lunedì 7 gennaio 2013

vita di pi



Alla fine il film si riassume bene nell'immagine sopra, un giovane indiano con tre religioni con le quali fare i conti, e una tigre del bengala, che vorrebbe molto mangiarselo a tratti.
Mi è piaciuto soprattutto perché ero con mia figlia e non andavo al cinema da più di un anno, ma ho speso 24 euri in due, compresi gli occhialini, per un 3d che mi ha entusiasmato il giusto.
Intanto una precisazione, non ha nulla a che fare con Avatar, come racconta la pubblicità, nulla di nulla.
Dovrebbe essere una metafora della vita, quando è impietosa ma vuole essere vissuta a tutti i costi grazie anche alla fede, magari in più dei.
Le immagini sono interessanti, belle, a tratti emozionanti, la tigre è favolosa e il ragazzino poco realistico nella sua fede nella vita e in un dio,  nella sua incrollabile forza, e nella incommensurabile bontà.
Devo ammettere che da quando ho appreso che in India violentano una donna/bambina/ femmina ogni 20 minuti, sento una sorta di viscerale diffidenza rispetto all'uomo/maschio indiano ... mai generalizzare, ma questo film propone un giovane indiano/francese, praticamente perfetto che attraversa un oceano quasi mistico per poi raccontare la sua avventura a uno scrittore quasi fallito.
Un'altra cosa che mi ha lasciato perplesso è quella delle due versioni quella con la tigre e quell'altra, solo raccontata, con gli esseri umani.
Fra parentesi nel film compare per un attimo Depardieu, che negli ultimi giorni è riuscito a cancellare qualsiasi barlume di simpatia potessi avere nei suoi confronti con la storia della cittadinanza russa.
Morale?
Il film non ve lo consiglio, non vale 12 euri, secondo me, e non è un capolavoro, però se vi piace il mare, le tigri e l'alta definizione, magari vi può intrigare un minimo, ma non cercateci dentro le grandi risposte  della vita, rimarreste delusi.

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