domenica 10 aprile 2011

Happy Family ... una Milano in bianco e nero






"Preferisco leggere o vedere un film piuttosto che vivere…

nella vita non c’è una trama!”

Groucho Marx


Ieri ho visto Happy Family  di Salvatores. Io amo soprattutto tre film di questo regista: Marrakech Express, Turné e Mediterraneo, forse perché legati a quel periodo della mia vita nel quale uscirono i film, e anche perché Salvatores appartiene a una categoria di registi vicini alla  mia generazione e ad una visione del mondo assimilabile alla mia.
Un uomo di sinistra con un'ottica aperta  alle diverse possibilità che la vita ti offre rimanendo sempre curioso e dubbioso davanti alla realtà, senza dare mai nulla per scontato.
Detto ciò, Happy Family appartiene a un genere diverso, ispirato a uno spettacolo teatrale di Alessandro Genovesi, che sinceramente non conosco. E' una commedia  elegante, quasi inconsistente in realtà con un cast di tutto rispetto, relativamente al panorama italiano, che sfoggia i soliti amici di Salvatores insieme ad un bravo e simpatico Fabio De Luigi.
Dentro al film c'è Milano, che non conosco, ma che mi affascina, capitale del benessere, di un Italia che lavora e produce e sede di tante interessanti realtà culturali.
Dentro c'è una Milano in bianco e nero, in una delle ultime sequenze del film, che sembra una clip e che si incastra bene nella storia.
Dentro c'è una borghesia, quella illuminata, di sinistra,  che non si fa scalfire da nulla, apparentemente, neanche dalla morte.
Un film leggero, dicevo, divertente a tratti, piacevole, che però non riesco a mettere insieme a tutti gli altri lavori di Salvatores, che in questo caso mi sembrava più concentrato su un esercizio di stile che su uno spettacolo di contenuto.
Sarà che io penso sempre alla sostanza delle cose e non solo alla confezione,  ma credo che Happy Family rimarrà come una delle sue opere più trascurabili e velocemente dimenticata, ma magari mi sbaglio.




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