domenica 16 novembre 2014

la coscienza di Zeno





Ho scaricato La coscienza di Zeno nel mio nuovissimo Kobo e ho iniziato a rileggere un romanzo della mia giovinezza solo perché ero certo che mi sarebbe piaciuto di nuovo e ho  ritrovato un vecchio amico, tanto simile a me, tanto simile a noi uomini italiani, tanto avviluppato nell'ansia di vivere, nei suoi vizi veri o presunti, nella  smania di convivenza in una Trieste così europea, così borghese e attraente  con un ritmo dettato da pomeriggi oziosi familiari, riunioni ad ascoltare il violino, società commerciali improvvisate dove il guadagno sembrava  l'ultima effettiva preoccupazione, e tutto pulsa passione, le donne, l'amore, il sesso solo sorvolato, descritto attraverso i palpiti e l'eleganza delle ambientazioni.  Zeno Cosini si aggira per  Trieste come in un luna park dove tutto è possibile, intrecciare affari inconcludenti, amare giovinette conosciute per caso, tradire la moglie e continuare ad amarla, coltivare rapporti d'amicizia, oziare, e vivere di rendita,  attraversare la vita fra ultime sigarette mai davvero abbandonate,  regalandoci la fotografia di un'Italia fine 800, inizio 900 non ancora dilaniata dai conflitti mondiali, dalle contraddizioni economiche, dalla fame e dal fascismo.
In quel modello di Italia, dove non c'era ancora nulla di ciò che caratterizza la comunicazione oggi, come doveva essere il quotidiano di un annoiato giovane borghese illuminato? Piacevole, lo immagino piacevole,  era più facile ammalarsi, morire, l'aspettativa di vita era  più breve, ma i ritmi, le passioni, i rapporti fra le persone dovevano essere davvero interessanti, un po' come la fotografia di un giovane Italo Svevo che ho incollato a inizio post, con quel cappello leggero, quel papillon e gli occhi attenti di un italiano evoluto e ironico.
A volte penso che se esiste la reincarnazione  devo essere passato da quelle parti in quel periodo perché sento dentro di me quella leggerezza,  la lentezza di un mondo fantastico, oramai improponibile,  immune alla nevrosi della comunicazione in tempo reale della quale non possiamo più fare  a meno.

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