mercoledì 5 marzo 2014

il giudice meschino




Ho visto la prima parte di questa fiction made in Rai Il giudice meschino non ho ancora visto la seconda parte quindi non so come finirà e non rischio di svelarvi nulla della trama.
Il giudice meschino è Zingaretti che a me piace molto, ho imparato ad apprezzarlo con la serie dedicata a Montalbano e sono affezionato alla sua immagine, in questa fiction interpreta il ruolo di un uomo superficiale che ama le donne e meno il lavoro di giudice e riscopre la passione per il suo lavoro dopo l'omicidio di un collega e amico interpretato da Gioele Dix, poi c'è la moglie di Zingaretti nella vita Luisa Ranieri che mi piace molto soprattutto come donna, e quindi c'erano tutti i presupposti per una fiction piacevole, quindi cosa non mi convince della storia?
Siamo  di fronte alla consueta vicenda truce, la ndrangheta da una parte e la giustizia coraggiosa dall'altra, però il tutto è, come direbbe il mio amico Fabrizio, didascalico, una sorta di lezione di morale  per le giovani generazioni. La mafia è crudele, è il male, e contro ogni forma di mafia c'è solo l'onestà e il coraggio delle forze dell'ordine che con dedizione e sprezzo del pericolo etc etc. Ma i giovani lo sanno già, lo sanno tutti come funzionano le cose, la realizzazione televisiva però pecca dal punto di vista stilistico, diciamo che non scorre in maniera armoniosa, come se il dovere condensare una vicenda in due parti abbia costretto gli sceneggiatori a scivolare velocemente sui personaggi, e così il giudice meschino è sì meschino e superficiale ma si capisce poco il perché, e si capisce poco il suo repentino  guizzo di orgoglio che lo riporta in prima linea, e i personaggi si passano il testimone senza quello che riesco a definire solo come pathos, non c'è una vera e propria emozione, tutto avviene velocemente senza un vero momento intenso, la prima parte si conclude con una scena drammatica, ma anche la scena e i possibili risvolti rimangono tipici della fiction italica.
Si parla di rifiuti tossici, di malavitosi crudeli, di guerra fra diverse famiglie per la conquista del territorio, fatti che nella realtà sono tanto frequenti quanto tragici. Quando si portano certi drammi in televisione con il giusto intento pedagogico di farci riflettere, non bisogna mai perdere di vista l'intensità dei personaggi, la loro credibilità, altrimenti tutto perde di spessore e rimane un semplice e poco efficace esercizio di stile.
Rimango in sospeso per quanto riguarda la seconda parte, se dovesse spostare la mia iniziale impressione ve lo dirò.

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