giovedì 29 marzo 2012

Senza Fede



Dando una rapida scorsa a Wikipedia e prendendo per buona la biografia di Fede rimango impressionato dalla mole di cose fatte da questo uomo, uno dei giornalisti più discussi, criticati, giudicati della televisione.
In realtà il ricordo più vivido del suo essere giornalista per me è quella della storica immersione di Enzo Maiorca quando sulla sua strada subacquea ebbe la sventura di collidere con tal Bottesini, inviato Rai.
Memorabile la sequela di imprecazioni, bestemmie e improperi che Maiorca riuscì, comprensibilmente, a esternare in tale occasione, in sottofondo ricordo la voce simpatica di Fede che riuscì comunque a commentare il disgraziato tentativo.
Di Fede diranno di tutto e di più in questi giorni.
Molti diranno che finalmente se n'è andato uno degli ultimi fedelissimi del Berlusconismo quasi a sancire la fine di un impero, altri diranno che finalmente è uscito di scena un pessimo giornalista.
Io non entro nel merito, sicuramente credo che a 81 anni esca di scena un pezzo della nostra storia televisiva.
Fede, che non ho mai seguito molto nel suo lungo sodalizio con Fininvest, è sempre stato molto coerente con il suo personaggio, grande giocatore, dicono le leggende, ha giocato fino in fondo la sua partita ed è arrivato a una veneranda età a dispetto di chi per anni lo ha giustamente o meno attaccato.
Da oggi siamo senza Fede, ma attenzione, lui lo conoscevamo sapevamo chi era.
Sono molto più temibili quelli che si ergono a paladini dell'onestà intellettuale , raccontandoti la loro verità, spacciandola come universale.

mercoledì 28 marzo 2012

thor


Ho visto Thor, regia del grande Kenneth Branagh con un cast di tutto rispetto, fra i quali spicca l'intramontabile Anthony Hopkins uno dei pochi attori che può intepretare qualsiasi ruolo, Odino compreso, e risultare credibile.
In fin dei conti questo Thor di squisita origine Marvelliana, che io ho letto quando ero ventenne o giù di lì, ha molto Shakespeare dentro, intanto Branagh è uno dei più grandi cultori, frequentatori e amanti di Shakespeare, Hopkins ne è grande interprete e il tutto si incastra in una tragedia familiare, con un padre (Odino) in crisi che necessita di un erede al trono, un Thor troppo immaturo e aggressivo e il solito figlio adottivo, geloso e vendicativo.
Al di là della trama a me convince sempre l'idea che arriva dritta dritta da quel fumetto rivoluzionario che fu coniato dalla Marvell, l'invenzione di una generazione di super eroi in difesa della terra.
Rimango legato soprattutto all'Uomo ragno, ma Thor esprime, nella semplicità stilistica, una forza della natura, quel martello benedetto con il quale può vincere quasi tutto con il suo enorme potere distruttivo senza nemmeno sporcarsi le mani.
Quando te la vedi brutta, il mostro ti viene incontro con le fauci spalancate e il futuro è un muro nero d'acciaio, non sarebbe bello scatenare Mjolinir, il martello da guerra di Thor e chiudere vittorioso la partita?
Solo un gioco della fantasia, certo, ma i fumetti non sono forse questo? Un meraviglioso esercizio di fantasia.
Belli come al solito gli effetti speciali.
In programmazione su Sky

lunedì 26 marzo 2012

Touch


Ho visto la prima puntata di Touch mi è piaciuta, lo so, la storia si ripete il bambino autistico con poteri straordinari, in comunicazione con l'universo, le coincidenze, le opportunità.
Quando la farfalla batte le ali in Cina dall'altra parte del mondo scoppia un uragano, la teoria del caos, o della perfezione cosmica, dell'armonia da tradurre e da seguire, per salvare ancora una volta l'uomo.
Così un uomo salverà un autobus con una scolaresca a bordo, e un altro non si farà saltare in aria in un mercato.
La seduzione dei numeri in un mondo alle deriva, perché no?
In fin dei conti ci sono milioni di persone ogni giorno che tentano la sorte fra lotto, totocalcio, lotterie e macchinette mangia soldi, io stesso ho vinto 25 euro con un sogno la settimana scorsa, io che non gioco mai.
La realtà è diversa, nella realtà i pullman si schiantano e muoiono adolescenti innocenti.
Quindi ben vengano  bambini autistici,  bambini fantasmi (Il sesto senso) e i bravi attori come Sutherland   ancora una volta in corsa con il tempo.
Tim Kring il regista ha imparato che per vendere un prodotto televisivo bisogna creare qualcosa che corra sul filo dell'ansia e della speranza.
Bravo,  forse dovrei imparare da lui.
Prima puntata 7+

