venerdì 30 novembre 2012

la libertà è partecipazione


Sento Bersani durante un'intervista mentre dice : la libertà è partecipazione, è contento, alle primarie quasi 4 milioni di italiani.
Penso alla sua idea di partecipazione ripenso alla canzone di Gaber del 1972.
Gaber poi cambiò idea nel tempo e scrisse altri testi più amari, disillusi, graffianti.
La Libertà rimane un testo buono per gli anni della speranza, quando anche lui sperava in una sinistra al governo forse, o in un'Italia diversa.
Non ce l'abbiamo fatta, diciamolo, siamo ancora al passo, abbiamo avuto Berlusconi al governo dopo i socialisti, dopo la democrazia cristiana, e adesso ci entusiasmiamo per le primarie.
Abbiamo bisogno di credere disperatamente in qualcosa e cerchiamo di credere nella retorica della partecipazione, ma esiste ancora la partecipazione?
I posti più affollati sono gli stadi per le partite e i concerti di Ligabue o simili.
Chi partecipa a cosa?
E mentre si consuma rabbiosamente la settimana del ballottaggio io ripenso a un'altra canzone di Gaber
Destra sinistra e vi lascio con una delle ultime canzoni del grande Gaber.

Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...
Ma cos'è la destra cos'è la sinistra...

giovedì 29 novembre 2012

Monti e il servizio sanitario nazionale



Qui l'articolo di Repubblica sull'argomento.
Crozza ha ragione a preoccuparsi dell'annuncio di Monti.
Vi ricordate dello scandalo Poggiolini?
Stiamo parlando del 1993 e di uno scandalo che scoperchiò una pentola dove la sanità italiana risultava un pozzo senza fondo per speculatori e malfattori.
Adesso come funziona la sanità in Italia?
Tutto a posto? Nessuna ombra? Nessuna sfumatura di grigio che adesso va molto di moda?
Possibile che il nostro Presidente del Consiglio come ricetta per affrontare la sicuramente tragica situazione finanziaria della nostra sanità riesca solo a dire che è necessario trovare nuove fonti di finanziamento?
Come sospetta Crozza, non saremo ancora una volta noi quella inesauribile fonte?
Un'ultima considerazione, politicamente non corretta, ma pazienza:
Spesso per lavoro o per diletto sono costretto a frequentare ospedali, dove passa il mondo, tutto quanto.
Cittadini italiani, noi che paghiamo le tasse, cittadini stranieri regolari che pagano le tasse, poi tutti gli altri che non sono regolari e che quindi non pagano le tasse, quelle che ci stanno dissanguando.
Chi paga per loro?
Ho letto dei bellissimi manifesti pieni di buon senso e solidarietà, dove negli ospedali bolognesi non si chiede a un cittadino se è regolare, non si chiede se ha o meno diritto all'assistenza, lo si cura e basta.
Bellissimo, sacrosanto, ma chi paga?
Solidarietà internazionale certo, ma non solo, ancora una volta noi.
Caro Presidente, qualcuno andrà a verificare  se tutto è regolare nella nostra sanità? Qualcuno troverà risposte concrete per curare tutti senza ancora una volta dissanguare noi?

Si accettano come al solito contributi e risposte.

domenica 25 novembre 2012

questo nostro amore




Ieri sera ho visto l'ultima puntata di Questo nostro amore produzione Rai, con il bravo Neri Marcorè.


Fine anni sessanta, esattamente 1967, prime occupazioni studentesche, prime ribellioni ad un vecchio modo di concepire la vita sociale, la scuola e la stessa coppia, io avevo 8 anni, ma quel modo di vestire, di muoversi, di comunicare e di stare insieme lo ricordo, forse perché ci sono cresciuto, pantaloni corti lividi sulle ginocchia a la televisione in bianco e nero, e non è vero che era meglio quando si stava peggio, ricordo una grande solitudine, una leggera malinconia e minestrina in brodo la domenica fra i riusltati delle partirte di calcio e Carosello.
 
