sabato 26 gennaio 2013

il guardiano del frutteto







Ma il puma ti è mai capitato di vederlo?
Questo primo romanzo del grande McCarthy non è certamente il più bello, ma è impregnato della sua essenza, quella che fa di lui uno degli scrittori che amo di più, la realtà americana del periodo storico nel quale si svolge la storia è sicuramente attendibile e palpabile l'anima di un popolo attraverso l'esplicitazione di un quotidiano difficile, affamato, infangato vissuto all'interno di un ambinete sociale e naturale ostile e spietato.
I tre personaggi principali sviluppano le loro personali vicende umane fino a intrecciarle o solo a farle convergere per un particolare, sono tre uomini di un tempo nel quale la vita e la morte correvano insieme su un identico binario e dove le aspettative di vita o le speranze per un futuro erano spesso affidate al fato, alla inconsapevole crudeltà della natura circostante, al tempo.
Non c'è nessuna magia in questo romanzo e lo stesso puma mitizzato e raccontato da uno dei personaggi è elemento quasi ipotetico e desiderato in un universo dove i veri nemici non sono fra le fiere ma fra gli uomini.

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