lunedì 28 febbraio 2011

A single man


Ho visto in perfetta solitudine A single man esordio alla regia di uno stilista Tom Ford. Al di là della trama, devo dire che mi è piaciuto molto, per la cura dei particolari. La vicenda è abbastanza nota, si narra l'ultima giornata di vita di un professore universitario gay, il bravissmo Colin Firth, in una Los Angeles nel 1961.
Il regista si è divertito a caratterizzare gli ambienti interni ed esterni con i colori e gli accessori degli anni 60 dalle automobili, agli abiti, alle acconciature delle donne, fino alla macchinetta del caffé.
Manca l'oggi, quello che ossessiona tanto Jovanotti nel suo ultimo album, il nostro nevrotico quotidiano colmo di telefonini, cattivo gusto, cattiva televisione e politici impresentabili.
Nel film è tutto sfumato, non ci sono nevrosi odierne ma su tutto aleggia la psicosi della minaccia nucleare che vista dal futuro fa abbastanza tenerezza.
La trama del film è quasi sostituibile, unica riflessione la difficoltà di essere diversi in una società omologata e ancora discriminatoria come quella americana negli anni 60.
Se vi piace la cura dei particolari estetici, se siete nostalgici, se amate la fotografia curata, non potete perdervi A single man.

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