domenica 25 marzo 2012

braquo saison 2 fine


E' terminata la seconda stagione di Braquo e devo ammettere che mi ha abbastanza deluso.
Il comune denominatore è l'improbabilità.
Da una parte i nostri amici poliziotti radiati e indagati, vite dissipate e disperate, ritratti convincenti di uomini e donne oltre il precipizio con i visi segnati, quasi gonfi.
Dall'altra parte una trama genere "24" con quintali di lingotti che passano di mano, armi fantascientifiche da rubare, vendette africane e onore militare.
La riproduzione della realtà poliziesca è un' altra cosa e francamente fra the Shield e Braquo a questo punto scelgo la serie americana.
La fiction era nata sulla trama della polizia corrotta, al contempo in guerra con sé stessa, con alcuni antieroi coraggiosi e convincenti, qui è saltato lo schema, il poliziotto inquisitore diventa killer psicotico e seriale per vendetta.
La realtà è diversa, basta vedere come la polizia francese ha faticato e sparato (300 colpi) per stanare un singolo terrorista.
Gli sceneggiatori a volte navigano troppo di fantasia e purtroppo sprecano talenti notevoli come quelli dei bravi attori della serie.
Peccato

lunedì 19 marzo 2012

festa del papà


Non mi hanno mai fatto gli auguri per la festa del papà, forse perché non me ne frega niente degli auguri, non ci tengo alle feste, ricorrenze buone per  commercianti di cravatte e cioccolatini.
Ma credo di potere fare io gli auguri a molti papà.
Sono i papà che hanno perduto la strada maestra,  non per un gesto sconsiderato, per immaturità, o cattiva fede, ma per gli accadimenti della vita che portano spesso le coppie con figli davanti a un giudice che sancisce l'affidamento,  nella grande parte dei casi, alle madri.
Neanche l'affidamento lo considero più importante, ormai, anche perché al di là della sentenza del giudice avere l'affidamento di un minore è fatto sostanziale non formale.
L'unica cosa che veramente conta, per me, è il senso di perdita, la sconfitta totale, la miseria cronica, il senso di inutilità e annichilimento e la faccia degli avvocati quando ti chiedono il conto.
Non dimentico nulla, forse è questa la ragione per la quale nei miei romanzi, ogni tanto, gli avvocati muoiono di morte violenta.
Non importa chi ha sbagliato, potevi essere il più bravo padre del mondo, non avere commesso alcun errore morale, né sostanziale, e trovarti all'improvviso a vivere in un monolocale senza riscaldamento, a tribolare per mettere insieme  pranzo e cena piangendo lacrime amare.
Io ce l'ho fatta, mi sono costruito una bella armatura, sono diventato duro come il marmo e vado avanti a testa alta.
Ma il mio pensiero è per quei papà che oggi non hanno nulla da festeggiare, soli, uno stipendio polverizzato dagli alimenti, una casa che era tua e che adesso non hai più, una vita disintegrata e un avvocato che ti chiede il conto, magari in nero.
Il mio augurio è per quei papà lì, che non hanno fatto male mai ai loro figli o alle loro mogli, ma hanno fatto lo sbaglio di  diventare padri in una  società che non è in grado di discriminare fra uomini lupi e uomini normali.
Buona festa del papà.
Qualunque cosa ti abbiano rubato, ricordati, i tuoi figli, se te lo meriri, un giorno ti riconosceranno, ovunque tu sia.

domenica 18 marzo 2012

l'articolo 18









Andiamo con ordine amici o semplici viaggiatori della rete:
Intanto cosa dice l'articolo 18? Sotto potete leggere una sorta di sintesi rubata in un altro sito e se cliccate qui potete leggerlo nella sua interezza.

