sabato 23 maggio 2020

La confraternita ... recensione di Milano Nera









L'amico Mirko Giacchetti ha, come al solito, centrato l'obiettivo, regalandomi una recensione della Confraternita dei Sikuri, come al solito approfondita e unica, come lui riesce a fare.
Grazie Mirko, grazie Milano Nera.
Se volete leggerla la trovate qui

martedì 19 maggio 2020

C'era una volta a Hollywood





Credo che Tarantino sia persona fortunata perché nella vita ha realizzato alcuni dei suoi sogni, come fare il cinema che gli piace e celebrare quello più amato, dagli spaghetti western ai film di Bruce Lee.
Credo anche che il suo unico vero capolavoro rimanga Pulp Fiction anche se a me sono piaciuti, per altri motivi, Kill Bill 1 e 2.
C'era una volta Hollywood non mi è piaciuto, l'ho trovato monco, una sorta di storia nella storia, la vicenda di un attore alcolizzato e della sua controfigura/autista abbastanza inconsistente.
Bravini i due protagonisti, niente di più, niente di mitico o memorabile, un omaggio in stile Tarantino a un'Hollywood remota, affascinante, immaginaria e favolesca ma tracciata per sommi capi in pochi giorni di una famosa estate del 69.
Unica perla nel film è la vicenda che coinvolse la sensuale Sahron Tate, l'eccidio di Cielo Drive,  e la rivisitazione di Tarantino. In quella parte del film si percepisce il consueto guizzo di genio, la sua interpretazione salvifica di una brutta storia che sicuramente scosse le coscienze di mezzo mondo.
Forse quei pochi minuti di film lo salvano, sicuramente riconciliano quelli che come me hanno sempre fatto il tifo per la bellezza di Sharon Tate contro l' insensatezza dei proseliti di Manson.
Su Sky

martedì 12 maggio 2020

parasite





Vi confesso che non guardo il cinema orientale, i cinesi mi spiazzano, gli ultimi film che si avvicinano, come idea, e che ho amato, sono giapponesi, del grande Kurosawa, quando li ho visti avevo vent'anni, la testa piena di arti marziali, morti eroiche, cinema d'autore.
Parasite è un film coreano e la Corea già l'avevo sbirciata guardando Pekino express, un mondo remoto e affascinante, proprio perché alieno e lontano da qualsiasi mio riferimento culturale.
Parasite mi è stato suggerito dall'ala giovane della famiglia, che avesse vinto un oscar non era importante, non mi fido di giurie e premi.
Il film mi è piaciuto, una black comedy, grottesca e graffiante, comica e angosciante, contro corrente e deflagrante.
Bella l'idea di inserire la canzone del giovane Morandi, tanto fuori contesto da diventare unificante.
Il mondo è piccolissimo in realtà e siamo tutti o parassiti, o creatori di parassiti, o vittime di parassiti.
E alla fine solo quelli sopravviveranno, loro il covid se lo bevono a colazione.
Su sky.

sabato 9 maggio 2020

Figli





Mattia  Torre brillante sceneggiatore romano prematuramente scomparso e autore di alcune perle della produzione televisiva italiana, fra tutti Boris che potrete vedere, se non l'avete mai fatto, su Netflix, ci ha lasciati in eredità una commedia agrodolce dedicata a uno dei nostri motivi di essere in questo mondo, i figli.
Mattia Torre con intelligenza e ironia, affronta il tema dell'essere genitori oggi, in un'Italia che ha perso le proprie radici, e  la naturale propensione a procreare.
Perché mettere al mondo figli  in un paese che poco o nulla fa per favorire le famiglie?
Quale ragione esistenziale o filosofica sta alla base dell'insano gesto di generare figli?
Mattia, che sicuramente ha molto amato i suoi figli, affronta il tema raccontando nevrosi, angosce, paradossi, contraddizioni del nostro vivere.
Emerge un paese che ha perso, insieme alla voglia di procreare, qualsiasi bussola morale, etica, un paese composto da milioni di individualisti, da milioni di precari, che cercano in qualche modo di rimanere a galla fra rapporti di coppia fragilissmi, lavori male pagati e misteriosi.
Mattia Torre aveva l'indubbio talento di scavare nella società italiana facendo emergere con feroce lucidità le nostre debolezze.
Perdere talenti come il suo non è solo un lutto ma una sconfitta intellettuale.
Figli potete vederlo su Sky

giovedì 7 maggio 2020

On writing







Mi piacciono le biografie dei grandi, di quelli che ce l'hanno fatta, hanno realizzato un sogno, quello di vivere e bene con il loro talento, conquistando fama, denaro e immortalità.
In Sicilia, a Punta Secca, una giovane barista conosceva tutta la produzione letteraria di Stephen King, compreso l'ultimo romanzo che ho letto durante la vacanza, e che mi ha sostanzialmente deluso. l'istituto partito con slancio ha perso mordente nella seconda parte.
On writing invece, pubblicato nel 2000, nonostante sia datato mostra alcuni aspetti fondamentali dello scrivere è interessante per un qualsiasi scrittore e come tutti gli scritti sull'argomento è soggettivo, con l'aggiunta della sua creatività e simpatia.
Racconta della sua infanzia/adolescenza, non so quanto sia vero ciò che scrive ma almeno divertente.
A differenza di altri scritti sul tema King lascia aperti diversi scenari, non celebra i corsi di formazione, anzi li trova inutili e in questo non posso che essere d'accordo.
Alcune sue dritte sono illuminanti nella loro semplice pragmaticità.
Poi alla fine,  amici scrittori, sappiamo che non esistono ricette, solo il lavoro, per ognuno soggettivo, la fatica, il talento, che esiste, è tangibile e non acquistabile, nemmeno su amazon,   la fortuna, e la miseria bastarda che affligge la maggiore parte di noi.
Senza un vero lavoro, diciamolo, saremmo in molti sotto un ponte,  bravi e non.

On wrting lo portate a casa con meno di 10 euro su amazon, cartaceo.
On writing