venerdì 4 settembre 2015

mia madre







Seguo Nanni Moretti dai tempi di Io sono un autartico e credo di averli visti tutti i suoi film, molto amato, molto odiato, non lascia mai indifferenti, il suo cinema, la sua regia, il suo modo di comunicare la realtà è uno dei valori aggiunti del nostro cinema, esprime un sentire, è manifesto di una generazione senza avere la pretesa di rappresentare qualcuno e penetra nella carne, come forse riusciva solo Gaber, anche se spesso le sue opere cinematografiche sono talmente personali da coniugare biografia e stile, desiderio di socializzare un modo di vivere e intepretare la realtà con il bisogno di esternare sentimenti, stati d'animo, idee.
Questo film non fa eccezione ed è amaro in maniera definitiva, non fa sconti, non regala speranze, è vita o rappresentazione della vita, Margherita Buy è, perdonate l'aggettivo, gigantesca, alter ego di Moretti che interpreta il fratello in crisi ed entrambi schiacciati dalla malattia della madre.
Dentro ci sta tutto, il rapporto con i genitori sempre soggettivo, individuale, non comparabile.
La madre insegnante amata da tutti i suoi studenti ha un rapporto completamente diverso con la figlia regista in crisi che cerca di dirigere un film, fra difficoltà, insicurezze, solitudine, e ancora un'amarezza di fondo che ti si avvinghia stretta e non ti molla per tutto il film.
Pregevole la partecipazione di Turturro, l'attore sul viale del tramonto che diventa il problema nel film della Buy regista.
E' quindi film sul cinema, è film dentro il film come già in passato è avvenuto, è film sulle generazioni, la madre, i figli, la giovane nipote che detesta il latino e odia il classico.
E' un film sull'amore dei figli per i genitori e infine sulla morte che tutto riconduce alla realtà dei nostri rapporti fallimentari, dell'inevitabilità del tempo che passa, sulla difficoltà dei nostri tempi di condurre vite che abbiano un senso, sulla fine della vita, sulla fine delle aspettative, ma infine sulla speranza e sul domani che conclude quasi come un aspirazione esistenziale il film.
Chi ama Moretti deve vederlo, ma scelga un momento positivo, non consigliato ai depressi.
Grande per me come al solito.

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