martedì 3 maggio 2011

La nostra vita un bel pugno nello stomaco in stile Kean Loach

Spero che il bravo Luchetti non si offenda ma lo stile di questa sua ultima fatica mi ha riportato al cinema duro e graffiante di Kean Loach grande regista inglese, ma solo per la durezza dei toni, per la concretezza della storia. Mi è piaciuto molto questo film.
Se è vero che le storie nere non sono solo e sempre gialli con assassini e poliziotti, ma soprattutto storie vere che fanno male perché descrivono la realtà, la trasfigurano, la sottolineano, inventando trame convincenti e lasciando un segno, allora La nostra vita è un noir per eccellenza.
Ti entra dentro attraverso l'interpretazione convincente del protagonista Elio Germano e degli ottimi attori che fanno da cornice da Roul Bova ad un inconsueto Zingaretti.
Perché mi ha colpito tanto?
La morte non sempre è una fine, non sempre sancisce la conclusione di un'esistenza e la rovina di una famiglia e anche nell'ambiente marginale e complicato di una periferia romana si possono scoprire solidarietà, complicità, affetti convincenti.
La storia, che si sviluppa in maniera angosciante e avvolgente costringendoti in un'atmosfera quasi soffocante si risolve, quasi inaspettatamente, in un grido di speranza.
La speranza è lecita? E' solo roba da film, da letteratura, da sogni irrealizzabili? Non importa, la storia regge, i personaggi sono perfetti e finalmente un bel film italiano alla faccia della crisi economica e della crisi culturale.
Complimenti Luchetti.

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