domenica 6 ottobre 2013

Che tempo che fa






Il tempo intanto fa schifo e intendo quello meterologico, piove oggi 6 ottobre e pioveva ieri e pioverà domani.
E' normale, autunno, tempo da funghi, caldarroste e serate con gli amici davanti al camino.
Io il camino c'è l'ho solo virtuale, una simpatica applicazione del mio smart tv, non emana calore ma riproduce i suoni del crepitio della legna che arde.
E' tutto più o meno virtuale oggi, soprattutto quando non hai amici e camino e anche Che tempo che fa è diventata una trasmissione virtuale per me, virtualmente di sinistra ma con teneri ammiccamenti alla destra, quella intellettuale, chiaramente, quella pulita.
Perché Che tempo che fa produce cultura, quella vera, quella che si vende, che riempie le classifiche delle vendite librarie, o delle vendite discografiche, quelle delle rassegne importanti, dei veri vip odierni.
Non esiste la cultura popolare e ne sono convinto anch'io, per fare cultura, per monetizzarla e trasformarla in oro, bisogna coltivarla dove nasce la ricchezza, dove nascono le persone che contano davvero, e non esiste più destra, sinistra, sono solo definizioni come in un gioco di ruolo.   L'ultimo personaggio che incarnava la contrapposizione destra sinistra, sta tramontando definitivamente, non esisterà più una reale differenziazione di ruoli.
Ieri sera c'era Eco a Che tempo che fa e Messner, in un certo senso due inarrivvabili, irraggiungibili.
Il primo,  Eco , incarna l'intellettuale globale, semiologo, filosofo, scrittore, docente, ha ricevuto tutti i premi possibili, è l'intellettuale.
L'altro Messner è alpinista, esploratore, scrittore, inventore di stli di scalata, in un certo senso filosofo, ha scalato tutte le vette più alte del mondo.

Due personaggi quasi mitici per il pubblico televisivo del sabato sera. Quando guardo Che tempo che fa mi sento piccolissimo, marginale, inutile, sacrificabile, e non ditemi che è solo un problema mio, è quel modello televisivo, quel modello culturale, che  induce complessi di inferiorità. Che tempo che fa è il salotto degli dei, il luogo frequentato dalla gente che conta e che già oggi venderà bene il proprio prodotto, un libro, un disco, o magari un'idea, perché quella trasmissione è uno dei migliori veicolatori di consigli per gli acquisti di prodotti culturali del nostro paese.

Se mi piacerebbe essere suo ospite?
Sicuramente.
Forse la mia carriera di scrittore decollerebbe, o forse si fermerebbe definitivamente, ma che ne parliamo a fare? Visto che non ne ho la minima possibilità posso continuare a guardarla da lontano come da una remota galassia delle opportunità differenziate, da una parte la cultura virtuale della televisione che conta e che ancora produce ricchezza, dall'altra noi, il popolo che la televisione la guardiamo e la subiamo, comprando  prodotti che a volte non siamo neanche in grado di decifrare.

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