martedì 24 novembre 2015

Bologna non c'è più articolo di Dario Villasanta


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Copio e incollo l'articolo dell'amico Dario Villasanta in merito alla bella presentazione organizzata da lui e dalla bravissima Giusy Giulianini, il link dal quale l'ho preso è BABETTE BROWN


Massimo Fagnoni: autore locale, realtà nazionale

Bologna-Eventi: l’anteprima dell’ultimo noir di Massimo Fagnoni al Mondadori Megastore di Bologna.
Prendete un’anteprima nazionale di un libro in una prestigiosa libreria del centro, metteteci che l’autore è un rappresentante di spicco della Polizia Locale, aggiungete partecipanti a grappoli fino a gremire la sala, condite con vivaci rappresentanti del comune della città che non mancano di far sentire le loro voci, ed ecco l’evento perfetto: la presentazione dell’ultimo libro di Massimo Fagnoni, ‘Bologna non c’è più’, titolo quanto mai sintomatico di una città che è terrorizzata dall’idea di perdere la propria identità.
Bolognese, fortemente radicato nel tessuto sociale della città grazie (o per colpa) del suo lavoro, Massimo ha scritto un noir di cui dicono un gran bene, competente com’è in prima persona su certi temi sociali. Intanto, ci ha pensato la sala traboccante di spettatori a dargli soddisfazione, una platea attenta e interessata che si è goduta le letture tratte dal romanzo e ha partecipato attivamente alla discusisone, i cui temi, peraltro serissimi, non hanno impedito ai due relatori di stemperare ogni tanto l’atmosfera con battute e sorrisi.
Personalmente, da spettatore, avrei amato potermela godere di più, ma, dico davvero, non riuscivo sempre a conservare il mio posto in piedi nella sala tanto era gremita. Sono riuscito però a cogliere alcune digressioni sulle realtà del territorio, che ovviamente hanno catturato l’attenzione dei presenti, e a chiedere, da forestiero quale sono ancora a Bologna, come mai questa città ispiri ai suoi artisti soprattutto tematiche noir, invece che romantiche cornici d’amore. Ci ha pensato il consigliere comunale Carella, uno dei due relatori della serata, a rispondermi, facendomi notare come i portici bolognesi siano tanto suggestivi quanto inquietanti, tenendo nascosti molti più angoli di quanti ne appaiano. Considero che ha ragione, e l’autore completa il quadro con la sua competenza sul territorio. Massimo Fagnoni forse non sarà ancora conosciuto ai più, in Italia, ma ritenerlo una realtà locale sarebbe un errore: non solo perché i suoi romanzi sono targati Fratelli Frilli Editori, garanzia di qualità (come chi sa chi ha letto Maria Masella, Roberto Carboni, Simone Togneri, Alessandro Reali e tanti altri) e di reperibilità delle sue opere, ma perché tocca argomenti che solo ultimamente nel noir si stanno sdoganando e che non tutti fino a poco tempo fa hanno avuto la competenza, o il coraggio, di raccontare nella loro vera essenza e crudezza, come le patologie psichiatriche in contesti di disagio sociale e l’intervento delle istituzioni in questi delicati contesti. E dice una cosa importantissima, Massimo: “i cittadini spesso  ci vedono solo come ‘divise’, non considerando che siamo anche e soprattutto degli esseri umani, che devono a loro volta considerare le storie, altrettanto umane, che ci capitano di fronte ogni giorno: le loro”.
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