La fiction ancora una volta fa leva sulla nostalgia, sui buoni sentimenti e su usi e costumi del tempo. Una allegra famigliola, padre, madre e tre figlie, deve scontrarsi con i pregiudizi del periodo, perché il padre non può sposare la madre fino all'annullamento del primo matrimonio con la prima moglie, una sovrappeso e invecchiata Debora Caprioglio.
 
Il problema sociale, il pregiudizio, i problemi di integrazione degli immigrati di allora, fanno da sfondo a una vicenda che termina nel migliore dei modi, tutto finisce fin troppo bene, come nelle favole.
 
Però per me ha funzionato, mi sono divertito, emozionato, e commosso, forse perché sto invecchiando, forse perché almeno nella finzione è piacevole il lieto fine, talvolta, e lasciatevelo dire da uno che nei suoi roamnzi spesso non riesce a infilarlo da nessuna parte, perché nella realtà solo la fine è certa e quasi mai lieta.

giovedì 22 novembre 2012

quasi quasi voto Renzi



Non avevo ancora pensato di andare a votare alle primarie, mai fatto prima.
Poi ieri parlando con un amico che non vota PD si rifletteva che Renzi potrebbe rappresentare qualcosa di nuovo. Gli altri li conosco, sono stato comunista a lungo nella mia vita, anche quando il partito non esisteva più e adesso che grazie al cielo non sono più nulla, solo una persona che paga le tasse, guardando e ascoltando tutto il circo sbiadito della politica penso che alle primarie voterei Renzi e se la pigrizia non avrà il sopravvento spenderò volentieri 2 euro per il trentasettenne toscano, anche se non so se poi andrò a votare alle politiche.
Qualcuno vorrebbe chiedermi perché votare lui?
C'è una qualsiasi alternativa credibile?
Spiegatemela, sono tutto orecchie.

Un'altra considerazione.
Se fossi di centrodestra voterei la Meloni, è riuscita a destabilizzare le primarie della destra costringendo qualche dinosauro a ritirarsi e anche se non la conosco, è la più credibile in un fronte politico, quello della destra, che oggi sembra un vero buco nero.

E con queste due belle considerazioni inattuali vi saluto, per oggi,
Cielo quanto mi piace avere un blog, posso parlare con tutti senza parlare con nessuno, uno sballo.

martedì 20 novembre 2012

walking dead 3


E' iniziata la  terza stagione e non stanca avere a che fare tutti i santi momenti con un mondo invaso da esseri infetti e bramosi di carne umana.
Probabilmente è la fiction americana più truculenta del momento almeno nel palinsesto sky e tiene alta la tensione in un mondo senza speranza, senza un momento di vera pace, dove è impossibile fare progetti per il futuro e ipotizzarne uno qualsiasi.
Alcuni personaggi storici escono di scena nei modi più fantasiosamente violenti, e non vi dirò quali nel caso non siate arrivati alla mia puntata, e ne compaiono di nuovi come una bella guerriera di colore che maneggia il katama con grande maestria.
Compare un villaggio che sembra abbastanza fittizio ma che rappresenta la cosa più simile a una colonia umana e compaiono nuovi nuclei di sopravvissuti.
Insomma in questa dimensione spietata e sanguinolenta nascono anche nuovi pargoli e non si riesce a immaginare come farli arrivare al giorno successivo.
Per un giocatore visionario come me che ancora si diverte con giochi come Resident Evil, questa fiction è la cosa più vicina a un videogioco spietato e mi ricorda ogni giorno come le cose sulla terra potrebbero anche peggiorare, quindi come si suole dire, mai lamentarsi troppo del nostro presente.

lunedì 19 novembre 2012

Dexter è tornato



Una cosa la devo confessare.
Dexter, quello televisivo, perché i romanzi non li ho mai letti, va a toccare e intaccare alcune corde molto fragili di un cinquantenne giovanilista come me.
Lui ti mette di fronte a un bivio.
Il male assoluto o la redenzione e quella passa sempre attraverso la confessione e l'espiazione.

Io, che non ho commesso mai alcun crimine, non sono esente dai cattivi pensieri, da rancori mai sopiti, dall'odio sociale, e da tutte le cose che possono cogliere un occidentale nevrotico e compensato in una società come la nostra spietata e assistenziale.

