mercoledì 9 gennaio 2013

equilibrium



Equilibrium non decolla, film del 2002 con uno degli attori più interessanti nel panorama americano e non solo, Christian Bale, che associo sempre a uno dei romanzi che ho amato di più, perdonatemi, American Psycho.

Il film segue il filone della fantascienza metaforica legata ai regimi totalitari dove lo scopo del sistema è l'annullamento dell'individuo, come 1984,  o Fahrenheit 451.

L'idea del film non è originale, la realizzazione faraginosa, e l'equilibrium dell'intero sistema, in realtà assai precario,  è affidato all'assunzione individuale di una droga che plachi le emozioni e a un agguerrito squadrone della morte che elimina in trasgressori.
L'unica cosa che mi ha lasciato questo film è una riflessione sulla nostra capacità di provare emozioni, ed è scaturita dalla scena nella quale il protagonista deve eliminare molti agenti per salvare il suo cucciolo di cane nascosto nel bagagliaio dell'auto e con lui sé stesso.

Pensavo, estremizzando, che nel nostro attuale modello sociale ci emozioniamo in maniera individualistica ma condizionata.
Ci emozioniamo se vediamo un animale  maltrattato, a volte meno per i bambini che in luoghi remoti muoiono per denutrizione o aids, ci emozioniamo per una partita di calcio, statisticamente meno per un risultato scientifico ottenuto da un nostro scienziato.

Poi ci sono i nostri politici, non tutti, come dice Benigni. Loro, quelli non bravi, si emozionano quando intascano una tangente, quando organizzano la loro vita usando il denaro del finanziamento ai partiti per le loro emozionanti esigenze molto individuali.
Gli stessi politici si emozionano meno per i cassaintegrati, licenziati, disoccupati (record in questi giorni di disoccupazione giovanile).

In conclusione, nel film l'esigenza del regime è abbattere le emozioni eliminando così la violenza.
Almeno in quel regime hanno un progetto, approssimativo, faraginoso e destinato a fallire, nel nostro emozionante sistema sociale invece sembra che l'unico progetto sia rubare e corrompere senza ritegno.

Benigni esalta la politica raccontandoci in maniera convincente che la politica è cosa buona se eserciata in maniera nobile.
Infatti concludendo io credo nella politica, mi emoziona ancora, purtroppo non credo nei nostri politici e per essere democratico in nessuno di loro.

Dimenticavo pregevole il kata della pistola.



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