mercoledì 11 dicembre 2024

Piedone uno sbirro a Napoli


 

Aleggia il fantasma di Bud Spencer nella mini serie Sky ambientata a Napoli, due cose mi hanno spinto a guardarla, la città che trovo irresistibile e il dialetto sottotitolato che emerge durante le varie sequenze.

Bravo il protagonista che ricorda lontanamente il mitico Piedone, Salvatore Esposito che dopo il successo di Gomorra, che non ho mai visto, sta dilagando sulle diverse piattaforme.

Brava anche Silvia D'amico e Fabio Balsamo.

Una bella iniezione di Napoli fra pizze fritte e vicoli dei bassi.


sabato 7 dicembre 2024

Lo stato delle cose


 


Il titolo è perfetto per il nostro momento esistenziale, politico, sociale.

Per chi mi legge siamo al terzo capitolo della vita di Frank Bascombe, scrittore fallito, discreto giornalista sportivo, motivato agente immobiliare, giunto alla soglia degli anni 2000 con 55 anni sul groppone e un cancro alla prostata.

In questo terzo capitolo della vita del personaggio mi sento sempre più in sintonia con lui, anche se per fortuna la mia vita non è stata così complicata, ma conosco bene l'infelicità e la sconfitta.

Nel romanzo si parla anche di politica, si svolge l'anno delle elezioni che videro fra i candidati Gore e Bush e con tutte le riserve del caso sembrano giganti rispetto all'attuale presidente appena eletto.

Pochi giorni fa hanno assassinato un dirigente di una grossa assicurazione sanitaria americana e l'odio e la rabbia sono esplosi in rete nei confronti della vittima, capro espiatorio di una sanità americana che non funziona.

Questa è l'America, il paese che ci schiaccia e domina dal dopoguerra, impone i conflitti, decide i capi governo, controlla il voto popolare come in Romania oggi, spalleggia i genocidi, decide il nostro futuro e domina il nostro presente.

Ma l'America di Richard Ford è invece quella delle persone normali che lottano per sopravvivere entrano ed escono da matrimoni fallimentari, gestiscono complicati rapporti con i figli, combattono contro un qualsiasi cancro.

Alla fine nonostante le distanze culturali, geografiche, storiche, leggere della vita di questo uomo qualunque mi fa sentire meno solo, meno qualunque.


domenica 1 dicembre 2024

Dostoevskij


 

Non conoscevo la produzione dei fratelli D'Innocenzo e continuerò a rimanere nella mia ignoranza anche per il futuro.

Ho guardato i primi quindici minuti di questa mini serie by Sky ottimista anche per la presenza di Filippo Timi che reputo un bravo attore.

Dopo un quarto d'ora mi sono arreso, al di là della violenza dei toni, della fotografia ad effetto, della solita vicenda con serial killer psicopatico che lascia lettere sul luogo dei delitti, della sensazione di angoscia permanente ci sono anche alcuni particolari tecnici che mi hanno lasciato incredulo.

Io sono per il nero realistico, che non vuole dire crudo e simbolico, metaforico e artistico, ma soprattutto credibile.

Le divise dei poliziotti non sono quelle della polizia di Stato, i veicoli dei poliziotti non sono della polizia di Stato, poi la rissa fra due diversi gruppi di agenti senza un motivo plausibile, i dialoghi insensati, l'atmosfera cupa.

In una parola, ho cambiato canale e sono tornato ai miei gialli inglesi, Granchester per citarne uno.

Questi due fratelli saranno due geni della creatività mi inchino al loro genio e passo oltre.

sabato 30 novembre 2024

San Luca


 

Ho ascoltato San Luca canzone di Cremonini dal nuovo album cantata con Carboni e si è smosso qualcosa dentro, qualcosa di profondo e remoto.

A San Luca andavo a correre partendo da via Saragozza, la famosa Casaglia-San Luca e i miei compagni erano tutti amici, quasi fratelli, si chiamavano Sandro, Marco, Fabio e altri che occasionalmente si univano a noi.

Correvo da solo, dieci chilometri belli intensi per chi conosce la strada.

In Inverno correvo sotto il portico di tre chilometri, quando all'esterno pioveva o nevicava insieme a un vigile del fuoco, amico per un breve periodo, ma lui era molto più forte di me, mi lasciava sempre indietro, erano tre chilometri di scalini, mica pippe, e avevo un altro fisico, ma niente malinconie, sono ancora vivo.

Ma la meraviglia era quando arrivavo in cima e guardavo la città dal Santuario, mi tornavano in mente le canzoni di Lucio Dalla e mi sentivo vivo, mi sentivo parte di quella storia lì.

San Luca era sempre lì ai miei ritorni da vacanze così così dove niente sesso, pochi soldi e voglia di tornare a casa, quando ero troppo giovane per godermela.

Era un faro nella notte più buia, era una speranza, e a  volte ci andavamo in macchina la notte nel parcheggio a guardare le luci della città bevendo birra e parlando del futuro, di politica, delle donne, fumando troppo e sognando nel freddo delle notti invernali.

La canzone di Cremonini mi ha smosso ricordi.

Ora San Luca non la guardo quasi mai, vivo appena fuori Bologna ma quel tempo, quegli amici, quei sogni, sono tutti dentro di me, fino alla fine.

giovedì 28 novembre 2024

Il mio primo vero studio


 


Ho scritto i miei romanzi e racconti e mail, per anni, all'interno di uno sgabuzzino, che da sabato dovrebbe tornare a chiamarsi con il suo nome e non più studiolo, come lo chiamavamo affettuosamente.

Da alcuni anni la camera della figlia più grande, che ora convive con il suo moroso, era diventata mia, ma solo da pochi giorni abbiamo provveduto a personalizzarla, finalmente ho potuto attaccare al muro un omaggio al grande  Troisi, acquistato vent'anni fa ad Ischia, che giaceva triste in un armadio, vicino a Troisi la bella caricatura, omaggio dell'amico Trabucchi per il mio pensionamento, e di fianco la mia laurea che fino ad oggi era in bagno.

Poi ci sono i miei romanzi e i libri di    Nietzsche vicino Shakespeare, regali e ricordi di una giovinezza.

C'è ancora del lavoro da fare ma oggi mi sento contento come un fanciullo davanti al

suo primo astuccio il primo giorno di scuola, quando esistevano ancora gli astucci.

Non si è mai abbastanza vecchi per trovare motivi di allegria.

Sono talmente rari che voglio condividerli.