L'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (Legge 20 maggio 1970, n. 300) afferma che il licenziamento è valido solo se avviene per giusta causa o giustificato motivo.







In assenza di questi presupposti, il giudice dichiara l'illegittimità dell'atto e ordina la reintegrazione del ricorrente nel posto di lavoro. La reintegrazione deve avvenire riammettendo il dipendente nel medesimo posto che occupava prima del licenziamento, salva la possibilità di procedere al trasferimento in un secondo momento, se ricorrono apprezzabili esigenze tecnico-organizzative o in caso di soppressione dell’unità produttiva cui era addetto il lavoratore licenziato. In alternativa, il dipendente può accettare un'indennità pari a 15 mensilità dell'ultimo stipendio, o un'indennità crescente con l'anzianità di servizio.
Il lavoratore può presentare ricorso d'urgenza e ottenere la sospensione del provvedimento del datore fino alla conclusione del procedimento.
Lo Statuto dei Lavoratori si applica solo alle aziende con almeno 15 dipendenti.







Ciò premesso e sposando le parole della Camusso, che non è il segretario del mio sindacato, perché allargare la possibilità di licenziare in un paese dove si licenzia quotidianamente, si va in cassa integrazione allegramente e le prospettive sono lontanissime da una ripresa?
A chi interessa eliminare uno dei pilastri del nostro stato sociale?
A noi lavoratori?
Ai cassa integrati?
Ai lavoratori in mobilità?
Ai giovani che un lavoro nemmeno ce l'hanno?

Una risposta di destra, sinistra, sopra, sotto, sarebbe gradita.







sabato 17 marzo 2012

i giocatori delle tre campanelle


Marco Belli mi incrocia davanti alla macchina del caffé e sbuffa perplesso.
Oggi in centro a Bologna diversi cittadini lo hanno fermato mentre era di pattuglia per segnalargli i giocatori delle tre campanelle, tutti stupiti dal fatto che ci sono ancora incauti avventori che cascano nella trappola di uno dei giochi più vecchi del mondo.
Mi guarda perplesso e mi chiede, come mai secondo te?
Forse sarebbe necessario un antropologo, un filosofo e uno psichiatra per capirlo.
I giocatori delle tre campanelle sono riconoscibilissimi, solitamente poco rassicuranti, spesso stranieri, vestiti in modo approssimativo, spesso incutono davvero timore.
Una persona normale non si dovrebbe fermare a giocare, nessuno vince, anzi vincono solo loro.
Solitamente fanno vincere una mano al compare di turno che fa parte della sceneggiata ma il malcapitato è destinato a perdere.
Chi non lo sa?
Cosa l'ingenuo passante sta cercando?
L'emozione della scommessa? Pensa di essere più scaltro di loro?
Impossibile perché il gioco non è semplicemente di abilità ma ha sempre un trucco, loro hanno l'asso nella manica, sempre.
Quindi?
Mi torna alla memoria lo spettacolo del 
wrestling,  forma di intrattenimento che combina performance atletiche e teatrali, il pubblico sa che è un gioco, una finzione, paga per vedere omaccioni grandi, grossi, e vestiti in modo buffo che fanno finta di picchiarsi di santa ragione.
Uno spettacolo, una finzione, a volte veramente divertente, a volte no.
Un contratto tacito lega il pubblico agli atleti.
Il gioco delle tre campanelle mi ricorda lo stesso tacito accordo.
Pago per sfidare la sorte sapendo che sicuramente perderò, una sorta di autopunizione, una sfida all'impossibile, non molto dissimile se ci pensate a qualsiasi lotteria nazionale.
Il gioco fa vincere solo chi l'organizza.
Meditate gente ... meditate

