scontato né indolore, ma indispensabile per potere continuare a scrivere.

lunedì 16 dicembre 2024

granchester


 

Ieri in una nebbiosa domenica di metà dicembre 24 ho terminato la visione di Granchester, almeno per quanto riguarda le edizioni italiane che al momento si compongono di otto stagioni.

La nona arriverà in Inghilterra nel 2025 e chissà quando da noi.

Mi è piaciuta molto la serie pure con le consuete libertà creative come la inusuale coppia di investigatori composta da un canuto poliziotto e un giovane e avvenente sacerdote inglese.

Granchester è il luogo nel quale avvengono efferati delitti e conseguenti indagini, ma grande parte della vicenda in realtà ruota intorno alle vite complicate dei protagonisti.

Indispensabile inquadrare storicamente la vicenda, anni 60, un'Inghilterra ancora in pieno dopo guerra con i personaggi che convivono con i traumi riportati dal conflitto da poco terminato.

Un'Inghilterra rurale che un po' ricorda le ambientazioni di Barnaby ma con una maggiore intensità e profondità.

Grande il protagonista Robson Green, bravo anche il prete Tom  Brittney che aveva sostituito il precedente attore, bravi tutti.

I temi affrontati sono molti, tutti sociali, dall'emancipazione femminile, alla difficile accettazione della diversità, l'omosessualità negli anni 60 era ancora reato in Inghilterra, almeno secondo la trama, la fede, la situazione disagiata delle classi proletarie.

I protagonisti bevono molto, fumano molto e ci si chiede in effetti come potessero arrivare alla vecchiaia.

Altri tempi, bella atmosfera, ottima ambientazione, belle trame.

Consigliata.

Potete trovare le puntate, con molta pazienza e scaricandole, su giallo, o alcune stagioni disseminate in diverse piattaforme, come Prime.

sabato 14 dicembre 2024

Blues Café avamposto di cultura


 Finalmente un giornalista si è accorto del Blues Café, quindi grazie a Alessandra Arini di Repubblica Bologna per avere reso merito a un piccolo e tenace avamposto di cultura popolare incuneato nella periferia bolognese, a pochi passi dai confini della città dove Anna Califano e Valerio Gardosi da anni si spendono tenacemente per trasmettere una diversa idea di socializzazione, non troverete macchine mangiasoldi e dispensatrici di disperazione sociale e nemmeno happy hour alcolici nel loro bar, ma ottimi prodotti e molta cultura.

Mi onoro di essere stato uno dei primi scrittori a passare dal loro bar.

Questa è la cultura che prediligo al servizio della comunità e non al soldo di chicchessia, liberi, perché come diceva Gaber la libertà è partecipazione.

Un abbraccio a Valerio e Anna e lunga vita al Blues Café

mercoledì 11 dicembre 2024

Piedone uno sbirro a Napoli


 

Aleggia il fantasma di Bud Spencer nella mini serie Sky ambientata a Napoli, due cose mi hanno spinto a guardarla, la città che trovo irresistibile e il dialetto sottotitolato che emerge durante le varie sequenze.

Bravo il protagonista che ricorda lontanamente il mitico Piedone, Salvatore Esposito che dopo il successo di Gomorra, che non ho mai visto, sta dilagando sulle diverse piattaforme.

Brava anche Silvia D'amico e Fabio Balsamo.

Una bella iniezione di Napoli fra pizze fritte e vicoli dei bassi.


sabato 7 dicembre 2024

Lo stato delle cose


 


Il titolo è perfetto per il nostro momento esistenziale, politico, sociale.

Per chi mi legge siamo al terzo capitolo della vita di Frank Bascombe, scrittore fallito, discreto giornalista sportivo, motivato agente immobiliare, giunto alla soglia degli anni 2000 con 55 anni sul groppone e un cancro alla prostata.

In questo terzo capitolo della vita del personaggio mi sento sempre più in sintonia con lui, anche se per fortuna la mia vita non è stata così complicata, ma conosco bene l'infelicità e la sconfitta.

Nel romanzo si parla anche di politica, si svolge l'anno delle elezioni che videro fra i candidati Gore e Bush e con tutte le riserve del caso sembrano giganti rispetto all'attuale presidente appena eletto.

Pochi giorni fa hanno assassinato un dirigente di una grossa assicurazione sanitaria americana e l'odio e la rabbia sono esplosi in rete nei confronti della vittima, capro espiatorio di una sanità americana che non funziona.

Questa è l'America, il paese che ci schiaccia e domina dal dopoguerra, impone i conflitti, decide i capi governo, controlla il voto popolare come in Romania oggi, spalleggia i genocidi, decide il nostro futuro e domina il nostro presente.

Ma l'America di Richard Ford è invece quella delle persone normali che lottano per sopravvivere entrano ed escono da matrimoni fallimentari, gestiscono complicati rapporti con i figli, combattono contro un qualsiasi cancro.

Alla fine nonostante le distanze culturali, geografiche, storiche, leggere della vita di questo uomo qualunque mi fa sentire meno solo, meno qualunque.


domenica 1 dicembre 2024

Dostoevskij


 

Non conoscevo la produzione dei fratelli D'Innocenzo e continuerò a rimanere nella mia ignoranza anche per il futuro.

Ho guardato i primi quindici minuti di questa mini serie by Sky ottimista anche per la presenza di Filippo Timi che reputo un bravo attore.

Dopo un quarto d'ora mi sono arreso, al di là della violenza dei toni, della fotografia ad effetto, della solita vicenda con serial killer psicopatico che lascia lettere sul luogo dei delitti, della sensazione di angoscia permanente ci sono anche alcuni particolari tecnici che mi hanno lasciato incredulo.

Io sono per il nero realistico, che non vuole dire crudo e simbolico, metaforico e artistico, ma soprattutto credibile.

Le divise dei poliziotti non sono quelle della polizia di Stato, i veicoli dei poliziotti non sono della polizia di Stato, poi la rissa fra due diversi gruppi di agenti senza un motivo plausibile, i dialoghi insensati, l'atmosfera cupa.

In una parola, ho cambiato canale e sono tornato ai miei gialli inglesi, Granchester per citarne uno.

Questi due fratelli saranno due geni della creatività mi inchino al loro genio e passo oltre.