Ho copiato e incollato il post di Maria Di Piazza giovane intellettuale palermitana: scrive, legge e condivide uno spazio con me sulla piattaforma milanese di Hotmag.
segue il bel post che ha dedicato a
Lupi neri su Bologna.
Grazie Maria.
Uno degli indiscussi benefici derivanti dallo scrivere
abitualmente un blog, oltre al poter fare la figa dicendo in giro “ho un blog” e
al tentare di saltare la fila alla posta adducendo a pretesto “mi si fredda il
blog, devo correre a casa”, è la possibilità di conoscere (virtualmente, si
intende) persone nuove: persone con cui, per contingenze varie – tipo il fatto
di vivere in zone del mondo lontane da me o di appartenere a culture estrazioni
sociali squadre di hockey su prato o ambienti diversi e non-intersecantisi con i
miei – non avrei mai avuto occasione di entrare in contatto. A volte si tratta
di farneticanti girl-scout decise
a persuadermi dell’assoluta giustezza di precetti che
inneggiano all’obbedienza cieca e muta, concetto che non reputo un valore
neanche nell’addestramento degli animali domestici, è vero, ma in altri casi gli
incontri (virtuali, sì, ok) sono interessanti, stimolanti, piacevoli. Una
persona che sono stata felice di conoscere (sì, sì, solo virtualmente) è
Massimo Fagnoni: uomo simpatico e soprattutto bravo scrittore.
In uno dei miei momenti di inutile lamentela su
i-gialli-che-non-sono-più-quelli-di-una-volta, Massimo è intervenuto
proponendomi di leggere uno dei suoi romanzi. Alla mia risposta standard
(mandamelo che lo leggo e poi te lo recensisco) ha ribattuto spedendomi
il suo bel Lupi neri su Bologna. Ora, tolto il fatto
che io adoro (adoro!) ricevere libri, sono stata particolarmente felice di poter
leggere questo: perché è un bel romanzo, perché è insolito e strano e ben
scritto, perché parla di argomenti che interessano molto me e tante altre
persone, e perché, altrimenti, non credo proprio che mi sarebbe capitato tra le
mani, purtroppo. È un giallo con tratti noir che sfiora la fantascienza e
l’ucronia, questo libro, e parla del G8 di Genova e dell’Italia di oggi, di
violenza e di speranza, di vendetta e di futuro. Ha passaggi inquietanti, ogni
tanto: non per la violenza delle scene, che infatti non è disturbante né
pressante ma solo limitata e motivata – io non ho avuto problemi e non sono mai
scappata via urlando aiuto aiuto, per capirci – , ma perché apre scenari
possibili (probabili?) che riguardano l’Italia, l’Europa, il mondo occidentale.
C’è un bel ritmo e bei personaggi, e bei dialoghi, sopratutto; e chiunque sa che
non è affatto facile, scrivere bei dialoghi, ché il rischio di scadere nel
teatro parrocchiale è dietro l’angolo. È un bel libro, in conclusione, ma, come
dicevo prima, se non cincischiassi su un blog non lo conoscerei: perché è stato
pubblicato da una casa editrice che non ha distribuzione nazionale, e che è di
Bologna; se Massimo non me lo avesse spedito, lo avrei cercato sul web, ma solo
perché, per un caso fortuito, il suo bravo autore me ne aveva parlato:
altrimenti sarebbe stato davvero difficile far incrociare la mia strada e quella
di Lupi neri su Bologna, e sarebbe stato un vero peccato. Così come è
un peccato, spesso, non poter conoscere realtà editoriali divertenti e valide e
nuove, perché nelle librerie è raro trovare qualcosa di diverso da pile su pile
di cinquanta sfumature di ogni tinta dell’arcobaleno. Sia chiaro, non penso
affatto che tutto ciò che è editoria indipendente sia ottimo, né che tutto
quello che viene pubblicato dalle grandi catene editoriali sia da buttare: mi
piacerebbe, però, poter scegliere, e dire che no, quel
giallo-spocchioso-impaginato-in-trebuchet non ne valeva affatto la pena. Così,
invece, devo aspettare qualche festival o cercare su internet, o affidarmi alle
decisioni di qualche libraio bravo e attento, se lo trovo.
In conclusione,
voi quattro che state leggendo questo post, cercate Lupi neri su
Bologna online e fatevelo mandare a casa: perché ne vale la pena,
credetemi.
2 commenti:
Bellissima recensione!
anche io pensavo fosse la recensione, in realtà questa splendida fanciulla mi ha detto che quello riportato è il suo post e che seguirà una vera e propria recensione. in ogni caso pensa che a questa ragazza che non conosco ho spedito quasi per gioco il mio ultimo romanzo perché si stava lamentando di averne letti diversi tutti brutti, allora ho sfidato la sorte. e sai cosa ti dico? Meglio un milione di volte spedirlo a lei che ai tanti giornalisti e scrittori famosi che mai ringraziano, mai si sprecano neanche per una critica feroce, a volte penso che al di là degli innumerevoli impegni di uomini importanti c'è sotto sotto il sadismo di ignorare i piccoli, perché non c'è cosa più offensiva dell'indifferenza. io nel mio piccolo recensisco, pubblicizzo e incoraggio i miei amici di penna, un minuto per una e-mail si trova sempre quando non conti nulla, grazie mille a Maria e alle lettrici come te Nadia
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