lunedì 14 dicembre 2015

scommessa a Memphis







Mentre ascolto Tom Baxter alle sette di mattina di una buia giornata di fine autunno scrivo di getto, come al solito, le mie impressioni su Scommessa a Memphis di Mirko Giacchetti.

Questa novella di 35 pagine  avrebbe potuto scriverla Stephen King o Joe Lansdale ma forse non avrebbero utilizzato la stessa attenzione metaforica ai particolari che solo un italiano che ama Elvis e non solo poteva utilizzare, si legge nel tempo che solitamente riempio la sera prima di addormentarmi a riflettere sul mio ultimo romanzo. Perché io la sera quando sono troppo stanco utilizzo le energie residue per cucirmi in testa una scena buona per la prossima inquadratura.
Ieri sera, invece, ho letto Scommessa a Memphis e come in un sogno ho gustato la cura scrupolosa delle citazioni, numerose e puntuali, la caratterizzazione dei personaggi che pure surreali hanno una loro consistenza. La morte è quasi simpatica e paziente, e il diavolo si ingegna per fare sì che il nostro mondo possa davvero essere un luogo meritevole di frequentazione aiutando un giovane e timido Elvis a imboccare la strada del successo.
L'unica citazione che non ho trovato e che invece a me è arrivata veloce in testa è quella della morte di Bergman nel settimo sigillo che ha un ruolo fondamentale anche in quel film dove si diverte a giocare a scacchi con un giovane cavaliere, il grande Max Von Sydow.


Questo racconto che ha vinto un premio, Morte a 666 giri, ed è classificato nella letteratura Horror, in realtà credo potrebbe essere inquadrato in un qualsiasi contesto narrativo, perché è una storia che parla di musica, di speranza, di immortalità, e attraversa diverse passioni generazionali.
Mirko è probabilmente più giovane di me, me lo immagino quarantenne e lucido consumatore delle stesse sostanze che ho assunto io nella mia più lunga vita, musica, cinema, letteratura e forse se ho capito bene anche videogames e la riflessione ultima che mi illumina il cervello prima del sonno è che forse non scrivo solo per una inconscia compulsione a straparlare al mondo, ma  forse perché anch'io ho visto cose che meritano di essere raccontate, in questo arco di tempo che parte nel 1959 e che ancora scorre.
Questa illuminazione l'ho percepita nelle due paginette finali, quelle delle citazioni che hanno sottolineato amori e passioni di Mirko e che forse arricchiscono la sua abilità indiscussa di narratore.
Questa novella deve essergli costata tempo e fatica, perché è curata come un piatto preparato con le giuste dosi, scivola bene, scorre in maniera armoniosa e scalda cuore e pancia.
E un consiglio a Mirko a proposito di caffè, te, me ... trovati il tempo di guardare Una donna in carriera è un film sulla speranza, c'è un pezzo di quell'America che dopo l'11 settembre è diventata un'altra cosa e c'è un grande Harrison Ford che rivedrò giovedì prossimo in uno dei suoi ultimi film credo, Guerre Stellari, il risveglio della forza.
Perché il tempo passa ma dentro rimango ancora un inguaribile adolescente ed Elvis come Morrison non sono mica morti se la passano alla grande nonostante l'età in una qualsiasi isola caraibica, bevono Margarita e hanno un nugolo di figli e nipoti.

Scommessa a Memphis. lo trovate a 0,99 cent qui
regalatevelo per Natale poi mi ringrazierete




1 commento:

Mirko Giacchetti ha detto...

Grazie di cuore per l'ottima recensione.