venerdì 16 marzo 2012

ti stimo fratello


Ci sono film che non hai bisogno di vedere, scommettiamo?
Mi è simpatico il giovane Giovanni Vernia, ingegnere elettronico, persona intelligente e versatile che ha inventato un personaggio demenziale e simpaticamente ritardato che fa da contraltare alla sua indubbia intelligenza.
Di necessità virtù ha dichiarato una volta a Zelig, a volte si fanno più soldi e si ha più visibilità facendo finta di essere un discotecaro con un solo neurone spaurito piuttosto che vendendo la propria indubbia professionalità.
L'Italia è il paese dell'apparenza, i cervelli scappano all'estero, ovunque sia possibile esercitare la professione costata anni di sacrifici e studio.
Nonostante l' istintiva simpatia per il personaggio e per l'artista, non andrò a vedere questo nuovo esperimento di cinema demenziale per masse di bocca buona.
Lo immagino già, sceneggiatura inesistente, comicità bassina e rarefatta, battute a raffica e situazioni paradossali.
Solo professionisti del nulla possono divertirsi davanti al nulla, quindi, rischio di sbagliare diagnosi e attendo le opinioni della parte adolescenziale della famiglia che sicuramente non perderà uno dei pochi film in uscita in marzo.
Se sbaglio sono pronto a rettificare, chiaramente.

lunedì 12 marzo 2012

Moebius fra sogno e allucinazione


Non tutti lo conoscono, io so di averlo ammirato nel tempo, forse il suo tratto, le sue visioni oniriche, le trovai per la prima volta su alcuni fumetti che leggevo negli anni settanta, addirittura su Linus o su qualche rivista di fumetti più estrema, fatto sta che i suoi disegni, veri e propri capolavori ispirati fanno parte del mistero della bellezza, arte allo stato puro, incarnazione del sogno, del futuro solo immaginato dove tutto è possibile anche vivere in eterno.
In questo post si cita il suo tratto come ispiratore di film come Blade Runner, sicuramente avrebbe mescolato la sua capacità in maniera totale con un'altra meraviglia della letteratura fantascientifica come Dune, ma il progetto non si realizzò.
In un altro post si dice che durante il disegno lui si trasfigurava cadendo quasi in trance.
Credo che il processo creativo a qualsiasi livello e per chiunque abbia dei collegamenti con la totale immedesimazione nel processo stesso. La realtà viene annullata e reinventata.
Per me  Moebius non è morto, è scivolato dentro uno dei suoi mondi impossibili e ci guarda sorridendo del nostro affannoso tentativo di razionalizzare, ridimensionare, ricondurre a ragione ciò che invece è e deve rimanere mistero.

domenica 11 marzo 2012

11 marzo ... 35 anni dopo







Non tutti ricordano quei giorni, forse perché l'Italia, come un puzzle schizofrenico, non ha una sola memoria collettiva, vive la sua storia a compartimenti stagni e un morto, nel periodo greve che precedette il rapimento Moro e la fase più violenta del terrorismo, non rimane nella memoria già piena del paese.
Per Bologna fu il periodo più violento dal dopoguerra, una guerriglia in città, con il movimento da una parte che come un grande contenitore aveva spazio per tutti e le forze dell'ordine dall'altra.
Per un miracolo, o per una scelta consapevole non ci furono altre vittime, ma la città non fu più la stessa.
Non facevo parte del movimento, allora da giovane iscritto alla federazione giovanile comunista ero in federazione, in via Barberia a presidiare la sede del partito.
Mi persi la fase più concitata e lacrimogena degli scontri.
Di quel periodo conservo gelosamente il libro che fu scritto e venduto dopo quei giorni, un'edizione ingiallita che ho ritrovato in cantina e che ho cercato di fare leggere ai figli senza successo.
In quel periodo quando la gente scendeva in piazza le strade si riempivano e avevi netta la percezione dei rapporti di forza.
Da una parte lo Stato, dall'altra una consistente parte del paese.
Oggi di evidente non c'è più nulla solo un'evanescente massa informe in comunicazione frammentaria e concitata nella rete e un ribellismo isterico e teppistico organizzato da poche frange estreme durante alcuni eventi quasi sempre mediatici.
Del resto sono trascorsi 35 anni, io ero giovanissimo allora, oggi sono quasi anziano.
Non mi manca quel periodo, lo ricordo cupo e metallico come un cielo color piombo.
Però almeno nel ricordo ha una consistenza.
Questo periodo come lo ricorderemo?

