mercoledì 6 febbraio 2019

Distracted mind. Cervelli antichi in un mondo ipertecnologizzato




Prendi due studiosi americani Adam Gazzaley, Larry D. Rosen e leggi le loro conclusioni sul rapporto fra il nostro cervello (antico) e il mondo super tecnologico nel quale ci muoviamo.
Ne scaturisce un'analisi interessante, sia chiaro cose che sappiamo già ma sulle quali non riflettiamo mai abbastanza.
Siamo vecchi, noi esseri umani, abbiamo un cervello antico, siamo stati tanto bravi a costruire un mondo dove la tecnologia ha fatto passi da gigante, ma il nostro cervello rimane sempre quello di un tempo.
L'innata curiosità umana ci porta a seguire le luci seducenti di un qualsiasi richiamo e così siamo sempre, costantemente, distratti, miliardi di cervelli distratti da 3 entità soprattutto:
i telefoni cellulari, la rete, i social media.
Non è un saggio, non ci salva la vita, ti dà qualche consiglio di buon senso su come non perdere del tutto la lucidità, ma alla fine ti racconta una storia in divenire e ti ricorda che il tuo è un cervello antico che ha bisogno di novità, ma con attenzione, con prudenza.
Il rischio alla fine è sempre lo stesso, ricordate le sirene di Ulisse?
La curiosità di Ulisse lo spinse ad ascoltarle, la sua intelligenza gli permise di non soccombere al loro richiamo.
Noi non siamo altrettanto saggi, meglio non dimenticarlo mai.

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