venerdì 29 luglio 2011

Se il lusso è un diritto la miseria è un dovere?













Sta passando questa estate uno spot pubblicitario divertente e anche intelligentemente provocatorio, avete presente? Il bel Cassel, attore in Italia famoso soprattutto per essere il compagno della più famosa Bellucci, che ti guarda con la faccia da pugile francese e ti mormora che il lusso è un diritto.
Mi guardo intorno e scherzi a parte a Bologna il lusso sale in superficie come il grasso del brodo, lo annusi nei suv neri davanti alle scuole in seconda fila che guai a fargli la multa, lo intravedi nelle vetrine di Galleria Cavour, nelle belle signore sedute a bere un aperitivo nei bar del centro.
Il lusso è ostentato qui come altrove, vero o presunto che sia.
Poi ci siamo noi quelli normali che fanno fatica ad arrivare al mese successivo e un nuovo passaporola che anche i sindacati stanno facendo proprio, la miseria è un dovere.
Non ci sono i danari per gli straordinari, gli aumenti saranno congelati fino al 2014 e forse anche dopo, la pensione rimandata in data da definirsi.
Tu provi ad aprire la bocca e cerchi di indicare quelli che ostentano auto che costano come il tuo mutuo, ma la società fa spallucce:
Non c'è più denaro, ora ti tocca diventare ancora più povero.
Quindi il quesito che pongo a voi è questo e neanche tanto retorico:
La miseria è un dovere?

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