sabato 10 marzo 2012

fiom a Roma

Migliaia in corteo a Roma, ho ascoltato qualche minuto dell'intervento di Landini all'alba, oggi, prima di andare a lavorare. Credo che la Fiom sia elemento importante all'interno del dibattito politico in questo momento tanto delicato per il paese. Landini è bravo, uno degli ultimi leader riconoscibili in una massa informe di politici improvvisati, leader sindacali sbiaditi, movimentisti sgrammaticati.
Landini mantiene nella semplicità del linguaggio la forza della chiarezza, arrivando diretto al cuore dei problemi.
Lui stesso solleva i dubbi che pochi giorni fa avevo sottolineato  relativamente alle grandi opere, fra le quali la tav, sprona il paese a utilizzare le nostre intelligenze investendo sul'università, sui giovani, affronta la posizione della Fiat che crede di potere tutto in un momento nel quale i diritti fondamentali dei lavoratori sono in pericolo.
Mi piace anche se devo ammettere che non capisco cosa abbia a che fare la Fiom con il movimento no tav.
Ancora una volta si confondono gli ambiti.
I no tav difendono, quelli in buona fede, il loro territorio. Non condivido la loro lotta ma rimane un diritto manifestare, pacificamente, per ciò in cui si crede.
Ma la Fiom dovrebbe, secondo me, occuparsi dei propri operai, del mercato del lavoro, dell'articolo 18 e non fare salire sul proprio carro chiunque.
Detto ciò, le immagini di Roma mi sono piaciute, le felpe rosse, le bandiere nel vento.
Stanno espropriando il nostro potere d'acquisto, ci stanno impedendo, anche a noi dipendenti pubblici, di avere una speranza, quella di arrivare alla fine del mese.
E' importante che qualcuno dica no.
Unico cruccio, pochi Landini nel nostro paese e scommetto che prima o poi anche lui lascerà la lotta nelle piazze per entrare nel mondo politico, magari mi sbaglio ... magari

giovedì 8 marzo 2012

la Cgil perde a Bologna ... come mai?

L'Unione Sindacati di base ha sbancato alle RsU del Comune di Bologna è notizia ufficiale già in e-mail alle otto di sera di un glorioso 8 marzo.
Io appartengo a un piccolo sindacato a livello locale e non è mai stato nostro obiettivo fare gare sui numeri, il mio sindacato è rivolto soprattutto agli agenti della Polizia Locale (Diccap - Sulpm), poi per mentalità non sono mai salito su nessun carro dei vincitori, ma una riflessione è obbligatoria se veri sono i dati sbandierati dai colleghi dei sindacati di base:
La CGIL ha perso a Bologna e in maniera pesante insieme a tutti i sindacati istituzionali.
I sindacati di base hanno vinto ( e già l'avevo pronosticato) avanzando in maniera massiccia.
Una riflessione deve essere fatta dai vertici della CGIL e anche dalla base.
Cosa non funziona in questo momento nella macchina sindacale più potente in Italia?
Perché i lavoratori scelgono il sindacato più agguerrito e arrabbiato?
Sarà perché stiamo perdendo tutto e svendendo i nostri diritti senza nessuna contropartita concreta?
Sarà perché nessuno crede in questo modello sociale e in un contratto che forse potrà essere rinnovato fra quattro anni?
Il voto di oggi è un voto di protesta, forse la fine di un periodo, forse la fine di un modo di fare sindacato.
Non credo che l'alternativa possa essere il sindacato di base, sa di ribellismo e di semplice contrapposizione.
Ma esiste oggi una reale alternativa?
Nel dubbio continuerò a credere nel mio sindacato, lottando per il miglioramento delle condizioni degli agenti della polizia locale, poi si vedrà.
Se fossi un dirigente CGIL stasera rifletterei.
Quella di oggi è una sconfitta, bisogna farci i conti.

