sabato 27 aprile 2019

the game





Ho quasi terminato The game di Baricco, quasi nel senso che mancano circa 5 pagine alla fine e voglio scrivere due cose prima che il cervello resetti la prima impressione che rimane sempre la più importante.
Cercavo una condivisione in questo libro come la trovai nei suoi saggi precedenti "I barbari" e anche se non mi sono entusiasmato come speravo The game mi ha parzialmente convinto.
Cosa mi sconvolge nel presente?
Soprattutto l'accelerazione degli strumenti a nostra disposizione nei riguardi dell'analisi della realtà e l'esplorazione dei contenuti e la possibilità di comunicare.
Se fossi vissuto ai tempi di Hemingway non so quanto sarei riuscito a produrre in termini di scritti, oggi sono quasi a 16 romanzi pubblicati, posso scrivere, correggere, cambiare, eliminare, integrare, consultare, apprendere, scoprire, contattare e tutto nello stesso lasso di tempo.
Ho bisogno di un'informazione? Una qualsiasi? La trovo in rete, In quello che Baricco chiama l'oltremondo.
Lo specchio deformabile della realtà è talmente alla portata da indurmi in confusione.
Significativo l'aneddoto del figlio di Baricco che cerca di allargare un'immagine del giornale appoggiato sul tavolo.
Noi che stiamo diventando vecchi, in un'epoca nella quale anche la vecchiaia sta cambiando i parametri di riferimento, siamo cresciuti con i fumetti, Salgari, Topo gigio, la televisione in bianco e nero e tutte quelle melenserie tanto amate dai nostalgici di un periodo che io ricordo spesso noioso, pieno dei giochi che un bambino solitario e introverso si inventava.
Avevo già allora una nostalgia per le meraviglie del possibile che trovavo nei romanzi di fantascienza o nei racconti di un'antologia curata dai formidabili Fruttero e Lucentini made in Einaudi.
Sognavo quel futuro che ritrovavo nei racconti allucinati di alcuni maestri americani e non sapevo che il nostro futuro sarebbe stato superiore in alcuni aspetti tecnologici e immobile in altri, come l'esplorazione dei mondi che mi sembra molto rallentata dalle emergenze attuali.
Baricco analizza la realtà e l'evoluzione tecnologica con una lucida concretezza, non racconta nulla di nuovo ma mette in fila i dati, li rende leggibili.
E' una sua qualità l'appassionarsi al gioco del riordino della realtà.
Mi fa compagnia, ha solo un anno più di me e per certi versi lo considero un amico anche se non ci incontreremo mai, uno di quei letterati, intellettuali, studiosi che rendono la mia esistenza più sopportabile, permettendomi di capirne alcuni meccanismi.
E adesso inizierò Philip Roth con il suo Perché scrivere.
Ci rivediamo alla fine, leggere può essere un'esperienza entusiasmante, a volte.

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