Mi immedesimo con il male, mi serve per scriverne, per creare storie, per inventare personaggi, e immedesimarsi significa immergere le mani e soprattutto la testa dove c'è solo il buio più profondo.

Dexter nuova stagione si infila in un labirinto stretto, dovere fare i conti con la propria sorella/astra.
forse unica persona alla quale vuole veramente bene, oltre a suo figlio.

Perché anche i mostri possono amare, non lo sapevate?

E quando guardo lui, penso a me, e mi ritrovo come lui, a un bivio.

L'importante è sempre ritrovare la retta via e tenersi un pezzettino di quel germe contagioso da mettere nei romanzi.

Operazione difficilissima, che io coltivo ogni giorno, in una lotta perpetua che non ha mai fine, fino alla fine.

domenica 18 novembre 2012

se stasera sono qui


Sto seguendo il nuovo show della brava Teresa Mannino Se stasera sono qui in programmazione prima nel canale La7  e adesso su Comedy Central.
E' un programma coraggioso, perché non si pone l'obiettivo di intrattenere a tutti i costi, non usa il ritmo incalzante per tenerti incollato alla trasmissione e non è necessariamente divertente.

Forse è un tentativo di proporre una nuova televisione che parli anche di noi, c'è una simpatica antropologa leggera e accessibile, molti ospiti, molti interventi di personaggi dello spettacolo, della cultura, della scienza, che arrivano ed esordiscono sempre con il loro "se stasera sono qui".

Si parla di mafia, di consumo consapevole, dell'importanza dell'acqua per il pianeta, di comunicazione, di creatività, di spettacolo, e poco di politica, sempre trasversalmente.

Promuovo la trasmissione, anche se non mi entusiasma, le registrazioni mi servono anche qui per saltare i balletti del bel gruppo di giovani ballerini, bravi, ma ... detesto i balletti.
Non mi piace neppure il comico che fa il compagno e che non ricordo come si chiama.

Credo che in questo momento sia importante promuovere certi esperimenti televisivi, mi piace molto lei, la trovo pulita, irresistibile e  molto femminile, oltre che una bravissima comica.

Che dire, se vi capita passate a volo radente su Se stasera sono qui e se la trasmissione è troppo lunga, fate come me, registrate e guardate solo i pezzi che vi piacciono.

Ieri sera, ad esempio, c'era un attore e scrittore palermitano, ha letto un brano di un suo romanzo, recitandolo ... da brividi, una scena d'azione folgorante nella sua lucida violenza, purtroppo non ricordo nessun dato né di lui, né del romanzo.

Se stasera sono qui, su Comedy Central.

sabato 17 novembre 2012

midnight in Paris


 Parigi ... dolce Parigi.
Quante volte ci sono stato? Almeno tre, direi.
A Parigi bisognerebbe andarci sempre in buona compagnia, io in realtà ci sono stato anche da solo, ero molto giovane.  Ogni volta da quel viaggio ho riportato a casa qualcosa di dolce, una sensazione ineguagliabile di perfezione, legata all'atmosfera, sicuramente dominante su ogni cosa e in ogni tempo, altro che Vecchia Romagna.

Midnight in Paris  è per me soprattutto questo, un' atmosfera. Inizia con alcuni magnifici scorci della città, e non dimentica la pioggia.
Mi viene sempre in mente un bel film americano con Bogart e l'indimenticabile Audrey Hepburn, Sabrina dove lei si raccomanda con Bogart di non dimenticare l'ombrello per il suo viaggio a Parigi.

Il film di Allen è soprattutto un omaggio a Parigi.
La Parigi della pioggia, delle strade, della gente, ma anche e in primo luogo la Parigi degli artisti e degli scrittori.

Io non potevo non rimanere affascinato da un film magico nel quale il protagonista incontra i miti della mia adolescenza da Scott Fitzgerald a Hemingway, e Allen li immagina proprio come li avrei descritti io, e immaginate uno scrittore contemporaneo che incontra i mostri sacri della propria storia di lettore e può fargli leggere un proprio manoscritto.

Alla fine il romanzo è un messaggio d'amore verso le nostre epoche d'oro, quelle nelle quali avremmo voluto vivere perché lì sì che avremmo potuto realizzarci, come scrittori, amanti, esseri umani.