mercoledì 7 marzo 2012

8 marzo


Quando le femministe gridavano io sono mia avevo 17 anni, ero comunista e credevo che prima venissero le donne, il loro diritto all'autodeterminazione.
Non ero un grande seduttore, non ero leader di un qualsiasi collettivo, amavo disperatamente da lontano ragazze bruttine che neanche mi filavano e passavo lunghe serate a ciclostilare volantini impregnati e puzzolenti fumando Nazionali senza filtro.
Da allora cosa è cambiato?
La rete non esisteva, allora non avrei potuto mai scrivere un post dedicato all' 8 marzo, perché era festa femminista per eccellenza, gli uomini erano out.
Adesso a distanza di 35 anni azzardo un pensiero all'altra parte del mio essere.
Le donne sono sempre state, nel mio immaginario, la parte buona, più intelligente, più forte, punto di riferimento e consolazione.
Poi  ho scoperto, invecchiando, che non esistono donne e  uomini ma  individui, tutti diversi, tutti vulnerabili; sono stato ferito a morte da donne per le quali avrei messo la mano sul fuoco e salvato da uomini con i quali non avrei bevuto il caffé.
Non sono ancora giunto alla piena consapevolezza.
Oggi mi limito a vivere, cercando di non investire troppo sulle etichette, sui luoghi comuni.
La festa della donna  rimane luogo d' incontro importante, domani comprerò fiori e non  mimose che non amo,  li regalerò a una donna,  dedicherò un pensiero, un gesto di buona volontà a tutte le donne, quelle  offese, rapite, uccise, umiliate, violate da bestie che nulla hanno di umano, e quelle che ogni giorno crescono figli, lavorano a casa e fuori, ancora oggi le meno garantite, ancora oggi  le meno tutelate.
Non amo le feste istituzionali, ma trasformiamo questa festa in un momento di riflessione per donne e uomini di buona volontà, quelli che tutti i giorni mandano avanti il nostro scalcinato paese.

lunedì 5 marzo 2012

the river

Ricordate  The Blair Witch Project ? Lo vidi al cinema, allora non avevo sky, parliamo del 1999. Mi piacque l'originalità delle riprese quasi amatoriali, l'idea della diretta, del documentario che diventa horror. Con due lire i giovani sceneggiatori ebbero un discreto successo, proponendo un prodotto mediocre.
Da allora si sono ripetuti gli esperimenti nel cinema e nella fiction televisiva, soprattutto per film di tensione, azione, horror etc con risultati alterni.
Ieri sera ho visto la prima puntata di The River nuovo prodotto lanciato sul canale sky italiano
the river
Dietro c'è l'inossidabile Spielberg,  sicuramente sarà un prodotto curato.
Come ricorda lo stesso trailer è il nuovo Lost.
Lost ha avuto un grande successo, personalmente l'ho abbandonato dopo la prima serie.
Ho cominciato a pensare a quei poveri sceneggiatori impiccati dall'ansia di creare aspettativa nello spettatore inventando colpi di scena su colpi di scena ... che noia dopo un pò.
The River promette la stessa tensione, magia intorno, magia nera, Rio delle Amazzoni e natura selvaggia.
La prima puntata doveva bucare lo schermo e trafiggermi il cuore.
Mi ha solo provocato uno sbadiglio.
Magari sarà un capolavoro e io lo perderò ... pazienza

sabato 3 marzo 2012

tav mi sorge un dubbio ... a chi serve?


Premetto. L'Italia è il paese del diritto privato, si può fare tutto basta non sia nel cortile di casa mia.
Non provo simpatia per i violenti,  un movimento di opinione è perdente se permette a frange di violenti di utilizzare una legittima protesta trasformandola in un'occasione di scontro e guerriglia.
Ciò premesso.
Questa mattina vedo Monti in televisione che decanta i vantaggi della Tav.
Lavoro per tutti e accorciamento dei tempi di percorrenza di alcune tratte fondamentali.
Utilizzo della tav per il trasporto merci.
Perdonate l'ignoranza:
La tav può essere utilizzata per alleggerire il trasporto su gomma?
I camionisti cosa direbbero se fosse vero?
Ma è vero?
Altro dubbio accorciare tratte ferroviarie, bellissimo ma a che prezzo?
Chi potrà permettersi quei biglietti ferroviari? Non credo saranno i pendolari che mi dicono vedranno ridotti i treni a normale percorrenza.
Morale.
Questa tav si ridurrà a trasportare uomini d'affari danarosi che più velocemente  e con grande comodità potranno continuare a coltivare i propri interessi che non sono mai i nostri? O mi sbaglio e alla fine ci saranno vantaggi per tutto il paese?
Mi piacerebbe che qualcuno informato sui fatti mi rispondesse sinteticamente e chiaramente.
Rimango in attesa.
Mi casa es tu casa

