Sono al volante, giornata di inizio estate, quasi fredda ... che meraviglia, un bel sole pulito per un 29 giugno 2013 e per Virgin radio passa Vasco con Senza parole e l'inizio giornata assume un altro colore.
Vasco ha sempre avuto questo effetto sorpresa su di me, anche la musica è evento individuale, privato, quasi catartico, non mi interessano le masse urlanti, i grandi raduni, la condivisione emotiva, mi piace l'ascolto solitario, unito magari ad un paesaggio come quello che vedo tutti i giorni nella magica terra che congiunge Ferrara a Bologna alle sei e mezzo del mattino e Vasco diventa colonna sonora perfetta per iniziare bene una giornata.
Vedete non sono un pessimista, come alcuni mi dipingono, non sono depresso e mi diverto ancora con la musica.
Penso alla sua ultima performance a Bologna, tre giornate di grande pubblico, un successo prevedibile fra i maldicenti che l'hanno accusato di cantare in playback e altri che lo hanno criticato per le pause troppo lunghe.
Io non c'ero, mia figlia era là e si è divertita molto, rimanendo senza voce, in un certo senso è come se una parte di me, quella meno pigra e più sociale avesse partecipato.
Credo che un concerto di Vasco, come uno di Jovanotti valga ancora la pena.
Credo che questo sia uno degli ultimi concerti del grande rocker italiano.
Già mi manca, mi capita sempre così, comincio ad avere nostalgia di coloro che sono ancora in giro ma che prima o poi dovranno arrendersi al tempo e agli acciacchi.
Però questa emozione come cantava Gaber, altro personaggio che mi manca spesso, l'emozione dicevo di un brano di Vasco in una mattinata di sole all'inizio dell'estate è una delle cose che mi porterò sempre dietro, anche quando non avrò più voglia di nulla.