martedì 19 maggio 2020

C'era una volta a Hollywood





Credo che Tarantino sia persona fortunata perché nella vita ha realizzato alcuni dei suoi sogni, come fare il cinema che gli piace e celebrare quello più amato, dagli spaghetti western ai film di Bruce Lee.
Credo anche che il suo unico vero capolavoro rimanga Pulp Fiction anche se a me sono piaciuti, per altri motivi, Kill Bill 1 e 2.
C'era una volta Hollywood non mi è piaciuto, l'ho trovato monco, una sorta di storia nella storia, la vicenda di un attore alcolizzato e della sua controfigura/autista abbastanza inconsistente.
Bravini i due protagonisti, niente di più, niente di mitico o memorabile, un omaggio in stile Tarantino a un'Hollywood remota, affascinante, immaginaria e favolesca ma tracciata per sommi capi in pochi giorni di una famosa estate del 69.
Unica perla nel film è la vicenda che coinvolse la sensuale Sahron Tate, l'eccidio di Cielo Drive,  e la rivisitazione di Tarantino. In quella parte del film si percepisce il consueto guizzo di genio, la sua interpretazione salvifica di una brutta storia che sicuramente scosse le coscienze di mezzo mondo.
Forse quei pochi minuti di film lo salvano, sicuramente riconciliano quelli che come me hanno sempre fatto il tifo per la bellezza di Sharon Tate contro l' insensatezza dei proseliti di Manson.
Su Sky

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