Ma Allen alla fine ti passa la sua ultima parola.
Ogni periodo merita di essere vissuto, basta farlo con occhi aperti e cuore libero da condizionamenti, decidendo in autonomia la propria strada cercando sempre, senza stancarsi mai e amando il più possibile, nel limite del possibile.

in programmazione su sky

mercoledì 14 novembre 2012

le due donne scomparse: fantasmi in mezzo a noi



Quando poco tempo fa scrivevo che Chi l'ha visto dovrebbe occuparsi di persone scomparse e non delle modalità d'intervento della polizia locale durante i trattamenti sanitari obbligatori avevo probabilmente detto il vero.
Ancora una volta questa trasmissione di  servizio ha fatto centro, è arrivata dove i nostri investigatori non sono riusciti.

Due donne madre e figlia scompaiono nel nulla da Castel Volturno nel 2002 circa 8 anni fa e i due coniugi non fanno denuncia, uno dei due, il più giovane, in realtà allora era già separato.

Solo grazie alla denuncia del fratello della madre e all'intervento della trasmissione Chi l'ha visto si è arrivati a una decisiva svolta dell'indagine con il ritrovamento dei cadaveri delle due donne all'interno di un'intercapedine della casa dove vive il marito di  Elisabetta Grande  e padre di Maria Belmonte.
 Un poliziotto durante una perquisizione della villa ha buttato giù un muro e dietro c'erano le ossa delle due donne.

Al di là del ritardato ritrovamento e dell' eventuale inefficienza dei nostri metodi investigativi, o della difficoltà di investigare quando neppure i parenti più stretti si interessano alla sparizione dei loro cari, rimane lo sconcerto di fronte a questi accadimenti.

Scomparire nella nostra società  può trasformarsi in un destino  davvero grottesco e imprevedibile.

Probabilmente dall'interrogatorio del marito/padre emergeranno elementi utili allo sviluppo delle indagini.
Ma rimane lo sconcerto per il fatto che  all'interno di una comunità qualsiasi,  due persone possano dissolversi nel nulla, lasciando la pensione che ogni mese veniva regolarmente versata e mai ritirata senza smuovere l'interesse di nessuno, tranne un fratello della madre.

Oltre a riconoscere ancora una volta i meriti di trasmissioni come Chi l'ha visto, che servono  a smuovere indagini e curiosità dell'opinione pubblica, rimane la sensazione di vivere in una società dove le persone sovente hanno uno spessore sottilissimo, e quando non sono tutelate da altri possono dissolversi nel nulla senza avere nemmeno la speranza di essere ricordate, o cercate.
Fantasmi si aggirano fra noi che  ci muoviamo nevroticamente, indifferenti nei confronti di coloro che intanto compongono la nostra vita quotidiana.



lunedì 12 novembre 2012

Dexter 7


Finalmente una sana fiction dove prevalgono i buoni sentimenti. Appena dismesso il lutto per la prematura scomparsa di Medium, dopo avere guardato l'ennesima puntata di una simpatica fiction italiana anni settanta con il bravo Marcoré, Questo nostro amore dove tutti si amano più o meno e devono lottare per l'affermazione della coppia di fatto, finalmente  potrò rilassarmi con Dexter, amico quasi fraterno,  lato oscuro della mia anima e di quella di tutti gli amanti del noir più cupo e senza speranza.
Qui non ci sono aspettative di redenzione.
Non troverete desideri di espiazione.
Neanche teorizzazioni cattoliche sul perdono.
Qui troverete un tranquillo tecnico della scientifica di Miami con una forte predisposizione all'omicidio seriale perpetrata ai danni di mostri e affini della società.
Impossibile non fare il tifo per lui.
Ansiogeno, affascinante, solitario e ragazzo padre.
Inizia una nuova stagione e non so mai se sperare che termini con la sua cattura o con la sua definitiva redenzione.
Del resto ognuno di noi ha un lato oscuro, basta leggere la cronaca tutti i giorni, l'importante è riuscire a dominarlo e imparare a conviverci.

