mercoledì 25 maggio 2011

Se ci voltiamo indietro

Il 23 maggio 1992 moriva Giovanni Falcone, 19 anni fa, io non ero ancora sposato, parlo del mio primo matrimonio, non avevo figli e pensavo ancora, per qualche strana ragione, di vivere in un paese normale, che poteva farcela a sconfiggere la mafia,  e diventare un paese europeo, moderno, democratico, in evoluzione.
Se mi volto indietro oggi mi rendo conto di come questo paese nel 1992 fosse migliore rispetto a oggi, se non altro perché c'erano uomini come Falcone e Borsellino, poliziotti pronti a sacrificare la propria vita per loro,   uomini che per lo Stato e per le Istituzioni erano pronti a tutto.
Oggi cosa è rimasto del loro sacrificio? 
Per me la consapevolezza del vuoto istituzionale attuale, un livello di inquinamento e collusione ormai  inarrestabile, un disagio e una crisi economica, sociale, morale che non risparmia nessuno e sta mettendo in ginocchio la gente normale che lavora, che manda avanti il paese.
Non voglio pensare che la vita di uomini come Falcone sia stata spesa invano,  credo che nel nostro impegno quotidiano, di gente che lavora al servizio della comunità si possa trovare un senso al nostro operare, nonostante i tagli degli stipendi, la mancanza di sicurezza, la perdita di punti di riferimento.

Devo ripetermelo tutti i giorni quando inizio a lavorare per strada che lo dedico a loro il mio impegno, è per gente come loro che è giusto ancora credere nello Stato, nelle Istituzioni.
Solo guardando indietro trovo la forza per sperare in un'Italia diversa che ha per ora smarrito la strada.

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