domenica 20 maggio 2018

Tre manifesti a ebbing missouri


Tre oscar meritati per questo esempio di cinema americano, un vero nero che non risparmia niente e nessuno raccontato come le storie più efficaci attraverso le voci dei protagonisti.
La stessa storia nasce da un esperienza diretta del regista che si trovò per caso sulla sua strada alcuni manifesti che parlavano di una ragazza uccisa e da quella situazione nacque l'idea.
A volte le idee arrivano per caso come se fossero sempre esistite dentro di noi aspettando solo il modo di manifestarsi.
Oltre alle idee ci vogliono le facce dei protagonisti e le loro voci.
Frances McDorman è la madre di una ragazza stuprata e uccisa che bene incarna un'America per noi europei solo vissuta e immaginata attraverso tanto cinema e letteratura.
Affiora un'America nebbiosa e depressa periferica e disperata, dura e spietata, dove uomini e donne sembrano condannati a una vita compressa in cittadine sperdute fra notti piene di birra e vuote di vita, un America violenta e cupa, con la sua componente nera tanto diversa da quella europea e con un unico denominatore comune l'ansia di addivenire a una conclusione consolatoria o salvifica o giustizialista.
Ma come racconta bene Carlotto (mi pare) in una intervista in tre passi nel buio, il nero non è consolatorio, non deve esserlo, non nasce con quell'intento.
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