In piena pandemia, ai domiciliari determinati da una convalescenza lunga e nel complesso piacevole, ho deciso di guardare tutte le stagioni dei Delitti del bar Lume.
Come si cambia, cantava la Mannoia, ultimamente ho più voglia di ridere e sorridere, più si avvicina la pensione più mi sento leggero, poca voglia di pesantezze, molta voglia di rilassarmi osservando la vita per ciò che davvero è, tempo che scivola via.
Non possiamo fare rientrare i delitti del bar Lume nella categoria giallo o nero.
E' una commedia molto toscana, una dark comedy, divertente, leggermente sboccata, improbabile, grottesca e bene interpretata da un grande Filippo Timi, attore magistrale e secondo me poco valorizzato.
Il cast si avvale di outsider sempre diversi almeno nelle prime stagioni e di un gruppo di attori che invece rappresenta lo zoccolo duro della serie, spiccano i quattro anziani, il gruppo uretra, motore della fiction, giusto menzionare Carlo Monni, scomparso prematuramente dopo la prima stagione e sostituito da un grande Benvenuti.
Non ho mai letto e mai leggerò i romanzi di Marco Malvaldi, un altro che a quanto pare ha trovato il successo presso la casa editrice siciliana famosa per Camilleri, ma devo ammettere che la serie funziona, come funziona, non per tutti, Coliandro, che nel tempo si è conquistato un suo pubblico.
Non aspettatevi indagini o temi sociali, o introspezione in questa fiction, ma se siete nello stato d'nimo giusto potrete rilassarvi e fare qualche sana risata, dicono faccia molto bene.
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