domenica 11 novembre 2012

Medium fine serie






Medium termina in maniera repentina e non vi racconterò come, perché se non avete sky può essere che lo stiate seguendo in ritardo altrove.
Perché finiscono le serie televisive? E soprattutto cosa ci spinge ad affezionarci tanto?
In Medium non c'era nulla di davvero credibile, la simpatica protagonista che riesce attraverso i sogni a svelare i crimini, a volte a prevenirli, e che parla allegramente con i defunti, è davvero poco realistica, ma la famiglia che ha intorno con il marito ingegnere e le tre figlie buffe è una entità assimilabile a quanto di più desiderabile possa perseguire un essere umano nella sua vita, la serenità di una vita normale, una famiglia felice e affiatata e due persone che si amano per sempre.
Cosa ha fatto di questa una serie vincente?
Credo la commistione di questi due elementi, la magia della protagonista che riesce a svelare segreti altrimenti di difficile soluzione, la trama comunque gialla e a volte addirittura noir e la famiglia americana alla quale tornare sempre al termine di ogni indagine.
Mi mancheranno questi personaggi Alison Dubois, la brava Patricia Arquette, Joe Dubois, il meno famoso Jake Weber, il procuratore che infine diventa sindaco Manuel Devalos, Miguel Sandoval e tutti gli altri personaggi di questa favola americana.

Ogni fine serie è come la conclusione di un romanzo al quale mi ero affezionato, e solo i malati di televisione come me forse possono comprendere.


sabato 10 novembre 2012

la kryptonite nella borsa




Non vado più al cinema, da anni ormai, forse perché vedo il cinema dalla poltrona di casa mia su Sky, e ieri sera ho visto La kriptonite nella borsa per la regia di Ivan Cotroneo  sceneggiatore e scrittore napoletano che ha sceneggiato anche La prima linea per la regia di Renato De Maria, e mi impressiona sempre pensare che questo regista era al Righi (liceo scientifico) nel mio stesso periodo e che ci siamo anche parlati e scontrati (lui era nel collettivo studentesco e io nella fgci).
Ricordi a parte, mi è piaciuta la Napoli degli anni sessanta, il protagonista è ancora una volta un bambino bruttino e complicato in una Napoli alla fine degli anni sessanta, un po' più piccolo di me.
Il protagonista nasce nel 64 e il regista è del 68, ma siamo tutti lì, con la tv in bianco e nero, i terribili pigiamini in acrilico che facevano scintille e quell'abbigliamento tipicamente anni 70 fra rombi, camicie dai colletti enormi e pantaloni a zampa d'elefante, che riesce a smorzare anche il consueto fascino di un bravo Zingaretti.
La Golino che avevo avuto modo di rivalutare e apprezzare già in altri lavori, è brava anche in questo caso.
La trama è importante, ma ancora più importante l'atmosfera che riesce a restituirci una Napoli italiana, fuori dai soliti stereotipi di certo cinema. Al di là del linguaggio la storia parla di un periodo storico che a me piace molto, forse perché mi riconcilia con un'infanzia povera e sbiadita, e anche i colori di questo film sono importanti, le tinte, la musica e la leggerezza.
Superlativo il superman dei poveri, il cugino Gennaro, che si crede un super eroe con mantella e che torna in momenti topici a trovare il piccolo protagonista del film per consigliarlo e confortarlo.
Ancora una volta il cinema italiano entra in casa mia e mi piace, un film che non credo abbia avuto un grande successo  ma come dico sempre di un buon libro, soprattutto quando l'ho scritto io, il fatto che sia piaciuto almeno a una persona esterna alla produzione  per me è già un successo.  
Complimenti a Ivan Cotroneo e a tutto il cast.
Napoli in questo film si avvicina al mio sentire, dandomi la consapevolezza che i miei coetanei in un' Italia dai colori tenui sono cresciuti con i medesimi sogni miei.
Il miracolo del cinema si compie ancora una volta.

venerdì 9 novembre 2012

stati uniti italia uno a zero



Pochi giorni fa ho ascoltato Mentana parlare per radio delle elezioni americane.
Ha detto una cosa giusta, l'abbiamo pensata in tanti.
300 milioni di abitanti, tanti stati tanto diversi, molte etnie, molte pistole, ma un solo presidente, il presidente degli Stati Uniti.  L'avversario, il perdente Mitt Romney, nel discorso ai suoi elettori e all'America, si complimenta con il vincitore e promette di aiutarlo a governare.

