domenica 10 febbraio 2013

the impossible



The impossible l'ho visto ieri. Ero uscito per vedere l'ultimo di Tarantino ma l'amor di padre mi ha costretto a dirottare verso questo dramma epocale e apocalittico.
Intanto devo dire che brava e molto è la protagonista Naomi Watts, bravo anche il protagonista maschile Ewan Mc Gregor, ma chi mastica un minimo di cinema lo sapeva già.

Lo Tsunami diventato termine comune nel nostro linguaggio quotidiano, è il terzo protagonista del film, ed è perfetta la realizzazione della realtà. Perché io lo immaginavo come nei film di fantascienza, tipo Deep impact, un'onda altissima che copre il sole e si abbatte come un martello sulla terra, invece nel film è riproposto come avvenne in realtà.

La differenza sostanziale fra i documenti visti e rivisti in televisione e il film, è che nel film sei lì anche tu, un pochino almeno, e l'onda ti arriva addosso mentre sei lì a prendere il sole, a leggere un libro (per me l'ipotesi più probabile), o a giocare a ping pong.
E non c'è il tempo, il tempo svanisce, non hai tempo di dire addio, o di salutare, di metterti in salvo, di salvare i tuoi cari, di correre sulla collina più alta, di nasconderti, perché un attimo prima c'era il sole e la vacanza, un attimo dopo la catastrofe.

Come scrivevo della Chiave di Sara pochi giorni fa, anche in questo caso la tragedia globale, stiamo parlando di un numero imprecisato di vittime (hanno smesso di contarle) fra i 150000 e i 400000 morti, dicevo l'ecatombe diventa quasi trascurabile se vista nel suo dato statistico.

Torna invece ad essere un fatto terribile se osservata da una prospettiva individuale, il microcosmo familiare di una famiglia qualsiasi in vacanza.
In questo caso parliamo di una storia vera, una famiglia di spagnoli che stava trascorrendo il Natale del 2004 in Thailandia.

La storia pubblicizzata, e mostrata nei vari trailer in televisione, forse la conoscete già, ma interessante è viverla da vicino, mentre la potenza dell'acqua ti trascina verso una probabile morte insieme a un mondo che scompare cancellato come da un' esplosione nucleare.

Mi sa che Django lo vedrò in tv, Tarantino rimane ormai forse il mio unico amore, ma questo drammone apocalittico mi è piaciuto, ti senti meno solo mentre il mondo finisce.


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