lunedì 10 marzo 2014

the sound of silence




Ciao oscurità, vecchia amica mia 
son venuto per parlare ancora con te 
perchè una visione strisciando senza far rumore 
ha sparso i suoi semi mentre stavo dormendo 
E la visione 
così piantata nel mio cervello, 
rimane ancora 
nel suono del silenzio 

Questo è l'inizio della canzone tradotta di Simon e Garfunkel che vide la luce il 10 marzo del 1964. 
Io avevo cinque anni e solo molto tempo dopo mi sarei innamorato del film che ebbe questo brano nella colonna sonora Il laureato  che non è solo un film americano dove con grande capacità critica l'autore si interrogava in maniera crudele sulla middle class americana, quella delle grigliate nei giardini tutti uguali, quella della perfezione fittizia, delle stragi familiari annunciate, di un sogno americano tanto effimero quanto destinato a svanire, fra la guerra del Vietnam e le contraddizioni di sempre.
Quel film, che arrivò sul grande schermo nel 1967, descriveva un disagio giovanile delle  nuove generazioni, ma quel disagio arrivò fino a me, che lo vidi molti anni dopo.
Anche la mia generazione ha sospirato dietro le vicende del giovane Dustin Hoffman colpevole di essersi laureato in una società dominata dall'apparenza dei luoghi comuni e dalla concretezza dei sotterfugi fra donne alcolizzate e insoddisfatte e uomini indaffarati e distratti.
La storia d'amore di Dustin Hoffman e di una incredibile, per i tempi, Katharine Ross che ritrovai nel successivo Butch  Cassidy trovandola nuovamente splendida e seducente, è una storia fuori da ogni tempo e ogni rotta, dove trionfava il sogno di diverse generazioni, quello della realizzazione dell'utopia, del superamento delle differenze, della fuga d'amore, fuggendo da una società tanto borghese quanto effimera.
Non so quante volte ho visto quel film e quante volte ho ascoltato l'intera colonna sonora, so che in quel periodo non ero né libero, né innamorato se non forse dell'idea stessa dell'amore.
Ma certi film,certi brani musicali, restano incastonati nel nostro cervello, e aiutano a riattivare le connessioni, quelle buone, e ti fanno capire che hai ancora un cervello, hai ancora la capacità di sognare, magico ed esclusivo patrimonio della giovinezza.


e la visione di quel periodo incredibile, 
così piantata nel mio cervello, 
rimane ancora 
nel suono del silenzio

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