E noi?
Vado a braccio:
Stanno per avvenire le primarie del PD  due euro per decidere chi deve diventare premier fra Bersani e Renzi, e sappiamo già che Renzi difficilmente ha una possibilità all'interno del grande democratico e rutilante partito democratico, io li conosco, e so quanto la democrazia può essere effimera in quel grande calderone di luoghi comuni e retorica.

Grillo? fa fuoco e fiamme contro una delle consigliere movimentiste la Salsi e ancora una volta si parla di libertà d'espressione all'interno del movimento 5 stelle. Mi piaceva tanto Grillo il comico, ambientalista, informato, graffiante, mi piace così poco il suo movimento.

L'Italia dei valori: è bastata una bella trasmissione come Report e i valori sono azzerati, solo pressione alta e spaccatura mentre Di Pietro parla già di rinnovamento, anche lui mi piaceva di più come magistrato.

La destra? Per amor del cielo.

Siamo in 50 milioni. Una piccola penisola bellissima e frastagliata. Come possiamo sperare di essere pronti nella prossima primavera a dare il timone a uno qualsiasi di questi signori?

Guardo Obama mentre si commuove davanti ai suoi collaboratori:

Si è laureato alla Columbia University e alla Harvard Law School, dove è stato il primo afroamericano presidente della Harvard Law Review. Organizzatore e attivista politico nella sua comunità di Chicago prima di ottenere la laurea in giurisprudenza, ha lavorato come avvocato nella difesa dei diritti civili e ha insegnato diritto costituzionale alla Law School dell'Università di Chicago dal 1992 al 2004.

E oltre ad essere colto, bello, preparato e afroamericano, è credibile  tanto credibile da essere stato rieletto da uno dei popoli più conservatori del mondo, anch'io voterei per lui se si presentasse alle nostre primarie democratiche e spenderei anche cinque euro per votarlo ( pensa un po').

Perché noi non siamo in grado di proporre una persona che neanche lontanamente si avvicini a un tale modello? E non parlo del colore della pelle. Forse è proprio vero che ci meritiamo di essere uno dei paesi con il più alto livello di corruzione al mondo e le cose belle, accidenti, sono quasi tutte nei musei, o in caduta libera come a Pompei.

Che dire ai nostri figli che voteranno il prossimo anno per la prima volta? 

Non so più, sono rimasto quasi senza parole.




domenica 4 novembre 2012

Crozza delle meraviglie


Ieri sera ho visto la prima o seconda puntata del meraviglioso Crozza delle meraviglie.

Crozza mi piace, rimane insieme a Guzzanti uno dei geni della satira politica, grande dissacratore riesce a farti ridere dei nostri guai che sono molti, articolati e seri.
Una risata vi seppellirà.
Ma sarà ancora vero?

Ieri sera ho visto la registrazione. L'esordio l'ha dedicato a Schettino ricostruendo in maniera tipicamente Crozziana la tragedia del naufragio della nave.
Della sua ricostruzione mi hanno colpito due cose: La sua preoccupazione a sottolineare come l'imperizia nel nostro paese sembra diventata una regola, la seconda (se è vera) è che Schettino ha chiesto il reintegro lavorativo non considerando il licenziamento motivato da giusta causa, ma è vero?

Poi Crozza è partito per la tangente e ha dichiarato che in Italia si reintegra chiunque sbagli e ha detto che ogni parlamentare riceve 140000 euro per potersi reinserire nella società alla fine della propria carriera di parlamentare, ma inutile raccontare la storia  ai confini della realtà.

Ve la linko sotto e potete sentirla direttamente da lui.
Crozza e la buona uscita dei parlamentari

L'unica speranza è che Crozza non decida di scendere in politica.

Ultimamente ai comici piace questa opzione, spero che lui rimanga dall'altra parte della barricata e continui a farci ridere dei nostri guai.
Ne abbiamo un gran bisogno.