domenica 24 gennaio 2021

i delitti del bar Lume


 In piena pandemia, ai domiciliari determinati da una convalescenza lunga e nel complesso piacevole, ho deciso di guardare tutte le stagioni dei Delitti del bar Lume.

Come si cambia, cantava la Mannoia,  ultimamente ho più voglia di ridere e sorridere, più si avvicina la pensione più mi sento leggero, poca voglia di pesantezze, molta voglia di rilassarmi osservando la vita per ciò che davvero è, tempo che scivola via.

Non possiamo fare rientrare i delitti del bar Lume nella categoria giallo o nero.

E' una commedia molto toscana, una dark comedy, divertente, leggermente sboccata, improbabile, grottesca e bene interpretata da un grande Filippo Timi, attore magistrale e secondo me poco valorizzato.

Il cast si avvale di outsider sempre diversi almeno nelle prime stagioni e di un gruppo di attori che invece rappresenta lo zoccolo duro della serie, spiccano i quattro anziani, il gruppo uretra, motore della fiction, giusto menzionare Carlo Monni, scomparso prematuramente dopo la prima stagione e sostituito da un grande Benvenuti.

Non ho mai letto e mai leggerò i romanzi di Marco Malvaldi, un altro che a quanto pare ha trovato il successo presso la casa editrice siciliana famosa per Camilleri, ma devo ammettere che la serie funziona, come funziona, non per tutti, Coliandro, che nel tempo si è conquistato un suo pubblico.

Non aspettatevi indagini o temi sociali, o introspezione in questa fiction, ma se siete nello stato d'nimo giusto potrete rilassarvi e fare qualche sana risata, dicono faccia molto bene.

su sky

giovedì 21 gennaio 2021

Il mistero Henri Pick


 Chi è Henri Pick? Molti risponderebbero che è l'autore di un romanzo eccezionale, scoperto per caso in una misteriosa biblioteca nel cuore della Bretagna e diventato in brevissimo tempo un bestseller.

Mi ha incuriosito l'incipit di questo gradevole film francese, guardandolo ho scoperto, se è vero, che in Francia un terzo della popolazione scrive.

La trama è intrigante soprattutto per uno scrittore, in un piccolo paese della Bretagna esiste una biblioteca dei romanzi rifiutati dagli editori e in quel luogo una giovane cacciatrice di best sellers scopre un manoscritto che colpisce la sua attenzione e che diventerà un romanzo di successo l'autore è un pizzaiolo passato a miglior vita che aveva nascosto alla famiglia il suo talento.

Ma è davvero lui l'autore del romanzo?

Un piccolo giallo letterario che vede come protagonista Fabrice Luchini famoso attore francese che porta alla grande i suoi settant'anni.

Dietro la trama scritta con leggera eleganza ci sono alcuni temi cari a chi scrive, il fallimento dietro l'angolo, le speranze spesso disattese per chi si cimenta con la scrittura creativa, il grande numero di scrittori di fronte a un esiguo e sempre più distratto numero di lettori e l'importanza determinante del marketing e infine la più grande verità, non tutti i buoni libri avranno successo e saranno pubblicati, non tutti i cattivi libri vengono scartati, la narrativa soggiace a un mercato schizofrenico e alla fine considerato superfluo dai più, come del resto altre forme di creatività, basti pensare a come il teatro sia stato annullato senza scrupoli durante l'attuale pandemia.

Mi fermo qui, chi scrive e chi ama i libri ritroverà alcuni temi interessanti un questa amara favoletta.

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domenica 17 gennaio 2021

padrenostro


 

La prima considerazione è che ultimamente incontro tanti bambini, attori davvero bravi, e quando si parla di bambini non c'è accademia che tenga, se sono bravi evidentemente possiedono il talento, ingrediente sconosciuto ma indispensabile per quasìasi arte.

Il film mi è entrato nel profondo, si parla del delicato e soggettivo rapporto padre figlio, si parla di famiglia, degli anni di piombo e in questo caso 1976, si parla di amore, amicizia e solitudine.

Favino, pur non essendo il protagonista, che rimane il bambino, eccelle come sempre.

L'ambientazione, la musica, i personaggi, la sceneggiatura, tutto mi ha riportato a quegli anni terribili e disperati della mia adolescenza, fra occupazioni scolastiche, terrorismo e ideologia.

Con gli occhi della mia età ripenso al terrorismo e ai terroristi come uno dei tanti cancri italiani, una sorta di dittatura del terrore che per anni mise all'angolo ragionevolezza e democrazia innescando in noi giovani una pericolosa confusione.

Ma il tema principale rimane il punto di vista del bambino costretto a reinventare un rapporto con il padre, vicequestore, uomo dello Stato, in prima linea, lontanissimo, in pericolo e tanto amato.

Il tema riguarda la capacità di vivere i nostri drammi individuali, le nostre tragedie, sapendo superarle da soli, perché si nasce, si muore e si vive in grande solitudine e la solidarietà è una fandonia cattolica per indorare la pillola.

Cosa rimane? La capacità di raccontare il proprio vissuto personale rendendolo condivisibile.

Come in questo caso.

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venerdì 15 gennaio 2021

the undoing


 The Undoing- le verità non dette.

Con la copertina sulle stanche ginocchia, una tisana all'arancia rossa e la compagna di viaggio accanto, mi sono gustato le sei puntate di questa nuova produzione.

E non si sbaglia con il vecchio  Hugh Grant e la sempre splendida, nonostante i ritocchi incomprensibili, Nicole Kidman.

E' un noir patinato e confezionto ad arte, teso, angosciante, sceneggiatura perfetta e attori bravissimi, compreso il piccolo Noah Jupe.

Impossibile non citare l'anziano e sempre carismatico Donald Sutherland e la giovane Matilda De Angelis, attrice emiliana che è riuscita nell'impresa di non sfigurare affatto accanto a tanti vipponi americani.

Non vi racconto nulla, sarei un criminale.

Queste produzioni sono da gustare come una cena nel migliore ristorante della zona.

Ci sono questi ricchissimi e disperati borghesi americani che risvegliano in me il comunista sopito che li manderebbe tutti in qualche gulag se potesse, ma ormai il comunismo è morto e i ricchi sanno benissimo sbranarsi fra loro.

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