lunedì 3 novembre 2014

questo nostro amore 70



C'erano gli anni settanta e c'ero anch'io peccato che a distanza di quarant'anni la memoria non ce la fa a ricordare il quotidiano, perché è il vissuto di tutti i giorni che compone il tempo del nostro vivere, non c'è niente da fare, solo alcuni sentimenti si conservano nonostante la lontananza spaziale e temporale.
Vi dico per esperienza scrivere un romanzo e cercare di storicizzarlo è complicato se vuoi farlo bene, io ho già ambientato alcuni romanzi negli anni ottanta, mi sono calato per un centinaio di pagine in quel periodo relativamente vicino e mi sono regolarmente perso, deve avere a che fare con il fatto che oggi abbiamo tutto a portata di clic e allora invece per telefonare o lo facevi da un telefono fisso o da una cabina telefonica e ci volevano i gettoni ancora prima delle schede. La televisione non aveva il telecomando e le automobili non erano euro 5, e il casco in moto non era obbligatorio etc etc.
Scrivere una storia è complicato, una sceneggiatura probabilmente ancora di più e trasporla in immagini deve essere faticoso, in questa seconda stagione di Questo nostro amore ci addentriamo negli anni70 e la cosa funziona, meno come impatto della prima serie, forse meno intrigante come trama, ma per uno che nel 1970  aveva 11 anni  è quasi magico ritovare alcune immagini di quel periodo, l'abbigliamento, la televisone in bianco e nero, l'America di Nixon e i primi esperimenti di emancipazione.
Il femminsimo, le lotte operaie, i movimenti studenteschi.
La realizzazione è piacevole, c'è una discreta cura per i particolari, gli attori sono accettabili, mi piace molto la coppia Marcoré, Valle, e questo rimane un prodotto gradevole nel triste palinsensto nazionale, leggero, e non è questione di nostalgia. Negli anni 70 esisteva ancora la sinistra, gli operai, le idee, ci si confrontava sui temi importanti, ci si scontrava, ma c'era entusiasmo, voglia di cambiare il mondo.
Poi c'è stato il terrorismo, mani pulite, la seconda repubblica, berlusconi, la crisi delle banche, la crisi mondiale e siamo arrivati fino all'era Renzi.
Nel frattempo molti come me si sono accorti che non è cambiato il mondo, abbiamo tutto a portata di clic, ma è tutto così poco interessante, così privo di significato.
E basta voltarsi indietro un istante per capire che allora c'era davvero una spinta al cambiamento, ma forse è questione di cicli e ricicli.
Chi c'era potrà come me gustare l'illusione di quel periodo, chi non c'era potrà sorridere di come solo quarant'anni fa fossimo semplicemente più umani, nel bene e nel male.   

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