lunedì 17 febbraio 2020

the stranger e l'amica geniale stili a confronto








Ascolto sempre i consigli di Matteo Bordone su Radio 2 il sabato sera soprattutto, lui è uno dei due, l'altra è Melissa Greta ed è anche bella, anche se non c'entra nulla con il tema di oggi.
Bordone mi ha consigliato la visione di The stranger crime inglese su Netflix in 8 puntate, ma io avevo tutte le intenzioni di iniziare la visione della seconda parte dell'amica geniale, polpettone nazionale, tratto dai romanzi di Elena Ferrante pseudonimo e non chiedetemi il perché di una misteriosa scrittrice italiana.
Premetto, non ho letto i romanzi e non ho intenzione di leggerli, mi era piaciuta la prima stagione e ho inizato a vedere la seconda fermandomi alla prima notte di nozze sulla costiera amalfitana, e lì sono arrivato alla conclusione definitiva che mi stava ammorbando la storia delle due amiche sociopatiche in un italietta anni 60 in crisi di identità.
Lo so vado controcorrente ma chi se ne frega, è il bello di avere un blog.
Quindi ho iniziato a vedere The stranger e mi sono sorbito l'intera stagione in una sola domenica.
The stranger è ciò che cerco oggi  dalla fiction, ritmo, personaggi efficaci, introspezione, analisi, idee nuove, buona sceneggiatura, bravura degli attori.
Non vi svelo nulla perché sarei un criminale a farlo, ma se avete Netflix dovete perderci qualche ora e risultato finale The stranger batte il colossal nazional popolare esportato in tutto il mondo, almeno a casa mia.

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