mercoledì 27 febbraio 2019

la tregua




Uno degli aspetti di maggiore fascino di netflix è la sua internazionalità.
Ti porta in paesi che conosci solo di nome e che mai in tutta la vita visiterai.
Il Belgio, per esempio, tristemente famoso per avere ospitato e sfruttato nelle sue miniere migliaia di italiani nel famoso accordo del 46, il cosiddetto protocollo italo belga.
Una storia truce e cupa degna di un noir orchestrato da un fine sceneggiatore che non mi instilla molta simpatia per il popolo belga.
Poi sono incappato nella Tregua due stagioni di un pregevole noir e mi sono ritrovato nelle Ardenne verdissime e tristissime a seguire le strampalate indagini di un poliziotto psicotico e impasticcato che però alla fine è l'unico in grado di risolvere storie tanto truci quanto semplici nella loro drammaticità.
Sono convinto che la bellezza delle storie nere sia proprio nella dinamica delle vicende e nella profondità dei personaggi, senza per forza complicare trame inventandosi trucchi e dietrologie.
La tregua funziona, avvince, e a tratti convince.
I protagonisti sono credibili nelle loro miserie umane e nella frequente bruttezza, mi ha stupito non trovare all'interno della serie  un solo personaggio che spiccasse per un qualsiasi connotato estetico convincente.
Anche senza viaggiare con Netflix riesco a scoprire i paesi del nord, spesso caratterizzati da una popolazione che, almeno nella finzione, non brilla certo dal punto di vista della capacità di entrare in empatia, e forse proprio lì risiede il fascino della diversità dei diversi contesti culturali.
Se vi piace il noir europeo finalmente smarcato dai soliti modelli scandinavi vi consiglio La tregua.



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