venerdì 19 luglio 2019

Riforma della Polizia Locale ... la storia infinita





In un luglio tropicale dove gli uragani imperversano sulla riviera adriatica improvvisamente viene annunciata la legge delega per permettere all'attuale governo di costruire in un anno una concreta riforma della vetusta legge 65 dell'86, una legge di 33 anni fa.



Quando uscì quella legge, negli anni 80, l'Italia ed il mondo erano diversi: svettavano ancora le torri gemelle a N.Y., Berlino e l’Europa erano divise da un muro e da una cortina di ferro ideologica, l' Italia cominciava a vedere la fine della stagione terroristica... i problemi certo non mancavano e il Parlamento sancì l' inizio del cambiamento della nostra professione, non più vigili urbani ma agenti di Polizia Municipale.

Noi della Municipale, oggi Locale, ci siamo adattati, abbiamo studiato, abbiamo chiesto formazione e oggi lavoriamo su quasi tutti gli aspetti che caratterizzano la sicurezza nelle città, nelle unioni fino ai più piccoli comuni. Siamo praticamente ovunque, siamo 60000, la vera polizia di prossimità.

Due partiti, il Movimento5Stelle e la Lega, avevano presentato due diversi disegni di legge nei quali si parlava di riforma e scrissi, nel 2018, che loro almeno si erano sforzati di fare una proposta e non ci avevano ignorati come vergognosamente avevano fatto i governi precedenti da Berlusconi a Renzi.



Ricordo alcuni passaggi della proposta di legge del M5S:

L’accesso al comparto sicurezza con contestuale integrazione delle norme della legge n.121 del 1981 concernenti l’individuazione dei corpi di polizia che sono sottoposti alla disciplina unitaria della medesima legge”.

all’art. 19 (trattamento economico etc):

1. Al personale della polizia locale compete il trattamento economico spettante agli appartenenti alla Polizia di Stato e organi equiparati.

2. Al personale della polizia locale è altresì corrisposta l’indennità di pubblica sicurezza etc.

6. In materia previdenziale e assicurativa, al personale della polizia locale si applica la legislazione statale vigente per i corpi di polizia ad ordinamento civile etc”.



Alcuni passaggi li ho ritrovati in un disegno di legge presentato pochi giorni fa dai Fratelli d'Italia.

Una domanda sorge spontanea: questi disegni di legge sono strumentali?

Sono buoni tutti a promettere riforme specialmente quando sanno che non verranno mai realizzate.

Fra i punti che leggete sopra e le linee guida relative alla delega al Governo per il riordino delle funzioni inerenti la nostra professione c'è una sostanziale differenza.

Il disegno di legge era semplice, comprensibile anche a un vecchio agente come me, concreto, prometteva un salto di qualità, la possibilità di avere un contratto pubblicistico, uscendo dalla palude dei contratti locali, finalmente avere alcune tutele fino a oggi riservate solo alle forze di polizia statali, con le quali oramai condividiamo rischi e funzioni.

Nella delega al Governo ci sono solo tiepidi accenni a quella legge, nessuna certezza, nessun reale slancio innovativo, ma questo non doveva essere il governo del cambiamento?

Attenti colleghi, nel prossimo anno si gioca una partita di vitale importanza per la Polizia Locale.

Non basta cambiare nome e riverniciare la facciata se non si vuole davvero investire sulla sicurezza delle nostre città, non basta prometterci il taser e magari anche assegnarlo a qualche Comune per poi mandarci allo sbaraglio.

Non possiamo continuare a tirare il carro rimanendo sempre il fanalino di coda... né forze dell'ordine, né impiegati comunali.

Se perdiamo questo treno... se e quando ce ne sarà un altro?

Questo governo ci ha dimostrato, a parole, attenzione e vicinanza, ma adesso deve seguire una reale volontà di cambiamento, il coraggio di andare contro a veti ministeriali e gelosie di casacca, per il bene del Paese e dei suoi difensori più negletti.

Spetta a noi tutti, al di là delle sigle sindacali e del colore politico, sforzarci di dialogare con il legislatore per non sprecare l'ultima possibilità di cambiamento.

Solo uniti si vince.

Massimo Fagnoni Delegato SULPL Bologna




2 commenti:

mv.fortarezza@gmail.com ha detto...

La sua analisi non fa una piega e credo anch'io che sia necessario unire le forze, non solo, però, fra operatori, ma anche e soprattutto fra sindacati... Questa divisione e, direi,questo incomprensibile antagonismo fra rappresentanti dei lavoratori è un grave problema che logora la categoria e influisce negativamente su tutto.
Ho sempre cercato di far avvicinare almeno i due sindacati di categoria più importanti, il CSA Dipartimento di Polizia locale ed il SULPL, ma ho trovato tanti ostacoli.
L'unione fra questi sindacati è un cruciale obiettivo, direi più importante di un dialogo confuso fra noi tutti ed il governo.
Mauro V. Fortarezza
Amm.re pagina fb Mobilitazione Nazionale Polizia Locale d'Italia
Amm.re Polizia Locale a Coordinamento Regionale
Amm.re Cronachepl
Ass. Istr. PL di Potenza

www.massimofagnoni.com ha detto...

Sono d'accordo con lei, e se fosse per me sarei il primo a tendere la mano, qui a Bologna alcuni anni fa, in un difficile momento di lotta sindacale, siamo riusciti a unire tutti i sindacati, i tre confederali il sulpl e anche i sindacati di base, non era mai successo e probabilmente non accadrà più, ma con quella forza abbiamo realizzato molti degli obiettivi che ci eravamo dati.
Sono d'accordo che unire SULP e Csa sarebbe davvero un passo decisivo, ma immagino sia impresa difficile da realizzare, un'utopia.