Ho ascoltato San Luca canzone di Cremonini dal nuovo album cantata con Carboni e si è smosso qualcosa dentro, qualcosa di profondo e remoto.
A San Luca andavo a correre partendo da via Saragozza, la famosa Casaglia-San Luca e i miei compagni erano tutti amici, quasi fratelli, si chiamavano Sandro, Marco, Fabio e altri che occasionalmente si univano a noi.
Correvo da solo, dieci chilometri belli intensi per chi conosce la strada.
In Inverno correvo sotto il portico di tre chilometri, quando all'esterno pioveva o nevicava insieme a un vigile del fuoco, amico per un breve periodo, ma lui era molto più forte di me, mi lasciava sempre indietro, erano tre chilometri di scalini, mica pippe, e avevo un altro fisico, ma niente malinconie, sono ancora vivo.
Ma la meraviglia era quando arrivavo in cima e guardavo la città dal Santuario, mi tornavano in mente le canzoni di Lucio Dalla e mi sentivo vivo, mi sentivo parte di quella storia lì.
San Luca era sempre lì ai miei ritorni da vacanze così così dove niente sesso, pochi soldi e voglia di tornare a casa, quando ero troppo giovane per godermela.
Era un faro nella notte più buia, era una speranza, e a volte ci andavamo in macchina la notte nel parcheggio a guardare le luci della città bevendo birra e parlando del futuro, di politica, delle donne, fumando troppo e sognando nel freddo delle notti invernali.
La canzone di Cremonini mi ha smosso ricordi.
Ora San Luca non la guardo quasi mai, vivo appena fuori Bologna ma quel tempo, quegli amici, quei sogni, sono tutti dentro di me, fino alla fine.