venerdì 2 marzo 2012

com'è profondo il mare



Ci nascondiamo di notte
Per paura degli automobilisti
Degli inotipisti
Siamo i gatti neri
Siamo i pessimisti
Siamo i cattivi pensieri
E non abbiamo da mangiare

Com'è profondo il mare, forse la canzone di Dalla che amo di più.
 
Lucio Dalla per me è la sua musica,  è Bologna, un connubio, una con/fusione indissolubile.
Mi ha accompagnato negli anni di passaggio fra giovinezza e maturità quando scendendo di corsa da San Luca giunto alla curva delle "Orfanelle" mi soffermavo un istante ad ammirare i tetti bolognesi. 
Erano le parole di una sua canzone quelle che si fondevano nella gioia della corsa, nella quasi felicità di vedere Bologna ai miei piedi con un futuro pieno di dubbi e possibilità davanti.

e provo un piacere fisico
come quando ero piccolo e guardavo
dal portico di S. Luca le luci della città
Tempo dall'album Cambio

Sono convinto di avere amato molte sue canzoni, mi hanno accompagnato per anni, rimanendo sempre un'esperienza individuale, e nello stesso tempo l'unico canale di reale comunicazione con l'artista, il genio.
Non è sempre così alla fine?
Rimane dentro quel calore intenso legato ai ricordi, alla vita che ha scelto involontariamente la propria colonna sonora. 
Erano anni che non lo ascoltavo più, ma  oggi mi rendo conto inaspettatamente di avere perso un altro pezzo di me, un altro pezzo della mia città.
La musica invece mi accompagnerà per sempre fino a quando vivranno i ricordi.


giovedì 1 marzo 2012

l'arte del silenzio, l'arte della pazienza


Mi telefona un'amica che non fa il mio lavoro, quello che mi porta il pane.
Ha letto un'intervista al giovane carabiniere, offeso dal giovane no tav,  e che per il suo comportamento ha ricevuto un encomio con grande soddisfazione delle istituzioni.
L'amica descrive il giovane intervistato come persona di grande maturità e consapevolezza, probabilmente preparato da un adeguato percorso formativo alla grande arte della pazienza.
Quel giovane collega dell'Arma meritava certo l'encomio e non solo, non tanto per quello spezzone video rubato durante una manifestazione, ma per tutte le altre manifestazioni, per tutte le angherie, offese, sputi, insulti e aggressioni che ogni santo giorno chi indossa una divisa deve sopportare.
Quel carabiniere è la regola, non l'eccezione.  Questa deve essere una consapevolezza per la mia amica e per tutti quelli che non sanno cosa significa uscire in strada tutti i giorni indossando una divisa.
L'ultima cosa che mi ha detto un cittadino è stato un augurio di potermi comprare molte medicine con i soldi della sanzione che gli stavo elevando.
Il nostro lavoro è un lavoro di nervi, pazienza e passione, guai a cedere alla tentazione della rissa, dello scontro, della violenza verbale o fisica.
Lo scontro non lo trovi solo durante l'ordine pubblico che noi agenti della Polizia Locale non facciamo, lo incontri mentre fai un verbale per il codice della strada, mentre regoli il traffico prima o dopo una partita di calcio, durante un rave, nel normale controllo del territorio.
E' un'arte sapere mantenere la calma, non rispondere alle offese, dimenticarsi l'orgoglio e la propria storia.
E' un'arte che non  insegnano nei corsi.
Si chiama senso del dovere e della responsabilità.
Grazie al giovane carabiniere che ha ricordato al mondo come l'impareggiabile arte della pazienza e il senso del dovere non sono eccezioni ma una faticosa regola quotidiana.