martedì 11 giugno 2013

skyfall





Ho iniziato a leggere i romanzi di Fleming quando ero ancora troppo giovane per sapere come si prepara un Martini, la questione dell'oliva (una o due) o delle dosi giusti di gin e Martini dry erano per me materia affascinante, come tutta la costruzione narrativa dello scrittore inglese.
I romanzi di Fleming li ricordo con la copertina rigida, già allora ingialliti da troppe letture e il cruccio più grosso era non essere mai sicuro della giusta cronologia delle diverse missioni.
007 è e rimane nel ricordo questo super eroe incarnato in uomo che nonostante un alcolismo evidente e uno stile di vita discutibile riesce a superare ogni missione con grande professionailtà fra la segretaria sempre innamorata di lui ed M che come un'entità superiore gli affida difficilissimi incarichi.

Non ho visto tutti i film dedicati a questo mito della giovinezza, per me 007 rimane  Connery.
Poi ieri ho visto l'ultima mega produzione con la colonna sonora di Adele e la faccia ruvida e sofferta  di Daniel Craig e mi è piaciuto perché il regista o lo sceneggiatore hanno inserito alcune variabili che spezzano la longevità del prodotto.

007 non è più invincibile, rischia di morire, poi torna per difendere la sua unica e vera famiglia e il suo unico capo, ed è notevole Raoul Silva nel ruolo dell'agente tradito che si vuole vendicare in una interpretazione drammatica, quasi tragica che rendono il personaggio, pure nei tratti grotteschi, più credibile di tanti cattivi precendenti.

Non vi racconto altro, solo che chi conosce i romanzi e la cinematografia del genere in oggetto troverà una storia diversa, non banale, quasi innovativa rispetto alla trama storica e non resterà deluso.
Deve però piacergli certo cinema e certa narrativa, gli intellettuali quelli si astengano, non è materia per loro.

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