Massimo Fagnoni ha lavorato per anni nei servizi sociali ed in psichiatria, ma
da ormai 14 è un agente della Polizia bolognese.
1- Ciao Massimo, parlaci un po' di te...
Bolognese classe 59, ho
lavorato quasi vent'anni nei servizi sociali e psichiatrici, con un'esperienza
di un anno all'Osservanza di Imola, durante la deistituzionalizzazione,
laureato in filosofia, lavoro da 14 anni in Polizia Municipale a Bologna, vivo
da 11 anni in campagna.
2- Nella tua vita sei passato dai servizi sociali alla Polizia, perché e come è
avvenuto questo cambiamento? C' è stato un evento scatenante o è successo di
colpo?
Il sociale in Italia è
residuale, come la cultura e il senso civico. Chi lavora nel sociale ha
contratti da fame e nessuna tutela, quando si è presentata l'occasione di un
concorso in Pm a Bologna ho deciso che fra il coordinatore di servizi e agente
di Pm preferivo il ruolo di agente, più garantito e con più possibilità di
incidere nella realtà cittadina.
3- Quando e come hai scoperto di essere
anche uno scrittore?
Ho iniziato a scrivere
sistematicamente nel 2005 circa, quasi per scommessa con me stesso e mia
moglie, lei diceva che avevo del talento, io in realtà non ero convinto del
tutto, poi nel 2010 i primi tre libri pubblicati mi hanno spinto a continuare
cercando di fare meglio,cercando un mio stile, sul quale sto ancora lavorando.
4- Il genere del quale scrivi è quello
del noir poliziesco, indovino che il
tutto parta dalla tua professione, quella attuale e quella passata...
Il nero fa parte della
mia formazione di lettore e fruitore di cinema e fiction, il nero colora
l'immaginazione, allontana il grigiume del quotidiano e permette di sviluppare
temi sociali, sicuramente da quando lavoro in pm ho vissuto tante situazioni
stimolanti.
5- E' solo il noir il tuo genere, o ti senti di esplorare anche qualche altro
genere?
Il nero ha diverse sfumature in
narrativa e orientamenti, il mio nero lo puoi definire di carattere sociale,
non è una novità, nonostante sia considerata da molti narrativa di
intrattenimento e spesso snobbata dai cultori di altri generi, sono convinto
che il nero con le sue diverse sfumature rappresenti un ottimo veicolo di
contenuti sociali, culturali proprio perché esplora i luoghi oscuri della
società e lo fa spesso senza remore, scrupoli e pudore ed è uno dei motivi del
suo successo. Io con il mio modo di intenderlo cerco di raccontare storie e
dentro ci metto tutto, cercando di raccontare la mia visione della realtà, e
sperando di trovare lettori che si riconoscano almeno in parte in quella
visione.
6- E' da poco uscito il tuo ultimo lavoro, "Il
Giallo Delle Caserme Rosse" edito dalla casa editrice genovese F.lli
Frilli Editore. Dal titolo si indovina che il romanzo abbia come fulcro Le
Caserme Rosse, campo di prigionia nella zona Corticella di Bologna. ce ne
parli?
Ho lavorato 11 anni nel
parco delle Caserme Rosse coordinavo un centro socio riabilitativo per disabili
gravi e frequentando il parco tutti i giorni era giocoforza arrivare a
conoscere la sua storia, poi due anni fa sono andato a Cracovia per visitare
Auschwitz e ho deciso che dovevo inserire almeno un paio di paginette in un
romanzo dedicate a quel luogo e il romanzo è nato intorno a quel desiderio. Poi
il romanzo rimane puro intrattenimento senza pretese sociologiche e storiche,
ma nasce da un' esperienza emotiva forte.
7- Il romanzo è
poi ambientato ai giorni nostri, cosa succede?
E' un “cold case”
un'indagine per scoprire che fine ha fatto un giovane (Andrea Fanti) scomparso a 17 anni dopo essere entrato nel campo di smistamento
di Caserme Rosse durante la guerra. È il terzo romanzo dedicato alle indagini
di Galeazzo Trebbi ex sovrintendente della polizia di Stato,
investigatore privato, è un personaggio che ha convinto l'editore che mi chiede
una nuova avventura con cadenza annuale, è un seriale e sto scrivendo adesso il
sesto. Trebbi è un prototipo di investigatore con alcune caratteristiche comuni
ai personaggi del suo genere , ma anche con alcune note originali che nascono
dal mio approccio al nero metropolitano.
8- Oltre ai temi del poliziesco e del
romanzo storico, hai voluto introdurre anche qualche altro tema? C' è qualcos'
altro nel tuo ultimo lavoro??
L'ho fatto inconsapevolmente
all'inizio, ma il tema che ho affrontato in questo terzo romanzo è quello della
diversità, intesa non tanto e non solo di diversità sessuale, ma politica,
religiosa, razziale, caratteriale.
Trebbi è un diverso, nel senso
che nato a Bologna ha vissuto le contraddizioni del suo essere atipico, non a
caso è stato un poliziotto e già il suo essere un ex sovrintendente di Polizia
emiliano lo colloca in una situazione sociale diversa e così tutti i personaggi
che compongono questa vicenda sono a loro modo dei diversi, fuori moda, fuori
contesto, borderline. Forse è questa la vera novità dell'ultimo romanzo
9- Tutti i tuoi romanzi sono ambientati a
Bologna e dintorni, perchè?
Ambiento le mie storie
fra Bologna e Ferrara, fra Bologna e l'appennino perché sono luoghi che conosco
e che amo, farei fatica a scrivere di storie in luoghi sconosciuti come faceva
Salgari, non ho quel tipo di immaginazione.
