Non so quante persone leggano i miei post e comunque per chi mi conosce e per chi non mi conosce ho lavorato per 17 anni nel settore socio sanitario privato come educatore professionale, dall' handicap alla psichiatria e conosco la retorica dei buoni sentimenti che in quel mondo si spreca, dal paziente all'operatore, non è un caso se per anni mi sono sentito definire in tutti i modi, da obiettore di coscienza a volontario, come se non fosse possibile essere professionisti nel sociale.
Tutta questa premessa per dire che il film di cui vado a scrivere è emozionante senza essere melenso e pietistico, affronta un tema toccandone altri facendo riflettere con leggerezza, ci ricorda come da certi problemi non sia possibile uscire, ma sia possibile una diversa qualità della vita per chi è costretto a subire l'impossibilità di utilizzare autonomamente il proprio corpo.
Il film nasce da una storia vera e i veri protagonisti dell'amicizia fra un assistente poco ortodosso e un tetraplegico assai ricco non sono belli come gli attori del film, ma sembra siano ancora amici.
Il tema dell'approccio all'assistenza e alla riabilitazione di persone con gravi handicap come in questo caso, è sempre molto relegato agli esperti del settore, e l'opinione pubblica di solito preferisce sorvolare sulla sofferenza quando non tocca personalmente.
Questo è un bel film perché ti avvicina al problema senza indulgere in false speranze e luoghi comuni.
Gli attori sono bravi, uno è un noto attore francese, l' altro, il senegalese, è bravo, molto gradito all'ala femminile della famiglia e per me sconosciuto.
Film consigliato, come al solito su Sky
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