Sono nato in via Francesco Del Cossa, una viuzza laterale di via Battindarno e lì ho vissuto fino ai trent'anni.
Tornare dalle mie parti è come ritrovare un pezzo di me stesso bambino, poi adolescente, quando essere comunista non era una possibilità ma una scelta obbligata e al contempo naturale, si parlava ancora di proletariato negli anni settanta, e io appartengo a quella storia lì.
Poi tutto è cambiato e ancora muterà, ma il mio passato è parte di me e la biblioteca di Borgo Panigale, dove ho chiacchierato con l'amico Cavicchioli di Berretti Bianchi, mi ha riportato a casa.
Il quartiere adesso si chiama Reno Borgo, ma Borgo Panigale ha mantenuto alcune caratteristiche periferiche e popolari per me cariche di significato.
Inaspettatamente è arrivata molta gente per ascoltare il mio racconto di una professione tanto invisa quanto sconosciuta.
Le persone erano curiose, un lettore bravissimo del gruppo di lettura della biblioteca, Mario, che ringrazio, ha letto un brano per la prima volta.
Io e Cavicchioli abbiamo due idee diverse della professione dell'agente di Polizia Locale, ma sempre nel rispetto reciproco e nel desiderio di confrontarsi.
E abbiamo un comune denominatore, amiamo il nostro lavoro, e lo chiamo ancora così anche se ormai sono in pensione da tre anni.
Spero che questo libro arrivi alla gente, che lo legga, si può reperire anche nelle biblioteche bolognesi, all'interno troverete molta Bologna e un'idea diversa di una professione ancora troppo sottovalutata nel nostro paesuncolo provinciale.
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