10- Quando scrivi i personaggi dei tuoi libri da dove
nascono? Colleghi, te stesso o dal di
fuori dell' ambiente lavorativo?
I miei personaggi
nascono dal mio vissuto, da coloro che incontro nel quotidiano, da ciò che ho
letto nella mia vita, dal cinema, da pulsioni interiori e dal mio desiderio di
esplorare il comportamento umano.
11- Qual' è secondo te il tuo personaggio meglio
riuscito?
Trebbi sta diventando il
mio preferito, ci sto lavorando con passione perché è quello che mi sta dando
le maggiori soddisfazioni.
12- Che libro consiglieresti a chi si volesse avvicinare
alla tua bibliografia?
Inizierei da Il Silenzio Della Bassa (ed. Frilli 2014), il primo della trilogia Trebbi, forse perché la mia scrittura da
Frilli in poi comincia a essere più matura, anche se in formazione, che
considero permanente, demenza senile permettendo.
13- Come già
detto questo è il terzo romanzo dove appare l' investigatore privato Trebbi. Ci
sarà un seguito???? Stai già lavorando a qualcosa?
In primavera 2017
pubblicherò un romanzo con Minerva, la più grande realtà editoriale della
regione, è un romanzo al quale sono molto legato affettivamente ma per ora non
voglio svelare nulla. In autunno 2017 dovrei tornare in libreria con il quarto
romanzo dedicato a Trebbi.
14- siamo in un' epoca dove è forte e radicato l'
utilizzo dei social network, che rapporto hai con loro?
Non amo i social
network, facebook soprattutto non mi piace, ma sono indispensabili per
diffondere il mio lavoro di scrittore, quindi mi adeguo, ma non chatto, non mi
interessa perderci tempo, se non per consultazione e promozione, lo dico con
franchezza, però la rete ormai è indispensabile per la promozione e la vendita
di romanzi.
15- Hai anche un sito internet:
www.massimofagnoni.com lo curi tu?
Lo curo io con grande
fatica perché mi porta via tempo, tempo che rubo allo scrivere, però stesso
discorso di prima, noi piccoli scrittori o ci promuoviamo da soli o rischiamo
di scomparire nell'oblio.
16- Nel tempo libero, leggi? Ascolti musica? Se si, in
che modo influiscono nel tuo lavoro di scrittore?
Leggere è indispensabile
per potere scrivere ora sto leggendo Sostiene Pereira ( scritto da Antonio Tabucchi), leggo anche neri soprattutto stranieri e li alterno
a neri italiani, leggo di tutto, anche fumetti.
La musica è
indispensabile ascolto musica quando scrivo soprattutto rilassante per non
contaminare troppo il momento in cui scrivo, ascolto musica continuamente, di
tutto, dai Cold Play a Fossati. La musica entra nei miei scritti, la cito, la
evoco, la uso come colonna sonora immaginaria.
17- conosci qualche altro scrittore? Se si, che rapporto avete?
Conosco molti scrittori,
i rapporti sono diversificati, alcuni sono amici, altri sono troppo famosi per
esserlo, gli scrittori in linea di massima non si amano fra di loro,
specialmente quando giocano nello stesso terreno, potenzialmente concorrenti.
18- Considerando il tuo mestiere, sei spesso
in giro per le vie e strade di Bologna, cosa vedi? Parlaci della TUA Bologna,
del rapporto che hai con la tua città.
Sono un agente della
Municipale, meglio specificare, visto che l'opinione pubblica ancora ci vede
diversamente dai poliziotti statali. Bologna è una città ricca del centro nord
del paese, vive le stesse contraddizioni di
città analoghe, difficoltà di integrare le nuove masse di migranti,
difficoltà a fronteggiare il degrado dilagante, difficoltà economiche
crescenti, nuove marginalità. Bologna è ancora una città vivibile, basta stare
un poco attenti come cantava Dalla.
19- Cosa vedi nel futuro di Bologna? Sei ottimista o
pessimista?
Non vedo un futuro
sereno per l'intera Europa, senza regole chiare di integrazione e accoglienza
vedo solo un crescente scontro di civiltà e noi come paese affacciato sul
Mediterraneo saremo sempre quelli più esposti, specialmente senza l'appoggio
del resto del vecchio continente
20- hai mai pensato di mettere su film o
di fare una serie televisiva tratta dai tuoi romanzi?
I miei romanzi sono
pensati sempre come immagini in movimento, la mia storia
viene dal cinema d'azione, molto cinema e molta azione, sto cercando di
arrivare alla prima sceneggiatura con Bologna Non C'è Più (ed. Frilli 2015), ci sta lavorando
un giovane sceneggiatore, vedremo se alla fine troveremo qualcuno interessato a
produrne un film.
21- negli ultimi anni si sono moltiplicate le serie
televisive di genere poliziesco. Ci spieghi il perchè, secondo te, di questa
tendenza?
Intrattengono,
distraggono, il poliziesco per quanto violento astrae dal quotidiano che è
anche più violento ma ha la concretezza brutale della realtà, meglio distrarsi
con una ricostruzione della violenza, è un buon metodo per esorcizzarla.
22- hai qualche progetto futuro, a breve o
a lungo termine? Professionale oppure no...
Vorrei andare in pensione per potere
dedicarmi alla scrittura al tempo pieno, a mia moglie, alla palestra e all'xbox
one, non ho progetti se non continuare a scrivere e vedere magari realizzato
prima o poi una fiction o un film con uno dei miei romanzi.