mercoledì 10 giugno 2015

cuore rossoblu







Il Bologna calcio torna in serie A. Chi mi conosce sa quanto poco io segua il calcio.
Il mio unico e ultimo abbomanento allo stadio risale al 73 circa, credo ci fosse Savoldi ma non ci giurerei.
Non  mi piace il mondo del calcio, gli ingaggi milionari, la tifoseria teppista e spesso assassina, gli scandali e gran parte dei calciatori.
Però ieri il Bologna è tornato in A e oggi vedo la gioia sulle facce di molti amici, colleghi, concittadini.
E questa gioia è trasversale non ha colore politico, non ha un'identità culturale, chiunque può godere del ritorno del Bologna nella serie più importante del campionato italiano di calcio.
Alla luce di questo fatto sono contento anch'io, gioisco di soddisfazione riflessa e mi sento tifoso per un giorno, magari per un anno o per tutta la vita, perché  non ho mai capito come si possa tifare una squadra di una città che non sia la tua.
Io sono bolognese devo tifare Bologna, mi tocca, troppo facile tifare juventus, è come essere poveri ma fare finta di essere figli di un milionario.
Con il Bologna dobbiamo stare, e con il Bologna bisogna tornare in A.
E in conclusione spero che questo ritorno alzi il morale della città, una piccola città con tanti problemi come tutte le città del nostro paese, ma oggi non voglio parlare di problemi, mi voglio divertire ad ascoltare il bolognese, ironico, pragmatico, diversamente scettico e comunque sempre divertito, oggi un po' più sbilanciato del solito con il cuore in allegra fibrillazione.
Ieri c'erano tutti allo stadio sul carro del vincitore, politici, vip, nostalgici, disillusi, allenatori improvvisati, nani e ballerine, tutti in odore di santità, tutti a metterci la faccia e va bene, va bene così.
Ma per me l'importante è il segnale, ieri il Bologna è tornato in serie A, speriamo che la città lo segua a ruota.

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