giovedì 3 marzo 2011

Cacucci, Fellini e la magia della scrittura

Stavo facendo zapping cercando la voglia di iniziare le settimanali pulizie domestiche, quando mi sono imbattuto in un'intervista al noto scrittore Pino Cacucci. Più che un'intervista un monologo dove racconta la sua vita, lo scrivere, e altre cose. Non ho mai letto nulla di lui, mea culpa, ho però visto Puerto Escondito e sento per lui una sorta di vicinanza più che altro anagrafica e quindi generazionale. Non ho mai viaggiato, come all'epoca facevano tanti amici che avevano qualche soldo più di me e soprattutto più coraggio, ma non credo che il segreto di Cacucci sia il suo desiderio di viaggiare ed esplorare e conoscere persone, probabilmente il suo segreto, il segreto del suo successo sta nel sapere raccontare ciò che ha incontrato nella sua vita. A parte questa sterile disquisizione volevo solo dire che mi è piaciuto, mi ha intrigato la sua capacità di raccontarsi e provo per lui una leggera invidia mista a una sorta di ammirazione. Vi rendete conto? E' amico di scrittori del calibro di Paco Ignacio Taibo II e Sepulveda, alcuni li traduce e cosa ci deve essere di più gratificante che tradurre scrittori che ami?
Ma l'aneddoto che mi ha folgorato e che non conoscevo è la sua amicizia con Fellini che un bel giorno entra in una libreria e vede la copertina del suo primo libro Outland Rock dove campeggiava il faccione di un bel gorilla.
A Fellini serviva proprio quel faccione che poi sembra non utilizzò mai, però intanto si comprò il libro, dopo un pò di tempo decise di leggerlo e lo trovò talmente interessante da spingerlo a cercarlo, in un epoca nella quale non c'erano ancora i cellulari.
Divennero amici, in un qualche modo e Fellini si prodigò per pubblicizzare quel primo libro che mi risulta essere una raccolta di racconti.
Il miracolo di essere scrittori, di capitare in mano a un Fellini, di diventare amici di Sepulveda e anche di camparci con lo scrivere e con la propria cultura.
Affascinante, mi piace.
Una favola a lieto fine per chi ha avuto il coraggio di partire, assimilare e tornare qui per raccontare.

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